Capitolo 14

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Pov's Chuck
La sfilata è quasi finita e io e Blair stiamo sorseggiando un buon Martini e stiamo chiacchierando da più di 30 minuti. Parlare con lei mi rilassa,mi fa sentire libero, mi svuota. Le ho raccontato ciò che è successo con mio padre e di come la paura ormai stia invadendo ogni più piccola parte del mio cervello. Mio padre è l'unica cosa che mi abbia mai fatto paura. Non so perché, non mi ha mai picchiato, a dire il vero non mi ha mai neanche sfiorato con un dito, ma qualcosa di lui mi fa ribrezzo. Sarà quel suo sguardo crudele e da assassino, che sembra non avere pietà per nessuno, neanche per il sangue del suo stesso sangue. Forse ora capisco perché mia madre è andata via. No,mia madre non ha scusanti. Se mi avesse davvero amato,mi avrebbe portato via dalle grinfie di un uomo tanto crudele, mi avrebbe portato in un mondo pieno di pace e serenità e oggi non starei qui a piangermi addosso.
-Mi dispiace tanto,spero si risolva tutto- la voce di Blair mi risveglia dal sonno profondo in cui ero sprofondato.
-Non preoccuparti, ci sono abituato ormai- rispondo io con voce rassicurante. Lei mi mostra un sorriso a 32 denti e non posso fare a meno di pensare quanto sia splendido il suo viso quando quel sorriso le incurva le labbra. Ma perché Blair mi fa questo effetto?
-O mio Dio!- esclama lei preoccupata,guardando il suo cellulare
-Che succede?- domando io confuso
-Guarda che ore sono!- Mi mostra il telefono e noto che è l'1:30. -Devo tornare immediatamente a casa Chuck. Dammi un attimo che chiamo mia madre- dice allontanandosi con il cellulare all'orecchio.
Dopo 1 minuto e mezzo torna,palesemente infastidita. -Uffa! Mia madre non mi risponde,probabilmente sarà già tra le braccia di Morfeo. E adesso che faccio? Oddio dovrò farmi riaccompagnare a casa da quel misero di un Humphrey...- inizia a blaterare.
-Rilassati! Ti accompagno io- -Davvero?- mi dice con occhi sognanti -Non lascerei mai una donzella in difficoltà- -Lo faresti- -Lo farei- affermo io strizzando l'occhiolino. Lei mi guarda divertita. -Andiamo?- le chiedo io e con un cenno della testa annuisce. Dopodiché giro i tacchi e mi dirigo verso l'uscita con lei alle calcagna.

Il viaggio è abbastanza silenzioso. Nessuno di noi due parla e l'atmosfera si fa tesa. Questo però mi da modo di pensare a quello che sto facendo. Ma poi,davvero,che sto facendo? Chi sono diventato? Da quando mi interessa quando una donna è in difficoltà? Per giorni sono stato perseguitato da domande sul come e perché io stia cambiando, ma non ho mai trovato una risposta ben precisa. Le donne,l'alcol, le droghe, non mi soddisfano più. La mia vita sta cambiando, io sto cambiando, tanto che oggi ho anche fatto volontariato. Chi lo avrebbe mai pensato? Domande su domande mi hanno perseguitato per tutto questo tempo, ma adesso ho la risposta alla domanda sul mio improvviso cambiamento e il suo nome è Blair Waldorf. Non so perché mi faccia questo effetto,so solo che mi fa impazzire. Ho cercato di negarlo, ma non ci sono riuscito. Lei mi piace e ora lo so. La domanda adesso è: mi piace il suo corpo, o mi piace in modo più profondo? -Siamo arrivati- la voce dell'autista mi riporta indietro. Blair sta uscendo dalla macchina. -Aspetta- dico istintivamente. Ma che cosa mi sta passando per la testa? -Ti-ti accompagno- continuo io. -D'accordo- mi sorride compiaciuta. Poi entriamo nel grandissimo grattacielo lussuoso in cui vive e prendiamo l'ascensore. Una volta entrati in casa cala una tensione che rende il clima polare. Il silenzio regna sovrano. Almeno finché Blair non lo rompe. -A-Allora io vado- dice avvicinandosi a me. -Certo,buonanotte- dico io cercando di sembrare calmo,ma in effetti non lo sono. Non so cosa mi stia prendendo. -Buonanotte allora- dice lei avvicinandosi ancora di più. Ora i nostri respiri si toccano. -Buonanotte- rispondo io cercando di non far notare l'ansia che mi sta pervadendo. Ma come mai sono così teso?Lei è ancora di fronte a me. È così perfetta,in tutto. Tutto d'un tratto capisco perché mi sento così. Mi sento avvampare,come se un fuoco stesse prendendo largo dentro di me. Ah,al diavolo le regole. Al diavolo l'amicizia,al diavolo tutto. Il suo profumo di pesca mi inebria e mi rende cieco. Senza pensarci,senza preavviso,improvvisamente,le cingo la vita e inizio a baciarla con foga. Noto che lei me lo lascia fare perciò io continuo spingendola al muro e le si aggrappa a me con le gambe. Saliamo le scale in questa posizione fino ad arrivare in camera sua. Chiudo la porta spingendola col piede e sbatto Blair al muro. Inizio a baciarle il collo con passione e sento i suoi gemiti di piacere che mi fanno impazzire. Poi,il più delicatamente possibile la spingo sul suo letto e mi metto sopra di lei. Mi stacco un attimo da lei solo per osservarla. -Noi non saremo mai amici- le sussurro io. Lei sorride. -Hai ragione- risponde e poi riprende a baciarmi. Le mie dita arrivano alla lampo del suo vestito mentre lei mi sfila la camicia e la spoglio facendola rimanere solamente in biancheria. Le sue dita scivolano poi verso i miei pantaloni che sfila delicatamente. -Fammi tua- mi dice,stavolta con la voce più alta per farsi sentire più chiaramente. Io annuisco e le infilo una mano nelle mutande mentre con l'altra le sfilo il reggiseno,e inizio a giocare con il suo clitoride. Dopo un po' viene e questa cosa mi fa impazzire. Poi prende lei il comando della situazione e si poggia sopra di me. Inizia a baciarmi il petto e mi sfila i boxer. Dopo un po' vengo anche io. Dopodiché lei si mette sulla mia erezione e so cosa vuole fare. Ma purtroppo un colpo di genio mi illumina la mente. -Non abbiamo il preservativo- spiego a lei che ora mi sta guardando con aria imbronciata.-Uffa- dice scendendo da me e girandosi dall'altro lato. Io copro entrambi con il piumone e le metto un braccio attorno alla vita mentre con l'altra mano le accarezzò il fianco. -Non fare così dai,sarà per la prossima volta.- dico malizioso. Sento la sua risatina e sorrido anch'io. Poco dopo ci addormentiamo entrambi.

Un flebile raggio di luce mi fa arricciare il naso e aprire istintivamente gli occhi. Ci metto un po' a realizzare dove sono:la camera di Blair. Giro lo sguardo verso di lei che sta ancora dormendo beatamente. Un piccolissimo sorriso le attraversa le labbra. È splendida. Allungo il braccio verso la mia giacca a terra e afferrò il cellulare. Sono le 11:13. Cazzo quanto è tardi,ma vabbè è sabato. Cercando di non svegliare Blair mi alzo agilmente dal letto e mi infilo i boxer e i pantaloni,rimanendo a petto nudo. Poi mi risiedo sul letto e la osservo dormire. Chissà cosa sta sognando. Non mi sono mai sentito così bene in vita mia. Lei,lei mi ha fatto sentire bene. Lei ha qualcosa,qualcosa di diverso,di speciale. Qualcosa che non riesco a spiegarmi,ma che mi fa dare di matto. Lo scricchiolio della maniglia della porta del bagno mi fa sobbalzare. -Blair dobbiamo...- Serena entra parlando tranquillamente,ma alla sola mia vista si ferma e rimane imperterrita a fissarmi. La situazione è davvero imbarazzante. -Ma-tu che diavolo ci fai qui?- -Emh non vorrei sembrare sfacciato ma...non è abbastanza ovvio?- dico cercando di allentare la tensione. Probabilmente non ci sono riuscito perché lei sembra più arrabbiata che mai. -Va via- mi ordina. Io obbedisco e mi rinfilo la camicia e la giacca, poi con un cenno della mano la saluto ed esco dalla stanza mentre chiamo il mio autista per farmi venire a prendere.

Finalmente dopo mezz'ora di viaggio tra traffico e cagate varie sono arrivato all'hotel dove abito,anzi dove io e mio padre abitiamo. Ma dato che lui non c'è quasi mai,posso dire che ci abito da solo. Prima di entrare decido di inviare un messaggio a Blair per spiegarle la mia assenza:
Se non mi vedi quando ti svegli sono dovuto andare via. ps:Serena è su tutte le furie,buona fortuna.
Dopo aver digitato il messaggio ripongo il cellulare nella giacca ed entro dal grande portone nella reseption,dopodiché mi porto verso l'ascensore. Mentre quest'ultimo sale mi torna in mente che questa è forse la prima volta in cui ho fatto sesso senza essere completamente ubriaco o fatto. Blair mi sta davvero cambiando. Ho provato a negarlo,a scappare,a trovare delle scuse,ma non so perché,tutto mi riporta da lei. Il bip dell'ascensore mi riporta alla realtà facendomi capire che sono arrivato nella mia suite. Entro con disinvoltura fin quando una voce rauca e minacciosa non mi entra nei timpani:
-Già a casa?-dice mio padre in modo palesemente ironico. Mi sono completamente scordato che non è più in Svizzera. Per di più è anche incazzato con me per via della rissa. Fantastico. -Papà...- -Non voglio sapere cosa tu abbia fatto. Dobbiamo parlare.- taglia corto lui. Adesso ha un'espressione seria in viso. Si dirige verso il tavolo e versa del bourbon in due bicchieri di vetro e me ne porge uno. -Che succede?- chiedo io preoccupato.
-Ho deciso che non avrai in eredità le Bass Industries.- dice lui secco. Mi si crea un nodo in gola. Ho le braccia e le gambe paralizzate e le parole non mi escono dalla bocca. Come può farmi questo? Le Bass Industries tutto il mio futuro. -P-Perché?- azzardo io. Tentar non nuoce. La sua espressione si tramuta da seria a impassibile e perciò non riesco a capire cos'hai intenzione di fare. -È ovvio che non sei portato per questo lavoro. Quando hai un'azienda da gestire non puoi preoccuparti di nient'altro all'infuori di essa. E donne,alcol e droghe sono sicuramente all'infuori delle Bass Industries. Non sei preparato- ascolto con attenzione e ahimè,tutto ciò che sta dicendo è vero. -Ti dimostrerò che sono pronto- rispondo io in tono rassicurante. -Ah lo spero bene. Per questo ho deciso di prenderti in azienda come apprendista. Continuerai ad andare al college e lavorerai come segretario nelle Bass industries. Ti occuperai di conti e cose del genere. Se svolgerai bene il tuo lavoro, allora scriverò il testamento e il 90% dell'azienda andrà a te. In caso contrario sai già cosa succederà. È ora di diventare un uomo Chuck- lo ascolto e un flebile sorriso compare sul mio viso. Ci riuscirò,continuo a dire a me stesso. -Non ti deluderò papà- -Spero che non lo farai.- risponde lui in tono deciso. Io sorrido in segno di resa. -Ovviamente ci sono delle condizioni che devi accettare- la mia espressione di felicità adesso si tramuta in stupore. -Cosa intendi dire?- -Niente alcol,niente droghe, ma soprattutto NIENTE DONNE. Sono solo una distrazione. Non importa se sono prostitute di passaggio o fidanzate,non ce ne dovrà essere nemmeno una intorno a te. Ci siamo capiti?-
Trasalgo. Le parole di mio padre significano solo una cosa:non posso più vedere Blair. Non potrò toccarla,baciarla,farla mia. Proprio quando le cose iniziavano ad andare per il verso giusto ecco che mi crolla tutto addosso. Per un attimo considero seriamente di rifiutare la proposta di mio padre. Ma poi,ripensandoci perché dovrei? Per una ragazzina conosciuta 2 settimane e per la quale per puro caso mi sono preso una cotta? Passerà,continuo a ripetermi. Non posso distruggere il mio futuro per lei. Passerà. Almeno spero. -D'accordo- rispondo cercando di sembrare convinto.
-Bene allora. Inizierai lunedì pomeriggio dopo il college alle 16:00. Vieni nel mio ufficio e sii puntuale. Mi raccomando- dice e dopodiché si incammina verso l'ascensore. -Dove vai?- -Ho delle faccende da sbrigare. Ciao Chuck- risponde e poi va via lasciandomi qui a riflettere su ciò che ho appena fatto.

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