Mi sveglio di soprassalto per uno scossone improvviso
"Ah!Aiuto!Che succede!?" Urlò ancore mezza addormentata mettendo le mani in posizione di difesa di Karate
"Keep calm darling! Siamo solo arrivati al capolinea" mi dice John trattenendo le risate "Sì, il viaggio è finito" continua Paul
"Quale viaggio?" Dico confusa, non mi ricordo neanche dove mi trovo
"Sei sul treno per Londra...terra chiama Anne, ci sei?" Mi spiega John sempre più divertito
-Cavolo che figura! Perché devo sempre comportarmi da idiota!?- mi rimprovero da sola "Ah sì ora ricordo..." Dico arrossendo dall'imbarazzo.
È ora di scendere, prendo la mia sacca, la mia chitarra e mi avvio verso l'uscita.
"Che fai? Non ci saluti neanche?!" Dicono in coro i quattro. Sbuffo -Ma devono sempre fare così i buffoni?- penso -va beh dai, un po'sono simpatici- sorrido e mi rivolgo a loro "Ciaoooooooooooooo! Contenti? No dai adesso faccio la seria...anche se rompete, mi siete simpatici ragazzi...un po', anche se solo un po', mi mancherete. Addio!"Sentendo le mie parole loro si fingono addolorati e mimano un pianto "Anche tu ci mancherai!" Singhiozzano "Ma un giorno, puoi starne certa, ci rivedremo!" "Okay, Adios!" Mi giro, faccio qualche passo in quella direzione e subito li perdo -Chissa se li rivedrò veramente- è il mio unico pensiero.
Dopo qualche difficoltà, e molti autobus sbagliati, finalmente trovo il mio hotel.
-Cavolo, che catapecchia!- penso pur non avendo il coraggio di dirlo ad alta voce. Sul tetto mancano almeno 10 tegole, i muri sono incrostati e pieni di buchi e i mobili metallici coperti dalla ruggine. "Dovevo aspettarmelo visto il prezzo così basso! Va beh devo ambientarmi, per i prossimi mesi questa sarà la mia casa...".Entro in camera e mi sdraio sul letto cigolante senza neanche disfare la sacca.
I miei pensieri corrono subito ai quattro ragazzi conosciuti sul treno -Chissà perché sono a Londra? Perché erano vestiti uguali? E soprattutto, perché Paul conosceva così bene le note e il testo di quella canzone?-
Il tempo passa e io impiego tutto il mio primo giorno a Londra chiusa in camera a organizzare la mia roba e a pensare a cosa fare per guadagnare qualche soldo.
Arriva la sera - Cavoli è già ora di dormire?- penso sbalordita dalla velocità dello scorrere del tempo "Ora che ci penso quel ragazzo, Paul, ha detto una cosa del genere durante il viaggio, una cosa come il bisogno di fermare il tempo per un attimo con la musica...Boh, mi verrà in mente, in fondo mi aveva colpito la profondità della frase" dico infilandomi sotto le coperte.
La mia mente è però troppo piena per lasciarmi dormire...è da un po', dall'inizio dei problemi che doro male, sono anche arrivata a odiare il momento di andare a dormire dal tanto stress; ma speravo che andandomene avrei potuto risolvere qualcosa, invece non è cambiato nulla. No, mi sto sbagliando, qualcosa è cambiato, ora oltre ai miei pensieri negativi ci sono anche John, Paul, George e Ringo... -Chissà cosa mi affascina tanto di loro? In fondo mi hanno solo dato fastidio! Però mi hanno anche colpito...e alla fine mi hanno fatta divertire! Mi hanno distratta dai miei problemi, ecco!- lentamente, verso le 3 di notte, scivolo nel sonno.
Sembra passato un minuto, ma il suono della sveglia mi perfora le orecchie costringendomi ad alzarmi. -Ma sono sicura di aver dormito? Sono più stanca di ieri!- mi trascino in bagno e poi con calma mi vesto e scendo a fare colazione
-Un'occasione per conoscere i miei nuovi "vicini"- penso rallegrandomi leggermente.
"Uova e pancetta, la colazione perfetta" canticchio questo vecchio motivetto pubblicitario mentre scelgo cosa mangiare e intanto guardo in giro: ci sono principalmente anziani e qualche coppia sposata; di giovani neanche l'ombra!
All'improvviso però la sala si riempie di musica metal ed entra una ragazza sui 20 anni tutta borchie e pelle nera -La mia unica possibilità di farmi un'amica. Cavolo, devo giocarmela bene!- mi dico. Miracolosamente la ragazza si siede da parte a me: l'unico posto libero rimanente.
Dopo essersi seduta però non mi rivolge neanche una parola -Devo farmi avanti io!- penso.
"Ciao io sono Anne, tu come ti chiami?" azzardo timidamente, lei si gira verso di me, mi fissa con degli occhi di ghiaccio e quasi infastidita mi risponde "Io sono Pepper" "Pepper? Nome inusuale..." provo ad attaccar bottone "Cosa stai insinuando?!" lei però la prende male "Niente, volevo solo dire che era un nome poco usato ma carino...nulla di offensivo!" mi difendo "Meglio così!". Lei torna a leggere la rivista che ha in mano e continua a ignorarmi.
Passo tutto il resto della colazione a lanciarle veloci occhiatine nella speranza che lei mi caghi ma, naturalmente, non accade.
Appena decido di rompere il ghiaccio lei si alza e con indifferenza, se ne va.La seguo con lo sguardo mentre esce dalla sala e mi precipito dietro di lei.
La vedo fermarsi davanti alla sua camera e penso a una scusa per parlarle.
-Le parlo di musica? Di libri? Di arte? Le dico che sono la sua vicina di camera? Mi faccio troppi problemi! Devo buttarmi!- faccio un respiro profondo, mi avvicino e le tocco la spalla.
Lei si gira velocemente e mi tira un'occhiataccia "E tu saresti?" chiede con un'espressione un po' scocciata.
Io perdo anche l'ultima briciola del mio poco coraggio e divento rossa come un peperone.
Inizio a balbettare cose senza senso e finisco con il tirar fuori a fatica la "frase" "Emm...io...vicina...camera...sono..." i suoi occhi di ghiaccio mi fissano e io vorrei sparire seduta stante.
All'improvviso però lei fa l'ultima cosa che mi sarei mai aspettata, scoppia a ridere!
La fisso sconvolta e lei mi dice "Tranquilla mica mordo..." Io faccio un mezzo sorriso e mi rilasso leggermente.
"Scusa per prima, ma la mattina sono proprio intrattabile!" "Ti capisco, di solito io non parlo con nessuno fino alle 11 di mattina!"
Dopo l'imbarazzo iniziale cominciamo a chiaccherare per qualche minuto e dopo lei mi fa segno di entrare.
La sua camera è molto simile alla mia però è arredata in modo completamente diverso.
Ai muri ci sono appesi un sacco di poster di varie band e molti schizzi di volti a carboncino.
Noto anche un basso elettrico di una delle marche più famose e costose che spicca tra tutti i vestiti e i libri che occupano la stanza.Mi soffermo a guardare uno dei poster sul muro, raffigura gli occhi di 4 ragazzi -Mmmh...mi sembrano familiari...- penso, il nome della band è "The Beatles", azzardo un leggero sorriso -Gli scarafaggi! Buffo nome-
"Tutto a posto?" Mi chiede Pepper "Sì, sì, stavo solo osservando uno dei tuoi poster..." "Su vieni, preparo un caffè" "Arrivo" mentre mi avvicino a lei penso -Mi sa proprio di aver trovato qualcuno con cui andrò d'accordo- e sorriso compiaciuta.
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Broken heart
Fanfiction{ℙ𝕚𝕫𝕫𝕚𝕔𝕒𝕚 𝕚𝕝 𝕕𝕠𝕝𝕔𝕖 𝕞𝕖𝕥𝕒𝕝𝕝𝕠 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕖 𝕔𝕠𝕣𝕕𝕖 𝕕𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕞𝕚𝕒 𝕔𝕙𝕚𝕥𝕒𝕣𝕣𝕒... 𝕝𝕦𝕚 𝕖𝕣𝕒 𝕝𝕚' 𝕔𝕠𝕟 𝕞𝕖... 𝕞𝕒 𝕚𝕝 𝕤𝕦𝕠 𝕤𝕘𝕦𝕒𝕣𝕕𝕠 𝕖𝕣𝕒 𝕡𝕖𝕣𝕤𝕠 𝕔𝕙𝕚𝕤𝕤𝕒 𝕕𝕠𝕧𝕖, 𝕔𝕙𝕚𝕤𝕤𝕒 𝕔𝕠𝕟 𝕔𝕙𝕚...}