Sorrisi sul treno

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Questa poesia è volutamente scritta di getto, non è bella e non è nemmeno rifinita come quelle precedenti. Non accetto alcuna critica stilistica (solo per questa singola poesia), ma solo discussioni sul pensiero che vi è racchiuso. Ogni parola deve suscitare un rimando al caos della condizione umana, deve essere un rimando - fosse anche una copia spudorata del Rimbaud - a sensazioni e pensieri sul mondo.

Camminando - o fermo sulla metro
fra gli alieni del presente - una foto
il fuoco della macchina su un volto,
il resto sfuocato,
i fanali delle macchine sono scie,
dietro la traiettoria dei passanti
che è una retta sbavata.

Mi dicono panta rei,
e forse ciò che era è già trascorso,
forse sopravvive in qualche album,
dentro i cassetti ammuffiti di un'altra vita.
Ma è dentro che questa vita ce l'ho ancora,
che di fronte a una prova dei ricordi
mi sembra di essere lo stesso.

Souvenirs d'un autre monde
Non può tornare il bello che è stato
ma, marinai, cercheremo nuovi porti
assieme al sole portatore di bellezza
e della notte pensatrice solitaria.
Soli nel Pacifico,
inutili, stanchi, persi
ma per questo stiamo al mondo.

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