3. Strana idea

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«Non volevo che iniziassimo col piede sbagliato, non voglio starti antipatico, sai?» ridacchia e la campanella suona.
«Devo andare.»
Si alza e fa per uscire dall'aula, ma prima mi rivolge un sorriso.
Mi sento la gola secca e sono totalmente sorpreso da quelle parole. Venti minuti fa sembrava godere del potermi piazzare un 4 sul registro ed ora fa il carino. Fatto sta che riesce benissimo a non farsi odiare.
Le ore successive, entrambe di matematica, non mi portano a nulla, mi annoio. Il suo nome si ripete nella mia mente, come se dovessi capire qualcosa. Mi sento fremere dalla voglia di conoscerlo ma è così assurdo, è solo un supplente.
Finalmente scocca la terza campana, che segna l'inizio della ricreazione.
«Kookie?» Jimin mi richiama e mi ricordo della proposta che gli ho fatto. Spero almeno di trovare quel coglione nella classe, così che possa vederlo. Sì, lo chiamo coglione anche se non mi ha fatto nulla, ma mi da fastidio che Jimin gli stia dietro disperato e sofferente.

Raggiungiamo la classe prescelta ed appena entro urlo nella speranza di attirare una certa testa nera.
«Seokjin, Hoseok, non fate finta di studiare!»

Parliamo del più e del meno, finché Chim ed io non torniamo nella nostra aula.
«Ha guardato tre volte nella nostra direzione, Jungkook! Perché diavolo non viene a parlarmi? Oppure si è solo girato casualmente?»
«Chi, Yoongi?»
«Deficiente, non fare nomi ad alta voce!» mi schiaffeggia un braccio.
«Comunque sì, lui. Mi chiedo cosa mangi a colazione per essere così misterioso... e misteriosamente attraente.»
«Va bene Jimin, non voglio sentire le tue fantasie sessuali e non. Ah- che cazzo è sta roba?» mi riferisco alle numerosissime notifiche che arrivano dai nostri cellulari.
«Il sostituto d'inglese ha voluto fare una group chat di classe. È giovane, ci sta, ma non è che possiamo fare amicizia.» fa spallucce ed io annuisco.

E ancora il suo nome riprende a ronzare nella mia testa con un punto interrogativo.
Sospiro e decido di andare al bagno, chiedendo il permesso all'insegnante dell'ora.
Cammino lentamente con le mani nelle tasche, godendomi questa passeggiata. Mi guardo intorno e accosto davanti alla sala professori.

La stanza è quasi vuota.
Qualcuno è seduto ad una scrivania, intento a leggere chissà cosa.

Busso sulla porta già aperta e non appena alza lo sguardo entro, senza aspettare che mi dica di farlo.
«Non è un'idea un po' troppo strana una chat con i propri studenti?»

Teach me. || VKOOKDove le storie prendono vita. Scoprilo ora