Mi sistemai sulla sedia e mi coprii con i capelli il lato sinistro della testa che dava sul piccolo corridoio fra un banco e l'altro. La classe, mano a mano si stava riempiendo sempre di più e non volevo dare a l'occhio.
Mi girai verso il muro, dove per terra avevo poggiato il mio zaino e vi presi un quaderno a righe.
Appena mi girai vidi una ragazza dai capelli color platino, gli occhi quasi del colore del ghiaccio e la pelle poco più abbronzata della mia.
Era molto carina, se non si contava il fatto che si copriva quel bel faccino con i capelli ondulati...mi ricordava un po' me.
O mio Dio! si stava sedendo accanto a me!!! "Che faccio adesso?!" mi ripetevo in testa. Ero presa dall'ansia e senza volerlo mi ritrovai in piedi girata verso il muro.
Ma non sentii la ragazza parlare, anzi, emettere un piccolo gemito e piano piano sedersi. Io feci altrettanto e coprendomi la faccia meglio di prima (ciò che fece pure lei) iniziai a sfogliare il quaderno completamente nuovo, solo per distrarmi un po'.
Poco dopo tutti si alzarono di scatto e io, più lentamente, feci lo stesso.
Era appena entrata una donna sulla mezza età, i capelli neri con qualche ciuffo ormai bianco, tempestata di rughe e che indossava dei buffi occhiali rettangolari che teneva in bilico sul naso. Per poco non scoppiai a ridere, ma mi fermai appena sentii tutti i miei nuovo compagni di classe chiamarla professoressa.
La prof si sedette e quando il suo sguardo incrociò il mio annunciò: «quest'oggi si unisce a noi una nuova compagna.» notai che aveva la voce rauca «Arianna...vero?» mi chiese la prof.
Perfetto! Aveva detto il mio nome e ormai ero intrappolata.
Piano piano annuii e tornai a sfogliare il mio quaderno completamente nuovo, mentre la prof iniziava l'appello.
Però mi sentivo come se fossi osservata e di scatto alzai lo sguardo che mi cadde su un ragazzo seduto al secondo banco nella fila centrale dai capelli mori e gli occhi di un bellissimo verde smeraldo. Era abbronzato e la maglietta nera aderente, lasciava vedere quello che dovevano essere i suoi muscoli. Scusate per il termine ma era un gran figo!
Solo allora scoprii che mi stava osservando già da prima e con grande ammirazione!
Lui fissava me...io fissavo lui...e pure se mi sentivo diventare sempre più rossa, non riuscivo proprio a staccare il mio sguardo dal suo!
Grazie al cielo intervenne la prof a distrarci mentre urlava a qualcuno.
Guardai verso la cattedra e vidi che accanto alla prof c'era lo stesso ragazzo del cortile. Come si chiamava? A si! Leonardo.
Per la vergogna, alzai in verticale il quaderno e mi ci nascosi dietro, ma troppo tardi, perché ormai lui mi aveva già vista.
«scusi per il mio millesimo ritardo prof.» e con questo si diresse verso di me.
Ero viola per quanto mi vergognavo, ma fortunatamente, quando si accorse che il banco accanto al mio era occupato, fu costretto ad andare all'unico posto rimasto libero. Uguale al posto più lontano dal mio che si trovava dall'altro lato della stanza! Che felicità!
Mi girai e senza volerlo, tornai a guardare il ragazzo di prima.
Stavolta però mi sorrise. Un sorriso caldo e dolce.
Guardai verso Leonardo e vidi che anche lui mi osservava e mi sorrideva!
"Cosa mai vorranno da guardare da una brutta come me! Insomma...loro sono due schianti che osservano la ragazza che ha rotto troppi specchi!" mi ripetevo in testa.
Tornai a guardare la prof mentre iniziava a spiegare la noiosissima lezione di storia.
Quando suonò la campanella non so quanti baci avrei voluto dare al bidello che l'aveva azionata,perché in quelle due ore tremende di storia e geografia, per tutto il tempo avevo avuto addosso lo sguardo dei due mega fusti!
«Quei due sono stati tutto il tempo ad osservarti!» mi girai e vidi che aveva detto tutto ciò la mia timida compagna di banco.
«P-pensavo c-che n-non s-sapessi p-parlare...» balbettai. Doveva essere una battuta, ma non gli avevo dato l 'intonazione adatta.
Però lei scoppiò a ridere lo stesso e con una pacca sulla spalla mi girò verso Leonardo.
«quello è Leonardo. Io praticamente lo odio come lui odia me» due ore e continuava ancora ad osservarmi
«una volta eravamo amici poi abbiamo litigato. Ammetto che è molto bello infatti alle medie era sempre stato il preferito per le ragazze. Poi è iniziato il liceo e il suo migliore amico» mi girò verso il moro che continuava ancora a fissarmi «si è vendicato per la sua ostilità. Si volevano un gran bene, ma soprattutto in terza media, Leonardo iniziò ad usarlo per conquistare ragazze che poi lasciava subito dopo tre giorni!»
Inquadrai Leonardo e lo vidi per la prima volta con una luce negativa.
«allora iniziate le superiori quel bel moretto: David; ha cambiato la sua personalità dolce. Si è dato ancora di più allo sport e ha raggiunto quei bei bicipiti, poi ha iniziato a cambiare modo di vestirsi e pettinatura. Alla fine le ragazze hanno mollato Leonardo che è diventato di seconda mano e si sono attaccate a David, anche se lui non ne accetta mai nessuna. Le fa ridere gli stappa uno o due baci, ma niente di ufficiale. Dice sempre di aspettare quella giusta.»
Mi girò verso di se «dimenticavo! Io mi chiamo Rachel!» e mi offrì la mano.
Titubante gliela strinsi.
«Lo so che all'inizio pensavi che fossi più timida di te, ma anche se sono timida..nessuno ti raggiunge in timidezza!» accennò un sorriso.
Per lei era una battuta e a me non serviva farmelo ricordare.
«allora! So che vieni da Los Angeles! Com'è la giù!?» una lacrima mi rigò il viso ripensando alla mia città natale ed a Monica e Marco.
Andai dalla prof chiedendogli di andare al bagno e una volta ricevuto il permesso corsi per il corridoio e al bagno mi appallottolai per terra piangendo.
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Invisible
RomanceQuando capita che voglia scomparire, dissolvermi nell'aria, ma non in un tempo momentaneo come se stessi usando il mantello dell'invisibilità. Ma scomparire per sempre. Vivere senza essere visti. Vorrei essere...invisibile. "@ tutti i miei migl...