Un Siddhartha dei giorni novelli
(pensate: nessuno sa il suo nome)
decise di andare in aereo a Tangeri.
Prese due abiti tra i suoi più belli
prese un anello coperto di giada
mise nel fodero una piccola spada.Dentro il mercato dei vuoti costumi
disse di no all'offerta di un oro:
nessuno comprava un simil decoro.
Scese nel carro sul ciglio del mare
Scese dal carro e si mise a parlare
Disse "portatemi al tetto di sabbia"Il letto sontuoso veniva agghindato
da mani che sanno chi sia l'ospitato
e allora capì che era vero il suo sogno.
Andò alla corte del regnante
andó a comprare delle scarpe buone
con cui camminare sulle strade.Un giorno di caldo rovente
la guerra si dice che fosse scoppiata
e lui prese parte a questo conflitto:
l'oro veniva gettato nel vento,
l'oro con cui si pagava il cemento
gli idoli tutti distrutti al mercatoDi qui finisce il racconto
che cosa sia stato in successo,
cosa in errore non c'è dato saperlo.Forse un giorno di fame o sete
verrà svelato che questo Siddhartha
è stato colpevole d'essere in quiete.