Cap. 2

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"Avrei quasi tirato una padella in testa a mio fratello"

Sonja's pov

Sto quasi per perdere le speranze con Jacky quando finalmente lui decide di entrare nel parco.

Sto per esultare, quando mio fratello prende il cellulare e io sento la tasca con il cellulare di Christian vibrare.

Non avevo previsto che si mettesse a telefonare. Non è da lui. Fortuna che il mio cellulare è morto davvero e che ho avuto la brillante idea di chiedere a mio fratello di prestarmi il suo.

Fortuna che adesso mio fratello sembra essersi arreso con le telefonate. Ha una pessima faccia; spero solo che non spaventi Cassandra.

Non ho nemmeno il tempo di pensare alla prossima mossa che riesco ad intravedere Cassandra e a quanto pare non sono l'unica a averla notata.

Tutto sta andando secondo i piani, o almeno sembra stia andando così, ma non devo cantare vittoria troppo presto; è adesso che si entra nel vivo. Solo adesso potrò sapere se il mio piano funziona.

Intanto li vedo avvicinarsi l'uno all'altra. È un buon segno, almeno si sono visti e Cassandra non ha preso paura.

Poi parlano. Mi sorprendo; non pensavo mio fratello ci mettesse così poco tempo per fare il primo passo, però sono troppo lontana per capire quello che si stanno dicendo. Cavolo. Devo pensare in fretta; analizzare il posto ed elaborare un piano.

Tutti i film di spionaggio che ho visto dovrebbero aiutarmi... il posto dove dovrei avere la miglior visuale e acustica sono dei cespugli davanti a loro. Il problema però è arrivare fino là senza farmi vedere o sentire.

Probabilmente non faranno nemmeno caso alle persone che girano per il parco assorti come sono a parlare, però non mi va di rischiare passandogli troppo vicino. Amo rischiare ma non così tanto. Essere scoperta ora che il mio piano sta dando i suoi frutti, e mandare all'aria tutto il mio lavoro per una stupida negligenza, è l'ultima cosa che voglio.

Per fare un lavoro pulito mi toccherà fare il giro largo. Una precauzione che sono felice di prendere.

Inizio a correre, voglio perdermi meno parole possibili. Ogni discorso che fanno potrebbero essere i miei dieci euro.

"Scusi, potrebbe aiutarmi a cercare i miei occhiali?"

Un imprevisto. Non ci voleva.

"Mi dispiace ma vado un po' di fretta e..."
"Bah, voi giovani d'oggi. Sempre di fretta. Ai miei tempi si trovava sempre il tempo di aiutare un povero vecchio in difficoltà"

Vorrei rispondergli male e fargli notare che tutta la società, da sempre, ragiona in questo modo ma non ho tempo di mettermi a discutere con quest'anziano.

"Dove si trovava l'ultima volta che ha usato gli occhiali"
"Ero seduto su quella panchina. Però lì ho già controllato. Qualche monellaccio deve avermeli presi e nascosti qui da qualche parte"
"Ma... perché dice questo?"
"Mi è già capitato di trovarli fra i cespugli"

Forse ho capito che è successo. Spesso le persone anziane si addormentano sulle panchine. Verosimilmente quest'uomo si sarà tolto gli occhiali e, magari con una folata di vento o con un movimento maldestro del braccio gli occhiali sono finiti tra i cespugli.

"Ecco a lei signore" dico sfrecciando via. Ho perso abbastanza tempo e gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo.

Finalmente arrivo al cespuglio però non sento nulla di quello che stanno dicendo.

Decido di entrare nel cespuglio. Ricordo che questo era uno dei nascondigli migliori del parco. Ho vinto così molte partite di nascondino. Peccato che poi mio cugino Ettore lo abbia scoperto e lo abbia praticamente fatto conoscere a tutti.


"Allora... è una cosa ufficiale?" Sento dire da mio fratello
"Beh, suppongo di sì"

Sono arrivata al momento giusto.

"Quindi... lo diciamo pure agli altri o ci conviene aspettare?"

Cosa?! Non devono aspettare. Assolutamente. Massimo deve sapere che io avevo ragione.

Mi alzo in piedi ricordando solo in quel momento che in teoria stavo facendo un appostamento ma, prima che qualcuno abbia qualcosa da ridire sposto l'attenzione su altro.

"Cosa dovreste dire agli altri?"
"Stiamo insieme"
Beh, lo sapevo. È ora di spostare l'attenzione su altro.

"Ok, volete una granita?"
"Ma hai sentito cosa ti ha appena detto?"
Cacchio. Penso ad una risposta flash che possa farmi uscire da questa situazione il prima possibile.

"Sì, comunque era palese; c'era da aspettarselo. Stavamo solo aspettando che ve ne rendeste conto e... oh caspio! Devo dire a tutti che il momento è arrivato! Max mi deve dieci euro!"
"Aspetta, cosa?!"
"Sì, ho scommesso dieci euro che vi sareste messi insieme prima della fine dell'estate e ho vinto!"
"Era così evidente?"
"Sì, il primo giorno che vi ho visti ho iniziato ad organizzare il matrimonio"

E, prima che mi dicano altro me la svigno e aggiorno Massimo.

Lo specchio blu (Titolo Non Predefinito)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora