venus

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ᴋʏᴏᴋᴀ sᴜɪɢᴇᴛsᴜ

ϙᴜᴀʟᴄᴏsᴀ ᴅɪ ᴠɪsɪʙɪʟᴇ ᴍᴀ ɪɴᴛᴏᴄᴄᴀʙɪʟᴇ

Anche quella mattina qualcosa c'era scritto nel bigliettino oltre alla giornaliera parola.

-credo che anche tu per me sia un po' così. potrei rimanere ore a guardarti e imparare a memoria ogni tuo particolare. Ma appena proverei a toccarti tu scompariresti, ne sono sicuro-

Renjun scosse la testa, non avrebbe mai potuto scomparire se lui si fosse presentato.

Non poteva semplicemente per un motivo dettato dalla gratitudine di fargli spuntare un sorriso ogni giorno.

Uscì di casa, con la testa da tutt'altra parte, tra nuvole primaverili forse.

E anche una figura primaverile colpì Renjun.

E forse tanti fiori erano sbocciati nel cuore di Renjun.

Probabilmente erano tanti tulipani arancioni.

E però, il ragazzo che si era immediatamente scusato arrossendo, non si era mosso, sembrava bloccato.

E Renjun lo trovò carino con i capelli castano chiaro tutti scompigliati, la camicia bianca della divisa scolastica tutta stropicciata, la cravatta snodata e attorcigliata malamente al collo.

Lo trovò carino con la sua modesta altezza, che però lo faceva sembrare un bambino, se comparata alle sue gote rosse come le fragole.

Qualche libro era caduto dallo zaino giallo, probabilmente aperto, del ragazzo.

Renjun poté notare che erano tutt'altro che libri scolastici.

Si era inginocchiato mentre il ragazzo continuava a fissarlo, le guance porpora, le mani congiunte dietro alla schiena e lo sguardo pieno di vergogna.

Renjun poté notare anche che erano tutti libri di poesia e saggistica.

Qualche autore l'aveva sentito ancora nominare, ma non si era mai interessato molto a quel mondo.

Sulle copertine di questi libri erano attaccati tantissimi post-it.

Tutti di color pervinca e lilla.

Renjun sorrise. Quei colori erano gli stessi dei post-it che trovava attaccati alla sua porta ogni mattina.

Raccolse tutti i libri, si alzò e li porse al ragazzo.

Lui li prese con le mani tremanti.

Poi Renjun se ne andò.

Quel ragazzo era forse il più bello che avesse mai visto.

Jaemin si maledì per essere arrossito così tanto.

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