4. Il piano di Gesù

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Dopo l'estremo addio ai pochi cari rimasti, Gesù si rimise in cammino verso Roma per iniziare a mettere in gioco il suo piano definitivo.
L'unico problema fu che il suo contenitore, ossia il suo corpo terreno venne compromesso dalle numerose torture pre-crocifissione e specialmente dalla spadata nel fianco che compromise grande parte dei suoi poteri e la stabilità di esso, nonostante il grande potenza che accumulò in paradiso, Gesù fu consapevole che l'imponente energia anziché durare svariate migliaia di anni, prima o poi si sarebbe esaurita in molto meno tempo, rendendolo un giorno un normalissimo mortale.
Decise quindi di limitare l'utilizzo di essi, i miracoli sarebbero stati ancora più rari di quanto già non fossero, quindi da usare in maniera ponderata per evitare inutili sprechi di risorse che avrebbero compromesso il successo della sua missione, ossia: rendere nota e rispettata la religione sua e di suo padre facendo in modo che si diffondesse in tutto il mondo il cristianesimo con dei fidi discepoli, così devoti che se il loro leader gli avesse detto di stuprare un bambino loro l'avrebbero fatto senza se e senza ma (solo che alcuni fedeli lo presero svariate volte alla lettera tramandando poi erroneamente l'impuro atto alle generazioni successive...), poi distruggere l'impero romano ed ottenere la vendetta definitiva su gli ebrei che scelsero di salvare un ladro al posto suo.
Ma prima di andare subito ad Ovest verso Roma, Cristo decise di girare nelle terre vicine per cercare qualcuno di fedele che lo seguisse in questa impresa e renderlo quindi il suo braccio destro.

E così in centinaia di anni successivi al 600 d.c. e con una serie innumerevoli di ricerche fallimentari ed esperimenti paralleli al suo sempre più influente cristianesimo, con le sue doti oratorie creò e diffuse (male) una nuova religione; nell'attuale Arabia Saudita finalmente ove pensò di aver fatto centro con un promettente pupillo (che si dimostrò estremamente superiore a migliaia di uomini che Cristo stesso giudico indegni nel corso dei decenni per affiancarlo nel suo grande piano), Maometto, che sembrò all'altezza di avere in dono una piccola frazione dei suoi poteri per aiutarlo a velocizzare i tempi di esecuzione dell'ambizioso piano, ma purtroppo quel che sembrava essere il suo tanto agognato prescelto, in realtà si fece accecare dall'invidia e dall'egoismo per via della popolarità e il carisma che il suo maestro manifestava quotidianamente (per motivi di longevità dell'opera, questa è una parentesi su Maometto che come altre più avanti, non ho intenzione approfondire troppo se non in codesto capitolo).
Maometto una volta ritrovatosi con una parte del potere donatogli (e mal investito) da Gesù, la prima cosa che fece fu rendersi il profeta della religione sperimentale iniziata da Gesù dietro le quinte, rendendosi quindi l'essere vivente più vicino al fittizio dio monoteista Allah! E se nel progetto cristianesimo era presente un testo sacro quale la Bibbia, anche nella sua neofita religione islamica ci sarebbe stato un libro rappresentativo, ossia il Corano! Dove un po' "alla membro di segugio" (alla cazzo di cane) iniziò a inserire le leggi che gli fecero più comode, portando così avanti il progetto "Islam" avanti nei secoli (anche se con qualche effetto collaterale).
Gesù non prese bene la cosa, sopratutto per la mole di potere utilizzato mal riposto, così aggiunse alla sua lista nera pure Maometto e l'Islam.


Cari patiti di Cristo nostro signore, anche questo capitolo dove abbiamo conosciuto gli obiettivi di Gesù è concluso, nella prossima parte andremo a scoprire come saranno variati i piani del nostro profeta. 
A presto.

Gesù e Hitler: Due nomi un solo uomoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora