capitolo 8

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Claire entrò in bagno, e constatò che era molto più grande di quello che aveva a casa sua. Ovviamente. La casa dei Sanders era immensa.

C'era una vasca da bagno con l'idro-massaggio al centro della stanza, una doccia e due lavandini. Un grande specchio si trovava sopra i lavandini. Un wc e un bidet. Era grande, bianco. Pulito. Cristallino.

Aveva quasi paura di usarlo.

Si tolse gli stivali consumati e il lungo cardigan, per poi sfilarsi il vestito. Rimase così in reggiseno, con i collant neri. Posò a terra gli indumenti che aveva tolto, facendo attenzione a non sporcare. Appena si alzò si ritrovò a fare a pugni con l'immagine riflessa nello specchio. Si studiò, a lungo. Troppo a lungo.

"Claire, tutto bene? Non sento l'acqua scorrere." La richiamò Mike. La voce ovattata.

Claire distolse lo sguardo dal riflesso e disse: "Sì, Mike, tranquillo. Ora finisco."

Si tolse anche i collant, rimase in biancheria. Si guardò di nuovo allo specchio. Dio, quanto si odiava. Le lacrime iniziavano a formarsi e ad appannarle la vista, e non era mai stata così felice di piangere, perché così non si sarebbe vista.

"Claire?" Si tolse anche la biancheria, rimase nuda davanti lo specchio. Le lacrime le scesero lungo le guance, e lei si vide di nuovo, e fu la cosa più brutta che le potesse mai capitare. "Claire?!" Urlò Mike, ma lei non lo sentì.

Si morse il labbro inferiore, fortissimo, quando mollò la presa, dopo minuti interminabili, il labbro era gonfio, rosso. Il sangue le colava dal labbro fino al mento e poi lungo il collo. Lei si guardava. Era immobile. "Claire!" La chiamò nuovamente Mike. Claire singhiozzò, e pianse. Il sangue si confuse con le lacrime e lei aveva voglia di andarsene. Per sempre.

Si mosse velocemente nel bagno, nuda, bagnata, insanguinata. Cercò ovunque, non sapeva bene cosa. Trovò un mobile fra i lavandini e la doccia, aprì gli sportelli. C'erano solo medicine. Medicine e poi, nascosta e dimenticata da tutti, c'era una lametta. Di quelle degli anni '50, di quelle con la lama rimovibile. Quelle che suo padre aveva fatto sparire, in un attimo di lucidità. Giusto perché sennò gli levavano l'affido.

Riuscì a togliere la lama dal rasoio, ci giocò un po', se lo passava fra le dita, e lo guardava. Lei, in quel momento, non stava vivendo quella scena. Lei, in quel momento, era altrove.

Impugnò la lama fra l'indice e il pollice, e se la passò sul polso, piano, delicatamente. Un taglio leggero sopra le cicatrici più profonde. Il sangue iniziò ad uscire dal taglio, e cadeva per terra, in goccioline. Lei non sentiva nulla. Non era in sé. Non era lei che faceva quelle cose.

Poco più sotto, si fece un altro taglio, più profondo. "Claire, cazzo, rispondimi!" Mike provava ad aprire la porta, ma era chiusa a chiave. I suoi passi pesanti si sentivano per i corridoi, ma Claire non li sentiva. Claire era da un'altra parte.

Se ne fece un altro, e poi un altro ancora, e ancora tanti altri. L'avambraccio sinistro era ricoperto di tagli, alcuni profondi, altri meno. Sul pavimento del bagno bianco c'era una pozza di sangue.

Mike tornò dietro la porta, trafficò un po' con la serratura, imprecò contro tutti i santi che conosceva e poi finalmente riuscì ad aprire la porta. Quello che vide lo sconcertò molto. Claire seduta sul pavimento vicino a una pozza di sangue. Una pozza del suo sangue.

"Claire!" Mike urlò. Non aveva il timore che la mamma potesse sentirli, era andata a fare la spesa, o qualcosa del genere.

Si avviò a grandi falcate verso la bionda e la prese sotto le braccia. La scosse un po', "Claire!" la chiamò ancora e ancora, ma lei non rispondeva. Prese un asciugamano e lo posò sull'avambraccio di Claire, il sangue stava via via macchiando il tessuto. Strinse la presa.

"Claire, Claire.." La scosse un po', mentre spingeva sulla ferita. Era così che si fermava il sangue, giusto? Non sapeva bene che fare.

Claire aveva lo sguardo perso nel vuoto. "Claire, piccola." Le sussurrò Mike all'orecchio.

"No! Smettila!" Urlò Claire all'improvviso, alzandosi dalla posizione che aveva assunto. L'asciugamano le scivolò dal braccio, cadendo a terra, vicino ai suoi piedi. I suoi occhi neri come la pece si spostavano ovunque.

Il braccio le doleva, le bruciava, sentiva la pelle che tirava. Lo guardò. Si mise ad urlare. Lo sguardo le cadde a terra e vide la pozza. Si portò una mano davanti la bocca mentre indietreggiava piano, finendo di nuovo davanti quello specchio che l'aveva rovinata. "Dio, Claire, ma che hai fatto?" Le chiese Mike.

Se lo chiedeva anche lei. Tutti i giorni.

Cuore di lattaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora