Cap. 4

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"Welcome to the heartbroken club"

Stefano's pov

Non riesco più a sopportare la presenza di Christian. Gli occhi iniziano a pizzicare e, prima che inizi a tremarmi la voce e inizino a scendermi dei goccioloni dalla faccia mi dileguo.

Mi chiudo in bagno prima di iniziare a singhiozzare. Mi chiudo in bagno prima di diventare imbarazzante. Prima che qualcun'altro si accorga che sto piangendo. Prima che qualcuno venga a chiedermi perché sto piangendo.

È patetico ma non riesco a smettere.

Volevo chiarire con lui e mettere le cose in nero su bianco. Forse, gli avrei persino dato una seconda possibilità, se solo fosse stato interessato.

Ah, ma che dico. Sarebbe stato solo patetico. Assolutamente non una cosa da Christian. Christian è troppo orgoglioso per fare una cosa del genere.

In passato l'ho odiato e forse lo odio ancora per questo. Così arrogante, così sfacciato...

Eppure non è mai riuscito a dire a nessuno della nostra relazione. Non ha mai voluto che si sapesse nulla.

Come se avesse commesso un omicidio. Come se io fossi l'omicidio.

Forse però dovrei starmene zitto dato che l'unica persona alla quale ho detto che mi piacevano i ragazzi è stata Cassandra. Lei è stata gentile. Ha mantenuto il segreto. È un'ottima migliore amica.

È brutto dover parlare della propria identità come un segreto. È brutto essere spaventati di dire che si è attratti da persone del proprio sesso.

È brutto, però non ho ancora trovato il coraggio di dire ai miei genitori o ai miei amici chi sono perché ho paura delle loro possibili reazioni.

Nessuno di loro si è mai mostrato apertamente omofobo però le battutine le ho sentite e mi hanno fatto male. Non erano indirizzate a me direttamente però so che potrei esserci io lì. So che potrei essere io il soggetto delle battutine.

Faccio un paio di respiri. Mi sembra di stare meglio. Esco dal cesso in cui mi ero chiuso dentro.

Che caduta di stile Stèf. Hai toccato il fondo. Di nuovo.

Mi risciacquo la faccia e mi prendo qualche altro minuto. Il bagno del museo mi piace. C'è odore di limone e il pavimento non è appiccicaticcio come praticamente ogni bagno pubblico di questo mondo.

Decido di uscire dai bagni e tornare ad essere il normale Stefano che gira per un museo cercando gli amici che ha perso di vista.

"Ehi Stef, dove ti eri cacciato?"

Mi giro. Vedo Lucia.

"Ah, solo in giro per la mostra. E tu che ci fai qui senza tua sorella?" mi accorgo di quello che sto dicendo e mi sento stupido. Lei e Matilde sono due persone separate. Non devono per forza girare a braccetto sempre insieme.

"Ah, Matilde è troppo impegnata a messaggiare col suo nuovo ragazzo"
"Ha il ragazzo e non ci ha detto nulla?"
"Non è proprio il suo ragazzo. Non è ufficiale. Però si comporta come se lo fosse"

Decido di non fare altre domande sull'argomento. Lucia non mi sembra molto dell'umore e penso che entrambi abbiamo bisogno di distrarci.

"Tu l'hai già visto il planetario?" Chiedo.
"Sì. Però ci voglio ritornare"
"Perfetto"

Camminiamo fianco a fianco senza dire una parola. È strano, soprattutto per Lucia non dire nulla e starsene muta. Lei non è una persona molto taciturna però non so cosa dirle per tirarla su. Non sono molto bravo in questo genere di cose.

Però questo non è un comportamento da Lucia. Ho paura che stia nascondendo qualcosa.

Lo specchio blu (Titolo Non Predefinito)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora