Il Calderone

25 Marzo 2019

Qual forza mi spinge a creare è a me ignota,così come lo scopo che intendo raggiungere. È caso possibile la volontà mia di confidare concetti e d'essere ricordato,ma da chi? L' inesistenza di praticità non è motivo di sosta,poiché dallo sconosciuto è nato l'intero universo. In quest'ultimo io non mi riconosco,appartengo con tutto il mio corpo e la mia mente al passato,lontano o vicino che sia,ma son bloccato,non per scelta mia,in un presente che corre sempre più veloce verso il futuro. La forza di pensiero di quei due (il Leopardi ed il Foscolo) che, più di tutti i loro simili,vive e per sempre vivrà in me,ha trascinato la mia essenza nella loro.
Solo la memoria e l'immaginazione riescono ad avvicinarmi il più possibile a quelle figure,e appena apro gli occhi rimbomba nuovamente addosso il peso della contemporaneità sbagliata.
Io non cerco imitazione né pratico capricci,poiché è probabile che questo effimero desiderio di tornare indietro si riveli volontà opposta una volta realizzato.
Allora giungo a pensare che sia così per chiunque abbia forza di arrivare fin qui col pensiero. Non certo cerco collettività nel mondo contemporaneo,anzi,per conseguenza di vicende accadute nella mia fin'ora breve vita,la solitudine di pensiero e corpo è in primo posto,nutrita dall'egoismo. Senza fraintendere,non significa chiusura e rifiuto verso diversi pensieri,dal momento in cui rappresentano fonte di interesse immenso per me,qualora degnamente puri,bensì sono una strada per maturare e comprendere il mio.
Perché Natura mi porta a questo bivio?Perché  investire tempo in una situazione individuale irrisolvibile e di senso ignoto?
Sarà proprio questo ciò che chiede la vita? Cercare di ragionare sulla propria esistenza e comprenderne il significato...
Non sempre questo è possibile,per mancanza di volontà o necessità e per cedimento alle attrazioni della stessa vita,l'uomo non ci pensa più di tanto,e quando ci prova finisce in questo stesso limbo,capace di resistere al tempo.