𝑾𝒉𝒐 𝒅𝒂𝒓𝒆𝒔 𝒕𝒐 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒇𝒐𝒓𝒆𝒗𝒆𝒓
𝑶𝒉, 𝒘𝒉𝒆𝒏 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒎𝒖𝒔𝒕 𝒅𝒊𝒆?
𝑩𝒖𝒕 𝒕𝒐𝒖𝒄𝒉 𝒎𝒚 𝒕𝒆𝒂𝒓𝒔 𝒘𝒊𝒕𝒉 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒍𝒊𝒑𝒔
𝑻𝒐𝒖𝒄𝒉 𝒎𝒚 𝒘𝒐𝒓𝒍𝒅 𝒘𝒊𝒕𝒉 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒇𝒊𝒏𝒈𝒆𝒓𝒕𝒊𝒑𝒔
𝑨𝒏𝒅 𝒘𝒆 𝒄𝒂𝒏 𝒉𝒂𝒗𝒆 𝒇𝒐𝒓𝒆𝒗𝒆𝒓
𝑨𝒏𝒅 𝒘𝒆 𝒄𝒂𝒏 𝒍𝒐𝒗𝒆 𝒇𝒐𝒓𝒆𝒗𝒆𝒓
𝑭𝒐𝒓𝒆𝒗𝒆𝒓 𝒊𝒔 𝒐𝒖𝒓 𝒕𝒐𝒅𝒂𝒚༄
《Mi dispiace》furono le parole di Jim Beach quel giorno, parole, tremolanti e sofferenti, che Brian non scorderà mai《se n'è andato.》Era corso a casa sua per annunciargli l'orribile notizia, poichè il suo cellulare non funzionava e, come poi raccontò, non ci fu altro modo di raggiungerlo.
Il manager lo disse prima a Brian, consapevole del fatto che fosse quello con più autocontrollo dei tre.
In ogni caso, l'autocontrollo non servì a sopprimere le emozioni che implodevano dentro di lui sentendo quella frase.
Distolse lo sguardo dagli occhi afflitti di Jim, puntandoli altrove. Si lasciò cadere sul divano, si prese la testa fra le mani affondando le dita nella cascata di capelli.
Non pianse, perchè non provava tristezza, nè rabbia. Sentiva solo un enorme vuoto.
Era abbastanza intelligente da sapere che prima o poi sarebbe successo, preparandosi psicologicamente ad affrontare la cosa, tuttavia non avrebbe mai potuto immaginare quanto la sua morte sarebbe stata dura da accettare.
Freddie non c'era più. Ieri lo aveva confortato accarezzandogli la fronte nel suo letto d'ospedale, rassicurandolo che ne sarebbe uscito, che tutto sarebbe tornato come prima. E ci aveva anche creduto. Ma ora non c'era più, e non si poteva fare più nulla.
Come sarebbe stato il mondo senza Freddie? Che posto oscuro e insidioso, senza luce, scolorito, buio. Un mondo senza Sole.
Come sarebbe stata la vita di Brian senza di lui? Avrebbe sentito quel vuoto per tutto il resto della sua esistenza? Come se gli mancasse un pezzo, come se fosse stato privato della sua linfa vitale?
Se un albero non ha vita senza linfa vitale, allora come poteva Brian vivere senza la propria?
Ad un tratto, realizzando la cosa, pensò che forse non valeva la pena vivere più, senza Freddie.
Ma no, no. Scacciò immediatamente quel pensiero. Doveva restare lucido, per Roger e John.
Chissà se Roger lo aveva saputo, chissà come l'aveva presa. Starà soffrendo come me, pensò Brian, se non peggio.
Quando Jim fece per andarsene, dicendo che forse sarebbe stato meglio se lo avesse lasciato solo, Brian si alzò di scatto:《Voglio... voglio vedere Roger. Dov'è?》
Il manager si sforzò di ricordare. 《Stamattina voleva andare allo studio di registrazione. Sarà ancora lì.》
《L'ha saputo?》
《Non lo so. Nel caso... sarebbe meglio che fossi tu a dirglielo. Forse sei ancora in tempo.》Brian, senza pensarci due volte, scese le scale ed entrò in macchina. Guidò il più veloce possibile fino allo studio, sperando con tutto il cuore che non ne fosse già a conoscenza.
Magari anche John era lì: sarebbe stato più facile affrontarlo tutti e tre insieme. Ma si sa, la vita non è così buona.
Non trovò parcheggio, così lasciò la macchina in sosta vietata. Le multe erano la cosa che gli importava di meno al momento, e comunque, aveva abbastanza soldi per pagarne mille.
Voleva solo vedere Roger, abbracciarlo. Più che per consolare lui, per consolare se stesso. Per assicurarsi che forse la sua vita non era del tutto perduta, anche se non ci credeva per niente.
