04 -- Bourbon e misteriosi incappucciati.

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 ------------Mackenzie's pov --------------------------------------------------------------------

“Cosa ci facciamo qui?” Chiesi quasi urlando, mentre il riccio mi trascinava verso l’entrata di una lussuosa ed antica villa. Non rispose alla mia domanda ma non ci rimasi troppo male. Di certo non mi aspettavo fosse uno con l’attitudine di parlare o gestire le cose relazionandosi agli altri. Fece scattare la vecchia serratura e mi fece entrare nella grande casa, completamente arredata con mobili di stile ottocentesco. Il proprietario doveva essere molto ricco, oppure molto vecchio. Una volta nell’abitazione, il riccio fece scivolare delle lenzuola bianche da un grande divano di velluto e da una poltrona di pelle bordeaux. Mi invitò poco gentilmente a sedermi sul divano, mentre apriva un mobiletto di vetro estraendone una bottiglia di cristallo e due bicchierini più piccoli. Aveva davvero intenzione di bere? Mentre io ero qui come suo ostaggio? Mentre aveva il colletto strappato sicuramente dopo la lotta con Tyler e Jeremy? Mentre Matt era… mi portai la mano sulla bocca, ricordandomi degli ultimi avvenimenti. 

“Dov’è Matt?” Chiesi, avendo seriamente paura di sentirne la risposta. Il ragazzo continuò a fare ciò che stava facendo, come se non mi avesse veramente sentito. Sbuffai e incrociai le braccia al petto. Per quanto mi desse sui nervi, sapevo di non essere esattamente nelle condizioni di dettare le regole. Il riccio compì i suoi movimenti con estrema eleganza e lentezza, venendomi incontro e posando i due bicchierini sul tavolino, riempendoli successivamente con qualche strano alcoolico antico. L’etichetta era sbiadita, perciò non mi veniva facile leggerne il nome. Portò uno dei bicchieri sulle labbra, appoggiando la schiena alla poltrona e guardandomi intensamente. 

“Parla.” Disse, con un tono di voce fermo e composto. Un brivido mi percosse la schiena, forse perché non era quello che pensavo avrebbe detto, o forse perché la sua voce era più roca e profonda di quanto ricordassi. Non che ci fosse tanto da ricordare, comunque. 

“Cosa dovrei dire?” Chiesi, cercando di sembrare sicura. Non era così, avevo un’inesorabile paura che mi saltasse al collo e cercasse di uccidermi. Sapevo che l’aveva progettato, solamente non capivo quando l’avrebbe fatto. Che senso aveva aspettare? Poteva liberarsi di me subito, evitandomi questa paura sfiancante. 

“Dimmi chi sei. E non perdere tempo o iniziare stupidi giochetti, non sono il tipo, credo tu l’abbia capito.” Disse, finendo il suo drink e segnando con l’indice l’altro bicchierino sul tavolino. Forse era il suo modo sinistro di chiedermi se ne volevo. Scossi la testa, mantenendo però lo sguardo duro. “Ovviamente.” Commentò lui al mio rifiuto per l’alcool. Poi alzò le spalle e ingurgitò in un attimo il contenuto di quello che sarebbe dovuto essere il mio bicchiere. Una volta finito di bere i suoi occhi si improntarono duramente sui miei. Così mi ricordai della sua richiesta. Dimmi chi sei. Okay. 

“Uhm. Mi chiamo Mackenzie Forbes. Vivo a New Orleans da sempre, questo perché mia madre ne è il sindaco, mio padre invece, beh, lui lavora nel-”

 “Stop.” Esclamò, scotendo la testa. “Non me ne frega un cazzo del tuo nome, né dei tuoi genitori.” Wow. Beh, buono a sapersi. Non che mi aspettassi volesse davvero fare conversazione, ma… “Voglio sapere il tuo cazzo di segreto, sai?” Farfugliò, dopo l’ennesimo drink. “Perché hai delle guardie del corpo? Perché dovrei temerti e soprattutto perché diamine non riesco a leggere nei tuoi fottuti pensieri?” Chiese, passandosi una mano tra i capelli. Scossi la testa, cercando di non fargli capire quanto fossi confusa dalle sue parole. 

“Mi spiace, ne so meno di te a riguardo.” Commentai, sincera. “Sicuro di non aver sbagliato persona? Insomma, io credo che se fossi la causa di una catastrofe o cose del genere lo saprei, no?” Le parole mi uscirono veloci di bocca, ricordandomi di cosa gli avevo sentito dire da quella finestra del bagno al Grill. Io, secondo lui e delle, uhm, streghe, sarei dovuta essere una grande minaccia. Insomma, sapevo di essere una pianta grane ma non così tanto da voler far esplodere New Orleans o qualsiasi cosa intenda lui con il vocabolo ‘catastrofe’.

“Io non sbaglio mai, stupida ragazzina.” Le parole gli uscirono schifate di bocca, come se odiasse intrattenere questa conversazione. 

“Okay ma-” Prima che potessi dire qualcosa, il riccio si alzò velocemente, troppo velocemente, e mi si posizionò davanti. 

“Lo sai che ti sto concedendo un trattamento di favore, vero?” Sussurrò. “Io di solito non parlo. Meno parole, più sangue. Eppure non posso farti niente finché non mi dici cosa diavolo sei.” Improntò i suoi occhi sui miei. Le pupille gli si dilatarono in modo poco normale. “Dimmi quello che voglio sapere, non escludere niente, e poi dimentica tutto.” Si allontanò da me soddisfatto, guardandomi con le braccia incrociate la petto. 

“Allora?” Chiese, impaziente. Persi la pazienza, perché non voleva credermi? 

“Allora cosa? Non so nulla di quel che vuoi sapere e credimi quando ti dico che vorrei tanto sapere. O dimenticare. Sto cercando di non preoccuparmi per Matt, o di non fare ipotesi su che razza di mostro tu sia, eppure eccomi qua a tremare di paura perché non ho idea di cosa tu voglia da me. O di perché io dovrei essere così importante. Quindi scusami, ma se proprio vuoi uccidermi fallo pure, è comunque meglio che starmene qui a guardarti bere e parlottare, o fare quel gioco con le pupille che, se speravi avrebbe portato a qualcosa fidati, non l’ha fatto.” 

Il riccio aprì la bocca per dire qualcosa, poi la richiuse. Prese la bottiglia di cristallo dal tavolino e bevve un gran sorso di Bourbon. Alla fine riuscii a leggere il nome sull’etichetta. 

“Dannazione. Non posso soggiogarti. Dev’essere uno scherzo.” Borbottò, guardandosi in giro come per cercare di capire cosa fare. 

“Il tempo delle conversazioni è finito.” Esordì dopo poco, prendendomi il braccio e strattonandomi fuori dalla porta. “Se non vuoi dirmi ciò che voglio sapere, perfetto, andiamo da chi lo farà al posto tuo. E fidati, stavolta sarà doloroso.” Camminammo lungo il viottolo velocemente, cercai di non lamentarmi quando il suo palmo strinse il mio polso troppo forte. Alzai lo sguardo dalla strada, notando che l’aveva stretto per un motivo preciso. Un auto scura parcheggiò esattamente dietro la sua, facendolo visibilmente irritare.

 “Dannazione, di bene in meglio.” Commentò immediatamente, stringendo la presa sul mio braccio. 

“Che succede?” 

“Abbiamo visite.” Rispose per la prima volta alla mia domanda. “…E io odio le visite.” Concluse,  seriamente. Subito dopo qualcuno uscì dalla grande auto, portandosi dietro un ragazzo biondo e spaventato. Un Matt biondo e spaventato. 

“Dammi subito la ragazza o lo uccido, Harry.” Minacciò la voce. Il ragazzo al mio fianco, Harry, scoppiò a ridere. 

“Diamine, uccidilo! Non mi importa niente di lui. Ma lei…” lo sguardo del riccio si posò su di me. “…Lei è mia.” A quelle parole un brivido mi percosse la schiena. L’altra persona rise di gusto, prima di avvicinare le labbra al collo di Matt.

“Se lo uccido, lei ti odierà. E quando saprai chi è veramente, beh, preferirai fartela amica.” 

“Tu non sai chi è veramente.” Commentò Harry. 

“Oh. E invece sì. Posso dirti tutto, Harry. Chi è, perché dovresti temerla e per quale motivo non riesci a soggiogarla. Ma prima…” Con l’indice fece cenno di avvicinarmi a lui. “Avanti tesoro, vieni qui.” Rimasi immobile, non sicura di come dovermi comportare. Da che parte sarei dovuta stare? Chi era il buono?

Harry sembrò pensarci per un attimo. Non so per quale motivo, ma preferivo stare con lui che con quello sconosciuto incappucciato. Volevo che Harry mi aiutasse a liberare Matt, ma sapevo di chiedere ovviamente troppo. Trattenni il fiato, aspettando la decisione del riccio. Ma prima che potessi fare qualsiasi cosa, gli occhi di Harry tornarono rossi e sulla sua dentatura spuntarono dei canini paurosamente affilati. 

“Forse non sono stato chiaro.” Sputò, mentre lo sconosciuto si faceva avanti. “Lei. E’. Mia.” Commentò rudemente Harry, prima di scagliarsi sul misterioso ragazzo incappucciato.  

a/n

Ciao bellezze! Vi amo da morire per tutti i bei commenti che mi lasciate, e spero di riuscire a farmi perdonare per non aver aggiornato per così tanto tempo! Questo capitolo fa un po' schifo, ma spero possiate essere ancora qui per il prossimo dove scoprirete tante cose sulla nostra protagonista! scusatemi ancora per l'assurdo ritardo! :( mi perdonate?

Peccato originale | Storia di un vampiro. [Harry Styles AU]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora