Haru春

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La primavera era ovunque: tra i fiori, nei cinguettii delle rondini, nei sorrisi dei bambini. Solo Hoseok non riusciva a ritrovarla nei propri occhi, gli unici suoni erano le sue grida di dolore, che cercava invano di trattenere.
Seduto sul suo letto nell'appartamento, guardava senza emozioni Yoongi, che continuava a colpirlo con violenza alla schiena, utilizzando una cintura.
Il suo labbro inferiore perdeva sangue, lo aveva morso cercando di trattenere le grida.
Yoongi non parlava mai, quando lo picchiava. Per il resto del tempo si drogava in modo molto pesante, dormiva, mangiava e si faceva lunghe docce durante le quali sembrava stare peggio del solito.
Yoongi non diceva più una sola parola ad Hoseok.
Da quando aveva cominciato a bucarsi, il rosso non aveva mai provato a fermarlo per paura.

"Hyung, che stai facendo?" aveva chiesto, vedendo la siringa tra le mani dell'altro.
"Mi sto drogando, Hobi." Aveva risposto, come se fosse stata la cosa più normale del mondo, lo stesso tono con cui chiunque avrebbe potuto dire "sto facendo i compiti." oppure "ora porto fuori il cane per una passeggiata."
Inizialmente, era una volta alla settimana, Yoongi si drogava ogni domenica. Il rosso non aveva mai detto nulla, ancora lo trattava normalmente.
E se fosse rimasto così... non sarebbe successo nulla, e forse allora Hoseok avrebbe potuto ancora aiutarlo, ma non aveva avuto l'idea saggia di portarlo da qualcuno in grado di salvare il salvabile.

"Yoongi..." sussurrò, tra le lacrime.
Vide lo hyung abbassare lo sguardo, stringendo la cintura.
Un altro colpo.
Due, tre.
E via, fino a dieci. Al decimo, il più grande sciolse la presa, lasciando andare l'oggetto. Si alzò, dirigendosi verso la sua camera.
"Perchè non riesco ad andarmene?" Pensò il minore, avviandosi verso il bagno. Doveva farsi una doccia, ne aveva estremamente bisogno.
Yoongi dormiva, aveva la porta semiaperta e poteva sentire il suo lieve russare accompagnarlo nel mondo dei sogni.
Il piú piccolo si tolse i vestiti, mettendo i vestiti in un mucchietto accanto alla porta: li avrebbe messi in lavatrice successivamente.
Entrò nella doccia, aprendo l'acqua fresca per dare sollievo alla sua schiena martoriata. Respirò profondamente, cercando di trovare la forza necessaria per sorridere.
Sorridere, una delle cose più difficili del mondo da quel fatidico giorno. Faceva fatica a muovere quei muscoli del viso in un'espressione che potesse somigliare a quella che qualcuno definiva felicità.

Si preparò per andare al suo turno di lavoro, per sua fortuna aveva una divisa che copriva braccia e gambe, così da poter nascondere ogni traccia di dolore.
Il suo capo era un uomo molto disponibile, e chiudeva un occhio se vedeva il ragazzo stanco, Hoseok gli aveva semplicemente detto di avere problemi in famiglia e nulla di più.
Il ristorante dove lavorava come sommelier non gli dispiaceva, aveva fatto molto training e se la cavava abbastanza bene in quel campo.
Spesso e volentieri aiutava anche i camerieri, e per un po' quel lavoro diventava la sua personale via di fuga da tutto quel dolore.
Quella sera erano presenti alcune persone di un'azienda importanti, per una cena di lavoro, e tutti dovevano darsi molto da fare: un modo ancora migliore per dimenticare Yoongi. L'unica cosa alla quale doveva stare attento erano le cicatrici ed i lividi, che spesso e volentieri gli facevano molto male.

Finito il turno, uscì velocemente: doveva visitare ancora un posto, uno solo. Poi sarebbe tornato da Yoongi, alla sua solita vita.
La fotografia della donna era ingiallita dal tempo, così come quella dell'uomo accanto a lei. Negli occhi di lui si leggevano quelli caldi di Hoseok, i capelli della donna che tanto assomigliavano ai suoi quando questi ultimi erano del colore naturale.
"Hey, mamma, papà." Hoseok sorrise, con gli occhi lucidi. "Sono passati anni ormai, ma ancora mi mancate tanto. Non so come salvare Yoongi, se salvo lui salvo anche me stesso, ma... come posso fare? Dio, se solo il cielo vi avesse lasciato accanto a me io potrei chiedervi un consiglio." Si inginocchiò accanto alla lapide, sistemando i fiori con acqua nuova. Erano peonie, le preferite di sua madre. "Non è che io non riesca a denunciarlo, ma il fatto è... è che provo qualcosa per lui, e ho paura di perderlo. In carcere potrebbero fargli del male, no? Mi sto facendo mille domande senza avere delle risposte, in questa bastarda primavera che non mi lascia respirare." Concluse, con le lacrime che scorrevano ormai libere su quelle guance rosee.
Il profumo dei fiori vorticava accanto alla sua anima smarrita, mentre tutto il mondo sembrava stringersi come una morsa attorno a lui.
Attorno ad un ragazzo solo, distrutto, con solo una certezza: essere in vita.
Ma perchè, in quella triste primavera, il solo ed unico fiore a non riuscire a sbocciare era proprio lui?
E Yoongi... lui non era minimamente interessato a vivere davvero, i giorni passavano lenti e tutti uguali.
Uno, due, altri mille.

E nel frattempo, la dannata primavera continuava a far cadere petali sulle loro fragili vite, una danza senza sosta chiamata tempo, il cui compositore doveva probabilmente essere un po' matto.
Hoseok ogni tanto se lo chiedeva, il motivo per il quale non riusciva a uscire da quella situazione, sentendosi a volte infinitamente stupido.
Ma non sono i sentimenti la causa della pazzia umana? La voglia di un'utopia irraggiungibile? Qualcosa che non si può toccare con mano, ma solo immaginare.
Come il passato.
Come quel dondolo.
Come le fratture per le quali non esiste rimedio... o forse, uno solo.
Ma quello ancora doveva capirlo, Jung Hoseok.
Un ragazzo come tanti, con una vita che ben pochi avrebbero potuto raccontare.
Ancora non sapeva che di lì a breve sarebbero successe tante cose, alti e bassi nello spartito monotono e ripetitivo della sua vita: qualcuno per lui stava componendo una nuova melodia, una nuova esistenza.
E lui era pronto a viverla, ad entrare dentro a nuovi casini fino al midollo.
Aprì la porta di casa, sospirando: Yoongi lo stava aspettando, o lo avrebbe lasciato stare?
Non lo sapeva, ma sperava.
In un po' di pace, di libertà.

春*=primavera in Giapponese

金継ぎ 𝐊𝐢𝐧𝐭𝐬𝐮𝐠𝐢-𝐘𝐨𝐨𝐧𝐬𝐞𝐨𝐤 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora