1) DARK SOULS

548 27 13
                                    

"Al diavolo!"

Con quell'imprecazione, Ciel sbatté con violenza la porta di casa, un'immensa magione che si distingueva tra le altre abitazioni di Londra, così incredibilmente monotone.
Cacciando la mano dentro la tasca degli stretti pantaloni di pelle, sfilò l'ultima sigaretta rimastogli dal pacchetto, portandosela tra le labbra e accendendola poi con l'accendino.
Un lungo e intenso respiro che portò ogni singola fibra del suo corpo a rilassarsi.

Alzò lo sguardo, frustrato. L'ennesima litigata con i propri genitori, nata per una sciocchezza e scaturita poi in qualcosa di più aggressivo.
Lui odiava quella famiglia, molte volte aveva l'impressione di essere stato adottato. Vincent e Rachel Phantomhive volevano fare del figlio una persona rispettabile, una persona che una volta cresciuta sarebbe stata conosciuta e famosa, degna del nome che portava.

Ma Ciel aveva ben altri programmi in mente. Era ribelle, se ne rendeva conto, era come se fosse automaticamente portato a fare il contrario di ciò che gli altri gli dicevano.
Eppure era convinto di non essere lui il colpevole, la colpa era degli altri.

"Tsk - fece socchiudendo gli occhi e scendendo i gradini - un giro mi rinfrescherà le idee"
Dentro se provava l'irrefrenabile voglia di scappare, e più il tempo passava e più si convinceva che quella sera non sarebbe tornato a casa.

Il sole era di color arancio alle sue spalle, e il buio stava iniziando a calare. Camminava con le mani, i cui polsi erano adornati da bracciali di borchie, infilati nelle strette tasche.
Neanche quell'abbigliamento era mai piaciuto ai suoi pretenziosi genitori, a loro non andava bene nulla, dovevano metterselo in testa, lui non sarebbe mai stato il figlio che volevano.

Per un qualunque sedicenne del suo calibro sarebbe stato impensabile lasciare il proprio tranquillo quartiere per immergersi nella cruda realtà della vita delle strade londinesi. Infatti, Ciel non aveva idea di come si vivesse per strada, lui era ricco, era vissuto negli agi... in quella realtà che gli stava stretta.
Si fermò ad un tratto. Alla sua destra vi era uno stretto vicolo buio, covo perfetto di drogati e malintenzionati.

Sapeva che se fosse rimasto lì in giro avrebbe avuto non poche grane, e di tornare a casa non se ne parlava neanche, quindi avrebbe dovuto trovare un posto comodo, per quanto è possibile.

"Eh beh - sospirò - se non ho altra scelta"
Un pò riluttante, iniziò a camminare lentamente, guardandosi intorno, per quel poco che riusciva a vedere. Vi era un odore nauseante, ed ogni tanto qualche ratto guizzava veloce, facendogli prendere un colpo.

Lì, da qualche parte, avrebbe potuto trovare almeno un angolino per dormire in santa pace.
Come mi sono ridotto, venire in un posto del genere per sfuggire a quei rompipalle dei miei, fu quello che pensò.
Scorse ad un tratto un angolo vuoto tra un cassonetto dell'immondizia e un cumulo di terra alto quasi quanto lui.

Afferrò l'ennesima sigaretta, mettendosela tra le labbra, sapendo che quella sarebbe stata l'unica cosa che lo avrebbe riscaldato: indossava un'aderente maglietta trasparente, qualcosa che gli dava un'aria provocante e che sicuramente lo avrebbe reso appetibile agli occhi di qualche malfattore.

Scacciando questi pensieri dalla testa, si indirizzò verso il punto adocchiato poco prima, raggomitolandosi.
Non avrebbe chiuso occhio tutto la notte, ne era certo. Si strinse il busto con le braccia, poggiando la testa al duro muro.
Non avrebbe potuto continuare a vivere così, non era mai stato via di casa per più di qualche ora.
Se non poteva tornare a casa, quale altra poteva essere l'alternativa?

"Cosa ci fa un ragazzino come te in un postaccio come questo?"

Ciel fu immediatamente catturato da quella voce calda, soave e sensuale.
Occhi rossi e magnetici che lo catturarono al'istante, occhi che spiccavano nella pelle di porcellana e che andavano a completare un perfetto abbinamento con i corvini ciuffi.

Kuroshitsuji black butler/ Il demone e il covo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora