Tornai a casa e raccontai tutto a mio fratello che continuava ad essere sospettoso, forse era geloso ma non ne capivo il motivo. Sorvolammo il discorso e lui mi disse che doveva andare a salutare un suo amico che da li a poco si sarebbe trasferito. Il pomeriggio rimasi sola a guardare la tv. Come al solito non c'era nulla di interessante. All'improvviso un brivido mi percorse la schiena. Rimasi immobile, il quadro della sala si mosse e da li cadde un pezzo di carta. Lo schermo della tv divenne nero e scoppiò un temporale. Mi avvicinai furtivamente al quadro e presi il bigliettino. Sopra c'era l'indirizzo di quella casa e una data con un orario. Sarei dovuta andare li alle 2 e 18 di notte. L'idea mi intrigava ma allo stesso tempo avevo paura. Mi chiedevo chi mi perseguitava e perché lo faceva. Un altro brivido mi percorse la schiena. La finestra andò a sbattere contro il muro, con tale violenza che quasi si staccò. Avevo la pelle d'oca, non avevo idea di cosa fare. Dovevo scappare? Dovevo andare in quella casa? In quel momento decisi di uscire di casa sotto la pioggia. Camminai per strada fradicia cercando di schiarirmi le idee. Perché proprio a me pensavo. Volevo urlare ma era meglio evitare.