capitolo 8

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lunedì mattina:

sono circa le sette e mezza e decido di alzarmi. Prendo il mio solito caffè e mi vesto per andare a scuola. Verso le otto esco di casa e arrivo giusto in tempo prima che scatti la campanella della prima ora. Le sei ore passano in fretta e sono riuscita a sopravvivere perfino alle occhiatacce di madelame. Appena sento il suono assordante della campanella scatto in piedi e cammino velocemente fuori dalla scuola, ho appuntamento a pranzo con Nicolas e non vedo l'ora di vederlo.

Appena metto il piede fuori dall'edificio noto il gruppetto di serpi con in mezzo la stronza Madelame, è circondata dalle sue galline tutte vestite uguali in tiro, sono carine ma hanno solo tette e culo ma niente cervello, sono tutte cosi uguali. Ma la cosa che mi fa gelare il sangue è la persona che sta parlando e ridendo con Madelame, Abby. Non posso credere che lei frequenti quella stronza. Mi manca davvero tanto, questi ultimi giorni non mi ha ne scritto ne chiamato è come se non esistessi più. Una volta avevo lei. Eravamo inseparabili, io e lei... dove c'ero io, c'era lei. E viceversa. Era un'amicizia particolare la nostra. Lei mi spronava a fare sempre del mio meglio, mi era sempre vicina. Era l'unica che avevo, per me nessuno era come lei, ma poi successe quello che successe e ci separammo. Lei mi manca da morire e non importa il torto che mi ha fatto, non importa se ci sono stata male, io rivoglio la mia migliore amica.

Mi accorgo di essermi impalata a guardarli solo quando mi passa davanti una certa persona, esce dall'edificio con il suo stupido sorriso, William, prosegue fino ad arrivare al gruppo di Madelame e si ferma a parlare con loro. Decido di non voler passare un minuto di più qui quindi prendo il telefono e chiamo Nicolas per sapere quanto ancora lo dovrò aspettare. Risponde subito e dice che sta per uscire a momenti. Mi giro e lo vedo che scende le scale.

Mi prende per mano e cominciamo ad allontanarci dalla scuola, mi giro e noto William ,che è appoggiato ad un'auto, sta ridendo a crepapelle per qualcosa che gli ha detto una di quelle galline. Mi giro di nuovo e il mio sguardo si scontra con il suo, ha gli occhi fissi su di me e sulle nostre mani intrecciate e la sua espressione è cambiata drasticamente in peggio, sembra arrabbiato.  Mi importa poco, e poi perché dovrebbe essere arrabbiato? Proseguiamo fino ad entrare in una tavola calda per mangiare qualcosa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 25, 2019 ⏰

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