Raggiunse in fretta lo studio e aprì la porta: il salotto era deserto e la sala di registrazioni anche. Ma non si poteva dire che Roger non fosse stato lì.
Ogni mobile era per terra, caduto o lanciato dall'altra parte del locale: l'attaccapanni, il divano, il tavolino, le mensole, le sedie, i comò. Anche il mixer e gli altri attrezzi per le registrazioni erano capovolti.
Dall'altra parte del vetro tutti gli strumenti musicali erano rotti. Le casse giacevano sul parquet, la batteria completamente rivoltata e scomposta, il microfono spaccato, le chitarre e i bassi spezzati in due.
L'unico che rimaneva al suo posto, immacolato e neanche sfiorato era la Red Special di Brian. Intonsa e immobile come una tomba.
Brian attraversò la stanza e giunse alla porta che dava all'altro salotto, dove i Queen erano soliti dopo le prove. La aprì.
La situazione non era diversa, ma oltre agli arredi per terra era seduto l'artefice di tutto quel caos.
Le ginocchia piegate, i capelli biondi disordinati e le guance arrossate e bagnate, teneva la testa all'indietro sulla parete e le palpebre semichiuse.
《Rog, io...》sospirò《dovevi venirlo a sapere da me.》
Brian si avvicinò e si sedette davanti a lui:《Guardami.》
Niente avrebbe potuto superare il dolore che, da parte di entrambi, riempiva quella stanza.
Roger sbattè le palpebre più volte e incontrò i suoi occhi:《Perchè proprio a lui?》non riusciva a smettere di lacrimare, e gli affanni lo ostacolavano nel parlare《Tra tutti i bastardi che ci sono in questo mondo, perchè proprio a lui è toccato morire?》
《Non è a me che devi chiederlo.》rispose Brian.
Roger abbassò lo sguardo e stese le ginocchia, probabilmente si vergognava ad essere guardato da lui mentre piangeva. Era tanto orgoglioso, e questo Brian lo sapeva, ma era anche tanto fragile e spesso capitava che le sue emozioni dirompessero e cominciasse ad arrabbiarsi in modo violento - che più che rabbia era frustrazione, e in quel caso impotenza - e a spaccare tutto ciò che aveva intorno.
Brian si accostò ancora più a lui e lo accolse con dolcezza tra le proprie braccia e contro la propria spalla. Il biondo scoppiò di nuovo in un pianto disperato, buttando fuori tutta l'angoscia e il tormento che lo devastavano, e questa volta anche Brian fece fatica a contenersi. Il suo cuore ebbe una fitta terribile, così forte da procurargli dolore fisico.
《Non è giusto.》mormorò Roger tra i singhiozzi.
Roger si strinse più al petto del moro e gli infradiciò di lacrime la camicia bianca, rendendola quasi trasparente.
《Lo so.》
Non riuscivano a pensare ad altro che a Freddie, ai suoi occhi sognanti, alla sua risata sonante e contagiosa e alla sua voce. Oh, la sua voce, sembrava quasi di un'altro mondo. Ora solo gli angeli avevano il privilegio di sentirla.
《Vorrei che fosse qui con noi.》
Ma Freddie era lì con loro, nei suoi vestiti stravaganti, che li guardava sorridendo. Quel suo sorriso gentile e amichevole, a volte talmente gentile che sembrava quasi che ti stesse prendendo in giro - e molto spesso era così. Di certo non voleva che stessero lì a crogiolarsi nel pianto per lui. Era proprio lì davanti a loro che li chiamava "checche piagnone". Voleva che fossero forti e uniti. Erano una famiglia, dopotutto: le famiglie non si sfaldano mai.
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this thing called love ❁ queen os
Fanfiction#3 in Deacury (17/06/19) #4 in Queen (17/06/19) 𝐎𝐧𝐞-𝐬𝐡𝐨𝐭𝐬 𝐬𝐮𝐢 𝐐𝐮𝐞𝐞𝐧. 𝐒𝐨𝐧𝐨 𝐢𝐧𝐜𝐥𝐮𝐬𝐞 𝐥𝐞 𝐬𝐡𝐢𝐩: 𝐌𝐚𝐲𝐥𝐨𝐫 (𝐁𝐫𝐢𝐚𝐧/𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫), 𝐃𝐞𝐚𝐜𝐮𝐫𝐲 (𝐅𝐫𝐞𝐝𝐝𝐢𝐞/𝐉𝐨𝐡𝐧), 𝐃𝐞𝐚𝐥𝐨𝐫 (𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫/𝐉𝐨𝐡𝐧), 𝐅𝐫𝐨𝐠�...