Capitolo Quinto || Harry

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Mi era sempre piaciuto pensare che ogni cosa accadesse per una ragione.

Che le persone muoiono, perchè è cosí che deve accadere.

Ma sapete cosa penso ora? Penso che sono tutte delle enormi cazzate.

Sono bugie che ci inventiamo, bugie che ci fanno sperare di riuscire a poter superare ogni cosa.

Ma c'è un fatto inevitabile, da cui non si potrà mai sfuggire: la morte.

Non la propria morte, ma quella di una persona che amiamo. Quel vuoto che non si potrà più riempire.

Non dico che non avremo più momenti felici. C'è ne saranno, o almeno così mi piace credere, però continueranno sempre a tormentarci questi struggenti ricordi.

Perché è questo che rimane di una persona. Nient'altro, solo futili ricordi.

Prima c'era un essere vivente con tutta la sua bellezza, le sue passioni, la sua risata e le sue lacrime. Dopo rimangono solo dei ricordi.

Questo è quello che credo ora, ma che non avevo mai pensato prima.

Sono le due di notte e tra queste fredde lenzuola mi chiedo come è possibile che io sia ancora vivo, come è possibile che io non sia ancora morto per il troppo dolore.

L'unico momento in cui mi sono sentito vivo,da quel Capodanno, è stato quando stavo rischiando di andarmene su quell'auto ad alta velocità.

È così che si deve fare per sopravvivere? Cercare di morire?

Ecco un altra fregatura: nessuno sa come fare a sopravvivere.

Altrimenti, dico io, ci sarebbero molti meno scrittori e ancora meno lettori.

So che c'è solo un modo per superare la nottata, e non centra con la musica.

Mi alzo da quel matrimoniale inutile e vado in bagno.

Odio questa ventola dal rumore insopportabile, in più questa luce è accecante.

Terzo ripiano a destra del piccolo mobiletto sul lavandino: i sonniferi.

Non so quanti ne prendo, non ci faccio caso.

Mi butto su quel letto comprendomi con la morbida coperta di pile.

E dormo. Dormo e basta, senza incubi e strani sogni. Dormo eppure avrei voluto fare molto di più, avrei voluto sognarla ancora.

Perché è questo l'altro problema, i ricordi sono l'ultima cosa che ci rimane...Allora li consumiamo, li cerchiamo in ogni cosa fino all'ultima goccia.

Ma infondo si è sempre saputo che gli umani sono masochisti.

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Quando mi sveglio la mattina sento che c'è qualcosa di diverso nell'aria.

Oh, no. È solo qualcun altro che respira.

Louis sta fermo sulla soglia della porta a guardarmi.

"Ciao" gli dico non ancora del tutto sveglio.

"C'è una cosa per te" dice sventolando un oggetto che non riesco a mettere a fuoco.

Un secondo dopo è di nuovo uscito, senza dire nient altro. Non che mi stupisca.

Mi manca Louis, mi manca il mio fratello. Eppure non posso farci niente, ormai c'è questo muro a dividerci.

Un muro fatto di orgoglio e carton gesso. Un muro fatto di colpe date e abbracci mancati.

How to see her again //sequel of HTSAL//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora