9. Punizione

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Appena sento i passi mi allontano, faccio un velocissimo inchino senza proferire parola e immediatamente corro fuori, sbattendo violentemente contro quella che credo sia la collaboratrice che di solito vaga nel corridoio dove si trova la mia aula.
Corro sentendomi pervaso da una sorta di euforia.

«Oh finalmente, mi hai fatto aspettare un quarto d'o–»
«Dai Jimin corri!»

Il biondo mi segue a ruota, guardandomi come se avesse un grosso punto interrogativo sulla testa. Continuo così fin quando non ci troviamo davanti casa mia, così mi fermo con un grosso fiatone e poggio le mani sulle ginocchia. Stessa situazione per Jimin che si poggia al muro.

«Mi spieghi che cazzo hai fatto?»

«Niente, volevo solo tornare a casa in fretta.» gli sorrido e lui sgrana gli occhi.

«Tu sei tutto scemo!» e mi tira uno schiaffo sulla nuca.

Passiamo il pomeriggio insieme studiando per il giorno dopo, ma non riesco a non pensare a quello che è successo. Come sarebbe continuato, se non ci avessero interrotto? Ho la mia idea, ma non so se lui ci sarebbe stato. Non so neanche quanto male avrà pensato per il mio gesto ambiguo.

Il mercoledì non ho inglese e mi sento in qualche modo sollevato. Non avrei saputo reggere la sua presenza dopo quello che è successo ieri.
Suona la campana della prima ora, ma mentre la prof. di matematica sta per andare via, piomba in classe il vicepreside e quella che sembra essere la collaboratrice che ho spintonato ieri.

Merda...

«Professoressa mi scusi, posso parlare un attimo con il signorino Jeon?» il tono del vicepreside è già di rimprovero. La prof. annuisce confusa.

«Signorino Jeon, ci è stato riferito che lei lo scorso pomeriggio è stato maleducato e violento nei confronti della signora qui presente.»

«No, no! Cioè, stavo andando via forse con troppa fretta e l'ho urtata, ma non l'ho fatto di proposito, niente di personale. Avrei voluto scusarmi al momento!» il mio tono è supplichevole, so di non poterla passare liscia.

«E perché non lo ha fatto?»

Sospiro. Non ho alcuna giustificazione.

«Bene, in questa scuola non si ammettono certi comportamenti. Una punizione potrebbe farla riflettere sulle sue azioni. Per una settimana aiuterà i collaboratori a pulire le aule nel pomeriggio.»

Sgrano gli occhi. I pomeriggi occupati per una settimana.

«Vicepreside, la prego, il pomeriggio devo fare i compiti...»

«Non si preoccupi, ci accerteremo che i professori saranno clementi con lei. Arrivederci e buona giornata.»

Grandioso.

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