Un caso quasi concluso

212 13 5
                                    

Sherlock divenne improvvisamente più irrequieto del solito e io lo guardai con aria interrogativa, cercando di capire cosa volesse fare. Si precipitò fuori dal locale nel quale stavamo per cenare, e io lo seguii di riflesso. Ci avvicinammo ad un taxi che era posteggiato nelle vicinanze del locale e corremmo verso di esso. Ma quando l'uomo all'interno del taxi, si accorse dei nostri strani comportamenti, si precipitò di corsa verso la strada sulla quale era parcheggiato. Io ero ormai arreso, come avremmo fatto ad inseguire un taxi che potevamo facilmente perdere di vista, se noi stessi eravamo a piedi?

Ma ad un certo punto, Sherlock si fermò e iniziò a portarsi le mani sulle tempie, in un'espressione di estremo sforzo, come se stesse cercando di ricordare qualcosa. Ad un certo punto iniziò a correre verso strade che mi sembravano del tutto nuove e ben presto mi accorsi che tramite la mappa mentale di Londra del mio formidabile amico, stavamo riuscendo a pedinare il taxi e a raggiungerlo. Dopo essere passati da strade strettissime a strade molto larghe, dopo essere saltati su innumerevoli tetti di abitazioni, finalmente riuscimmo a raggiungere il taxi. Il comportamento di Sherlock fu bizzarro.

-Oh finalmente! - disse con un'espressione soddisfatta e aggressiva, aprendo lo sportello del taxi. Con sua immensa delusione però, non trovò chi si aspettava di trovare. Infatti, l'uomo all'interno del taxi era proveniente del Sud America. Di carnagione scura, sicuramente un turista, un turista molto spaventato dal comportamento di Sherlock, che estrasse dal suo impermeabile un distintivo di polizia ed esclamò: - Oh dannazione! Non è lui! Non è lui! Polizia! Stia tranquillo è tutto normale, stiamo svolgendo delle indagini - e così chiuse la portiera del taxi in modo violento davanti al naso del turista frastornato e spaventato dall'accaduto.

Cercai di tranquillizzarlo dicendo semplicemente - Benevenuto a Londra! - e cacciando un sorriso smagliante, ma pare che sia servito a ben poco, dato che poco dopo il turista sconosciuto e ahimè sfortunato, si apprestò a chiamare la polizia.

Nel frattempo chiesi a Sherlock - ma da dove l'hai preso quel distintivo?- in modo quasi stupito e incredulo. -Lestrade è un tipo molto distratto, gli rubo spesso le cose, e a casa ho una collezione dei suoi distintivi- rispose lui. Ci lasciammo andare in una sincera risata e ricominciammo di nuovo a scappare verso Baker Street. Più precisamente 221B di Baker Street.

Arrivammo al nostro appartamento e chiudemmo esausti la porta di casa. Ci appoggiammo al muro che precedeva le scale che portavano all'appartamento e ci lasciammo andare di nuovo in una risata che echeggiava nell'ingresso.

 Ad un certo punto il suono di un campanello interruppe il suono delle nostre risate ed essendo a conoscenza del fatto che Sherlock non aveva molti amici, chiesi: -chi mai potrà essere?

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ad un certo punto il suono di un campanello interruppe il suono delle nostre risate ed essendo a conoscenza del fatto che Sherlock non aveva molti amici, chiesi: -chi mai potrà essere?

-Ah John, dimenticavo, alla porta è per te, vai ad aprire.

-Sì...-risposi guardandolo confuso e con aria interrogativa.

Alla nostra porta di casa c'era il padrone del locale dove eravamo stati quella stessa sera, cosa voleva da me?

-Tenga, questo è suo, l'ha dimenticato al locale - disse porgendomi il mio bastone da passeggio.

The game is onDove le storie prendono vita. Scoprilo ora