Itami痛み

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Yoongi prese la sua dose quotidiana, sentendo subito il cervello reagire a quella sostanza.
Poi ancora, ed ancora.
Di nuovo.
Un flusso continuo, all'interno delle sue vene. Chiuse gli occhi, sorridendo per la sensazione che stava provando.
Davanti a lui, Hoseok lo aspettava.
Ormai lo picchiava ogni giorno, Yoongi era completamente fatto, non capiva un cazzo. L'unica cosa che osservava davanti a sè erano gli occhi lucidi di lacrime dell'amico, ma ciò che provava per lui era offuscato dalla droga, la stessa droga che faceva sì che le sue mani andassero a finire sul suo corpo, facendogli solo male.
Ma Yoongi non capiva.
Era schiavo di quel corpo.
E gli fece male come sempre.

Hoseok era uscito per andare a lavoro, sarebbe tornato più tardi.
Era sera, e le stelle stavano accarezzando lentamente il viso di Yoongi. Pallido e triste quanto il raggio di luna che stava illuminando il suo volto, il maggiore dei due abitanti di quella casa stava bevendo un bicchiere di vino rosso.
Buttò lo scatolino ormai vuoto nel cestino, uscendo in balcone per prendere una boccata d'aria.
L'aria era così fredda che gli sembrava quasi impossibile l'essere in primavera, ma non poteva farci niente: non aveva nè tempo nè voglia di cercare nel proprio armadio una delle vecchie ed enormi felpe di Hoseok. Il più piccolo le comprava sempre di almeno due o tre taglie più grande, e quando ne sentiva la mancanza Yoongi le indossava.
Un tempo, quando bastavano quelle a fargli passare la mancanza di un sentimento che non sarebbe mai stato ricambiando.
Un tempo in cui era felice andando su e giù per quel dondolo, in cui serviva solo un sorriso a cuore tanto familiare a rendere soleggiate anche le giornate nelle quali la tempesta era come impazzita nell'anima di Yoongi.
Hoseok, era sempre stato speciale.
Così speciale che per reprimere quegli stupidi sentimenti aveva cominciato a drogarsi, sì, proprio per lui.
Ma il più piccolo non ne sapeva nulla, sarebbe stato patetico dirgli tutto.
E Yoongi si sfogava.
Non lo faceva con cattiveria, non comprendeva cosa stava facendo, probabilmente pensava di aver davanti una bambola di quelle Voodoo alle quali si fa del male, non la persona alla quale voleva così tanto bene.
Anzi, per la quale provava una sconfinata e potente forma d'amore.
Jung Hoseok.
Quel nome continuava a girargli nella mente, mentre il suo cervello gli comandava di farsi nuovamente una dose, magari anche più forte della solita.
Le dosi di emergenza, quelle che teneva per quando i ricordi lucidi si facevano vivi nel suo schiavizzato cervello.
Tornò in casa, con la testa che girava leggermente, cercando le siringhe nel disordine di quel luogo così familiare.
Avevano giocato, riso, scherzato, ballato, in quello stesso salotto.
Avevano parlato, guardato la TV e mangiato cibo spazzatura come ogni coppia di amici.
Ma lui era stanco di soffrire per quella che Hoseok reputava amicizia.
Preparò tutto, e si bucò, stringendo i denti.
Si stava rovinando, il suo corpo stava cadendo a pezzi per colpa di quella roba che comprava dallo spacciatore all'angolo, proprio sotto casa.
Sotto casa, e sempre lì stava il bar dove lui e quel cazzone di Hoseok andavano a prendere qualcosa da mangiare dopo scuola, normalmente anche un bel caffè con ghiaccio o, se era freddo, una cioccolata.
Non riusciva a togliersi dalla testa quel nome, come una cantilena. La voce angelica di Hoseok che accompagnava le note distorte dall'amore di quel vecchio pianoforte, l'amico letteralmente di una vita intera.
Il suo primo amore, il pianoforte.
E poi, l'Amore, quel ragazzo.
"Presto smetterò." Si disse, mettendo via ciò che aveva usato. "presto smetterò di farmi e tornerò normale. Ormai... il mio corpo non è più mio."
Poco dopo, la dose fece effetto e si rilassò, smettendo di pensare a lui.
Finalmente, era tornato a non capire più un cazzo.

Hoseok rientrò da lavoro, e Yoongi lo spogliò in silenzio, lasciandogli solo i boxer.
Non voleva... perchè lo stava facendo?
Per quale motivo le sue mani graffiavano la schiena nuda di quel ragazzo? E i lividi? Come li aveva procurati?
Prese la cintura, colpendo per una decina di volte la persona davanti a lui.
Perchè gli piaceva così tanto sentire quei gemiti di dolore trattenuti? Il suo nome implorato per smettere, vedere quegli occhi così lucidi?
"Yoongi..." strane gocce stavano scendendo dagli occhi scuri di Hoseok, stava forse piangendo?
Ma lui non capì, non poteva capire. Continuò ancora, con rabbia, una rabbia repressa come un temporale in arrivo. E non comprendeva il motivo di tutto ciò, sapeva solo che era la sua routine quotidiana, che andava tutto bene, che lui stava sopravvivendo a quel ciclo infernale di azioni governato dalla droga.
E poi... poi vide un poco di sangue scorrere sui fianchi, nel posto che aveva colpito.
Era rosso, non era molto, ma lo inquietava abbastanza.
Lasciò cadere la cintura con un tonfo sordo, addormentandosi quasi all'istante, ormai non capiva nulla.
Aveva fatto il suo dovere, giusto?

Sognò.
Fece un sogno assurdo, tutto ruotava attorno ad un dondolo.
Era molto sfocato, ma riconobbe quel sorriso a cuore, quei capelli sempre scompigliati e gli occhi che luccicavano per la felicità.
Non vi era sangue in quel sogno, nessun segno di bucatura da siringa sul suo braccio, solo risate innocenti di due ragazzini ancora presi dalla felicità che la vita offriva loro. La nonna del più piccolo osservava la scena, con un sorriso. L'erba era appena stata tagliata, pian piano la visione diventò più nitida. Hoseok rideva, la sua dolce risata cristallina ricordava un cielo senza nuvole, un sogno ad occhi aperti.
"Yoongi, se andiamo più veloce di così rischiamo di volare via!"
"Ma cosa dici, Seokie, non possiamo volare, non abbiamo mica le ali!"
Era un ricordo, non un sogno.
A Yoongi sembrava di osservare la scena dall'alto, come se... fosse morto? Morto e tornato indietro nel tempo? Per rivivere quei momenti cancellando il futuro, godendosi i periodi nei quali ancora Hoseok era solo un fottutissimo amico.
Il suo migliore amico, e nulla di più.
"Ti voglio bene, Yoongi!"

*痛み=dolore in Giapponese

金継ぎ 𝐊𝐢𝐧𝐭𝐬𝐮𝐠𝐢-𝐘𝐨𝐨𝐧𝐬𝐞𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora