Parte 1 Katie

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Quando erano arrivati davanti la stanza di Fury, convocati da quest'ultimo, Bucky l'aveva notata subito, seduta in una della poltrone antistanti la porta.

La figlia del Generale Thaddeus Ross, l'attuale Segretario di Stato: Katherine.

Ricordava, perfettamente, il giorno in cui l'aveva conosciuta, o meglio, aveva assistito ad una spiacevole scenata, fra lei e suo fratello, da una parte, e suo padre, dall'altra.

In seguito, aveva saputo che il giovane uomo era morto, in Afghanistan, in circostanze tragiche.

L'aveva bene a mente; era una ragazza bellissima, e lo aveva molto colpito. Alta, slanciata e formosa al tempo stesso, i capelli castani scuri, lunghi fino quasi ai fianchi, leggermente ondulati, gli occhi marroni, grandi ed intensi, un viso splendido, lineamenti perfetti, la bocca carnosa e sensuale. Della sua stessa età, più o meno...Ora era leggermente più dimessa, pallida e triste. Jeans e maglioncino. Gli cadde l'occhio sui suoi polsi, entrambi fasciati, nel momento in cui le si accomodò, di fronte, Rogers al proprio fianco.

Dall'interno dell'ufficio del Direttore, la voce del Generale che gridava; gridava sempre, per la verità. 'Che problema hai? Si tratta di un piccolo favore e solo per qualche settimana, siamo amici da una vita e non puoi negarmelo. Che storie mi fai!'.

'Tua figlia è uno dei migliori elementi dell'Agenzia; tuttavia, non puoi piazzarla qui, fra gli Avengers, perché non sai come gestirla' ribatté il nero.

'E' un ordine preciso!' strillò.

'Ha tentato il suicidio, ha bisogno di una terapia adeguata'.

Barnes e il Capitano la squadrarono, lo sguardo ai polsi; lei fece finta di nulla, imbarazzata.

'La migliore terapia è lavorare ed impegnarsi, non oziare e prendere medicine; che si alleni, poi vedremo. Soprattutto, mi interessa che sia controllata da uno dei tuoi scagnozzi' tentò di convincerlo.

'Come?'.

'Da uno dei colleghi, giorno e notte, affinché non combini le sue solite stronzate!'.

'Devo chiedere a Romanoff o Maximoff, sai, non sono baby sitter'.

Katherine scosse il capo, guardando le due, sedute nelle poltrone di destra, stranita. Natasha, la sovietica, era bassina, proporzionata, rossa di capelli, occhi verdi; Wanda, più giovane, bionda, slavata, con occhi chiari acquosi, in apparenza dolce nei modi. Che razza di figura. Sua Maestà l'aveva trascinata lì, alla base, quasi per i capelli, preoccupato e sconvolto per la sua depressione, dopo averla tirata fuori da quella maledetta vasca, le vene tagliate con la lametta. Ora, grazie a lui, gli Avengers assistevano all'esibizione del secolo. Uno scempio totale.

'E' preferibile un maschio, dammi retta' Ross consigliò.

'Con un collega uomo, è meglio di no' il Capo era interdetto.

'Non le piacciono i maschi; è strana, particolare. Chiaro il concetto?' commentò, ironico.

Bucky rifletté che era impossibile fosse omosessuale; era proprio una femmina, a tutti gli effetti, e si percepiva, chiaramente, a pelle. Suo padre, invece, era un vero idiota; questo già lo sapeva, poiché aveva avuto il dispiacere di interfacciarcisi, in occasione della guerra civile fra le fazioni di Vendicatori, che facevano capo a Steve e a Tony,

Cavolo, lesbica no! Stava esagerando! A quella frase surreale, la Ross si alzò, in fretta, dalla poltroncina, per muoversi verso la porta, che, tuttavia, si aprì.

Il Generale le mandò un'occhiataccia, lei girò il viso dalla parte opposta 'Allora, Nick, siamo d'accordo; la lascio in ottime mani, ovvero nelle tue!' si fermò, solo un attimo, sperando che lo salutasse.

Cicatrici d'amore - Bucky e Katie#AvengersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora