Capitolo 1.

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"La mia più grande paura è che gli altri possano vedermi come mi vedo io."

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Aprii gli occhi, ancora tutta assonnata, allungai il braccio per far smettere quella sveglia snervante che fa quel rumore che tanto odio. Quello vuol dire solo una cosa: l'inizio della scuola.

Il primo giorno di scuola, diciamo, è il più importante. Perchè le persone ti giudicano da fuori la prima volta che ti vedono. Guardano prima l'esteriorità, è una cosa spontanea. Anche a me capita di giudicare una persona al primo impatto. Spero solo che la gente non mi veda troppo, o meglio, troppo poco. Io sono fatta così mi sopravaluto e sottovaluto allo stesso tempo. Avrò compagni nuovi, professori nuovi, tutto nuovo per me. Spero che qua ci siano persone vere, non false come quelle che c'erano la. Dove abitavo prima le persone erano tutte finte, non erano loro stessi. C'erano e ci sono persone false ovunque.

Mi alzai dal mio letto caldo e mi avviai verso il bagno per darmi una lavata veloce alla faccia.

Tornai in camera e iniziai a frugare nel mio armadio disordinato, non trovavo niente che mi andava bene o che mi stava bene.

Sentii bussare alla porta di camera mia.

- Elena muoviti! Sei già in ritardo! -

Oh, mia mamma. Mia mamma mi dice sempre che sono in ritardo, anche quando sono in anticipo. Io l'adoro. Abbiamo superato tanti momenti brutti insieme, lei alcuni li ha superati. Io non ancora. Per questo ci siamo trasferiti qua, a Londra.

- aspetta mamma non trovo niente da mettermi! -

Entrò nella mia camera con una borsa di carta dell'H&M.

- ieri pomeriggio sono andata a fare delle spese e sono entrata in quel negozio enorme, sai H&M? Ecco quello. Apri il sacchetto ci dovrebbe essere qualcosa per te. - mi sorrise.

Lo aprii e dentro c'era una camicia a quadri bianca e nera, una maglia bianca semplice e un paio di jeans. Il mio stile. Lei si che mi conosce bene.

- grazie mamma! ma non dovevi! -

- oh si che dovevo, guarda come sei messa! -

Mi misi a ridere e mi alzai per abbracciarla. Lei ricambiò con un bacio sulla fronte.

- ora muoviti che sei davvero in ritardo! E devi ancora fare colazione!-

Poi uscii dalla porta tutta di fretta. Mia mamma non è tanto alta, ha i capelli castani e degl'occhi grandi marroni. Si, sono grandi e stupendi.

Mi vestii il più veloce possibile e andai in bagno a pettinarmi e mettermi un po' di mascara.

Poi scesi giù dalle scale e andai in cucina, dove trovai Luke, Andrew e Ben.

- buongiorno! -

- buongiorno sorellina. - mi disse Luke.

Luke, anche se non è del mio stesso ''sangue'', mi chiama comunque sorella o mi tratta come se fossi davvero sua sorella. E' sempre dolce con me e molto gentile. Lui ha vent'anni, quindi ha due anni in più di me e va all'università.

- 'giorno - risposero in coro Andrew e Ben.

Andrew ha quindici anni perciò è il più piccolo, ma questo non cambia niente. Perchè anche lui è molto gentile ed educato, gli voglio un sacco di bene. Invece Ben, beh lui sta ''facendo'' felice mia mamma, se non lo avesse mai incontrato saremmo ancora messe male io e sopratutto lei.

Finii di mangiare la mia ciotola di cereali e latte.

- io vado! -

- fai a modo a scuola eh! -

Mi disse mia mamma dal piano di sopra, mentre correvo verso il mio zaino della Napapijri bordeaux.

- Ele! Aspetta! - mi chiamò Luke.

- cosa c'è? - gli chiesi.

- ti porto io, tanto ci devo passare davanti. -

- ok, però muoviti che sono già in ritardo! -

Lo presi per il polso e lo trascinai correndo verso la sua macchina.

Dopo venti minuti arrivammo nel parcheggio di fronte alla scuola. Ci mettemmo poco rispetto alle dimensioni di Londra, forse perchè Luke andava a una velocità troppo elevata.

Lo salutai con un bacio sulla guancia e entrai nell'istituto.

Mi avvicinai alla segrateria, dove al banco c'era una signora di mezza età, con i capelli rossi e gli occhiali da vista appoggiati sulla punta del naso.

- scusi? -

- prego, mi dica. -

- sono Elena Dallas, sono nuova e vorrei sapere dove si trova la mia classe. -

- certo un'attimo signorina. - mi disse gentilmente mentre sfogliava l'elenco delle classi.

- la sua classe è al secondo piano, la seconda a destra.- mi rispose.

- grazie mille. buongiorno. - la salutai con un sorriso.

- buongiorno a lei. - mi ricambiò anche lei con un sorriso.

Mentre mi girai per cercare le scale o qualunque cosa portasse al secondo piano, suonò la campanella. Quindi mi misi a correrre per trovare mia classe.

Perfetto. Primo giorno e sono già in ritardo.

SPAZIO AUTRICE:

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Un abbraccio. xx

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