Capitolo 22

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Pov's Chuck
Sono passati ormai tre giorni dall'inizio della mia relazione con Blair e le cose stanno andando a gonfie vele. A mio padre non ho ancora detto nulla e probabilmente non lo farò per parecchio tempo. Si ecco, dovrò dirglielo prima o poi, ma preferisco non farlo ora. Solo l'idea di vedere la mia vita frantumarsi in pezzi mi rende un tantino irrequieto, perciò, per il momento, mio padre non dovrà sapere della mia relazione. Soprattutto se quest'ultima diventerà seria. E io spero vivamente che lo sarà, perché è qualcosa di troppo grande per lasciarmelo scappare. Ormai ne ho bisogno.
Perché non posso più smettere di negarlo. Oramai lo so. Io la amo. E ho intenzione di dirglielo al più presto.
Proprio per questo motivo, stasera dovrà essere tutto perfetto. Infatti ho deciso che porterò Blair nel locale più lussuoso dell'Upper East Side. È un posto davvero incantevole,direi quasi magico. Ho già pianificato tutto. Ceneremo a lume di candela su una grande terrazza che da sull'illuminato paesaggio di Manhattan e dopodiché la porterò a fare un giro in barca al lago,dove le rivelerò i miei veri sentimenti. Sarà come in una favola, perché è questo ciò che merita. Dopo tutto quello che ha passato, lei merita di sentirsi di nuovo come una principessa e io farò di tutto pur di essere il suo principe. Pur di renderla felice.

Mi trovo davanti allo specchio del mio bagno e mi sto sistemando la cravatta. Non la mettevo da molto tempo. In realtà odio le cravatte, le metto solo in occasioni speciali. Ma questa è davvero un'occasione speciale, allora perché no?
Prendo un po' di gel dal contenitore apposito e me lo passo tra i capelli che sembrano aver preso una direzione tutta loro. Con un po' di fatica riesco finalmente ad aggiustarli e torno a guardare la mia immagine nello specchio. Poi mi spruzzo un po' di profumo sul collo e decido che finalmente sono pronto.
Quando torno in camera mi dirigo verso il comodino dove giace il mio cellulare e lo accendo con un veloce gesto della mano. Guardo l'orario: sono le 19:46. Siccome ho detto a Blair che sarei passato a prenderla alle 20:00, non perdo tempo e digito subito il numero di Arthur, il quale risponde al primo squillo. -Vieni e sbrigati per piacere- gli ordini senza neanche salutarlo. Lui blatera una "va bene capo" e poi chiude la chiamata. Nel giro di 5 minuti il suono di un clacson a ripetizione mi avvisa che il mio autista è arrivato. Scendo con l'ascensore e una volta messo piede fuori dall'Empire corro verso la limousine, consapevole di essere in ritardo. Quando finalmente raggiungo Arthur nell'auto borbotto un semplice -Sbrighiamoci- e subito questo parte in quarta verso casa Waldorf.

Quando intravedo la minuta figura di Blair uscire dal palazzo, mi sbrigo ad uscire dall'auto e le apro lo sportello, facendole segno con la mano di accomodarsi in macchina. Lei sussurra un -Ma che gentiluomo- e poi sorride. Io ricambio il sorriso e non posso fare a meno di pensare a quanto a quanto sia bella stasera. -Sei bellissima- dico rivolgendole uno sguardo dolce e riservato. -Grazie- risponde lei compiaciuta. Poi entra in auto seguita da me.
Con il suo solito fare delicato appoggia la testa sulla mia spalla e domanda -Dove mi porti?-
-Lo scoprirai presto- rispondo sorridente. Dopodiché entrambi chiudiamo gli occhi e ci lasciamo trasportare dalla magia del momento.

-Ma questo è...- -Le Bernardin- confermo io. Blair è rimasta a bocca aperta a fissare il luogo in cui l'ho portata. -Vogliamo entrare?- indico con il braccio il portone di ingresso . -Si scusa è che...è tutto stupendo- si gira e mi guarda sorridendo. Poi mi stampa un bacio sulle labbra e stringendomi la mano si dirige verso la grande porta in marmo. Inizialmente resto un po' spaesato dalle sue gesta,ma poi mi calmo e lascio che quest'atmosfera mi arrivi dentro.
-Buonasera- la voce impostata di un cameriere di mezza età mi riporta tra i vivi. -Come posso aiutarvi?- -Chuck Bass. Abbiamo un tavolo prenotato con questo nome- rispondo prontamente. -Oh bene,seguitemi- ordina l'uomo dirigendosi verso una scala a chiocciola. Io e Blair lo seguiamo fino a una grande terrazza che da su tutta New York. -È magnifico- esclama Blair sognante. Avevo sentito parlare bene di questo luogo,ma non avrei mai immaginato che potesse essere tanto magico. -Prego,accomodatevi- mormora il cameriere indicando un tavolo per due con al centro una candela che illumina e contorna l'atmosfera che sembra già quella di un sogno. -La ringrazio- dico e il cameriere fila via.
Io mi dirigo verso una delle due sedie e la allontano un po' dal tavolo per far sedere Blair. Dopodiché mi porto verso il mio lato del tavolo.
-Se avessi saputo che mi avresti portato qui avrei indossato qualcosa di più elegante- afferma Blair sorridente. Indossa un vestito bianco e nero e ha i capelli raccolti in un elegante chignon. Io trovo che sia perfetta.
-Sei perfetta- le sussurro ricambiando il sorriso. I nostri sguardi si incastrano per un paio di secondi, ma dopo un po' non ce la faccio più a reggere la situazione perciò scoppio in una risata fragorosa. Noto con sollievo che anche Blair si unisce a me. Ridiamo in sintonia, come se fossimo un'anima sola divisa in due corpi. Perché è questo che siamo,noi due ci completiamo.
-Allora, cosa mi racconti di bello?- cerco di fare conversazione, perché si sta creando un leggero disagio. - Bhè...nulla di interessante. Dal rapimento non è successo più niente...ma dico niente di niente...il vuoto...- fissa un punto dietro le mie spalle, che da nel completo vuoto. Forse sta rammentando quel che è successo qualche giorno fa. -Ecco ti va...ti va di parlarne?- -Di cosa?- domanda lei palesemente sviando l'argomento. Ma io non mi do per vinto. Ha bisogno di parlarne. Una violenza sessuale,anche se non del tutto attuata,non è roba da poco. Non lo è mai. -Sai a cosa mi riferisco...al...ecco al...- -Al mio quasi stupro- continua lei spedita. Sussulto. Davvero riesce a parlarne con tanta leggerezza? -Comunque Chuck,non devi preoccuparti. Ormai è acqua passata. Sto bene. Ed è soprattutto grazie a te.- accenna un sorriso -parliamo di cose più allegre stasera,ti prego. Ogni volta che proviamo ad avere una conversazione normale,finiamo a parlare di cose tristi- -Si in effetti hai ragione- ridacchio al solo pensiero che io e lei non abbiamo mai avuto una conversazione normale.
Il resto della serata trascorre tra qualche bicchiere di Bourbon,tante risate e tanti sguardi che danzano insieme alla perfezione,come se dovessero guardarsi per essere completi. Come se dovessimo guardarci,per sentirci completi.

-È stata una serata incantevole- afferma Blair poggiando una mano sul maniglione del portone in marmo per aprirlo. -Non è ancora finita- ribatto i convinto,uscendo dal locale con lei alle calcagna. -Cosa?!- chiede lei perplessa
-Vieni, voglio portarti in un posto- dico afferrando la sua mano con delicatezza. Lei si lascia portare da me. Le nostre mani si incastrano perfettamente come se fossero state create l'una per l'altra è il contatto fisico con lei genera in me un brivido. Non ci faccio caso e continuo a camminare a passo di elefante. -Vai più piano!- esclama Blair alle mie spalle e io rallento il passo. -Siamo quasi arrivati-
Adesso ci troviamo su un sentiero in mezzo ad alcuni alberi. -Ma dove diavolo mi stai portando?- Non do retta alla sua domanda,perché noto con piacere che siamo arrivati a destinazione. Di fronte a noi si staglia un lago maestoso, illuminato solo dalla luce delle lucciole che danzano sull'acqua.
Blair fa un giro su se stessa fissando il luogo a bocca aperta. -Mio Dio...Chuck Bass è un romantico...e chi lo avrebbe detto?- dice guardandomi allegra. Io mi avvicino a lei e le cingo la vita. -Adesso lo sai tu,è questo l'importante- rispondo prima di scaraventarmi sulle sue labbra. Il bacio dura poco,perché io decido di staccarmi. -Vieni con me- dico prendendole di nuovo la mano e dirigendomi verso la barca che mi ero fatto preparare. -Un giro in barca?Davvero?Ma quante sorprese hai in serbo per me?- -Più di quante immagini- rispondo con fare malizioso e lei scoppia a ridere. Poi lascio la sua mano e mi chino per spingere la barca dentro l'acqua. Quando finalmente ci riesco giro lo sguardo verso Blair e le porgo la mano. Lei la prende e sale, seguita poi da me. Dopodiché inizio a remare.
-Dove la porto signorina?- domando sicuro.
-Hai visto il titanic?- chiede lei convinta. Ha capito il riferimento. -Non doveva essere quella la risposta- ribatto tra un risolino e l'altro. Anche lei sorride divertita. -Non ci posso credere che hai fatto tutto questo per me...è magnifico, Chuck-
Ecco è arrivato il momento. -Io farei di tutto per te Blair perché...ecco voglio che tu sappia che...che io...- sento il suo sguardo scottarmi sulla pelle,ma non posso darmi per vinto. Non ora che sono così vicino alla mia meta. -Io ti amo!- esclamo tutto d'un fiato. Lei sussulta,palesemente colpita dalla mia affermazione. Poi cala il silenzio. La tensione inizia ad alzarsi e io non riesco a sopportare la sua non-risposta. Non avrebbe dovuto rispondere un "ti amo anch'io?". -Questo sarebbe il momento in cui tu dovresti rispondere,sai?- domando infastidito. Lei si ostina a non rispondere. -Blair, io ti amo cazzo!- stavolta lo dico con un velo di rabbia.
Lei mormora qualcosa, ma non riesco a sentirla. -Come scusa?- chiedo speranzoso.
-O-ok-
Questa è l'unica cosa che è riuscita a dire. Un semplice ok. Come può una parola composta da due lettere fare così male? -Meglio se ti riporto a casa-dico io freddo,prima di virare e tornare a riva.
Durante il resto del viaggio l'aria è di ghiaccio. È ovvio che ormai,la magia è stata spezzata. Io non voglio fargliene una colpa, magari ha solo paura. O magari i suoi sentimenti non sono forti quanti i miei. Ma non poteva uscirsene con una risposta più adeguata?
Una volta arrivati davanti casa di Blairm lei scende dall'auto, ma si sofferma sullo sportello aperto. -Chuck io...mi dispiace- in tutta risposta riesco a borbottare solo un -Non preoccuparti- prima di afferrare la maniglia e richiudere lo sportello.

Poco dopo aver lasciato Blair a casa,finalmente arrivo all'Empire. Adesso vorrei solamente fare una doccia fredda e dormire, per scordarmi di tutto quel che è successo. Ma purtroppo i miei piano vengono sfasciati. Infatti,quando varco la soglia dell'ascensore, la figura imponente di mio padre si staglia davanti a me,rabbiosa.
Tutto quello che mi dice è -Ciao Chuck.-  Io lo fisso spaventato. -Dobbiamo parlare- continua,mostrando il suo cellulare. Lo schermo di quest'ultimo è completamente occupato da un'immagine. Siamo io e Blair che ci teniamo per mano. Sono nella merda.
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Spazio autrice: Hey! Mi ha fatto un po' male scrivere questo capitolo,soprattutto perché da adesso le cose si complicheranno nuovamente. Speravate che le cose andassero bene almeno per un paio di capitoli? E invece no miei cari!Ma in fin dei conti,cos'è una storia senza drama? A proposito, cosa pensate succederà adesso che il padre di Chuck è venuto a sapere della sua relazione?Commentate in tanti!💕

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