Piano piano aprii gli occhi.
Pensavo di essere morta per via della luce bianca che quasi mi cecò per quanto era forte!
Richiusi le palpebre e speravo rimanessero così, ma sfortunatamente si riaprirono senza il mio permesso!
«Arianna! Stai bene?!» davanti a me c'era mia madre che mi teneva per una mano.
«M-mamma...» balbettai «d-dove m-mi t-trovo?»
«All'ospedale tesoro...» mi disse lei .
La vista mi si snebbiò e vidi chiaramente che quella era una di quelle famose stanze d'ospedale con i muri, i soffitti e i pavimenti bianchi.
«P-perché?» chiesi titubante.
Guardai il resto del mio corpo e vidi che ero sdraiata su un lettino (veramente scomodo) dell'ospedale.
«Come...non ricordi?» mi chiese mamma dolcemente.
«S-sinceramente....no...c-che è
s-successo?» e dicevo sul serio. Non ricordavo assolutamente niente.
Solo una sensazione di volare.
«Beh...ad essere sincera...non sappiamo molto, ma i dottori ti hanno ritrovato un'alta percentuale di alcool nel tuo stomaco. In ogni modo...»
«ALCOOL?!» l'interruppi.
Tutti (almeno mia madre, Marco e Monica) sapevano che io odiavo l'alcool! Mi faceva sempre venire voglia di vomitare e anche se ne assumevo una piccola percentuale svenivo sempre.
«si....» disse mamma distogliendo lo sguardo dal mio e guardando verso i fiori che si trovavano sul mio comodino.
Li guardai anch'io.
«C-chi me li ha p-portati?» chiesi continuando a balbettare.
Nessuno mi aveva mai portato dei fiori a parte Marco per San Valentino (la festa che più odio al mondo)
«Un ragazzo...è lui che ti ha portata qui.»
Subito pensai a Leonardo, ma poi mi tolsi il pensiero di dosso.
Era impossibile.
«E c-chi era q-questo r-ragaz...» stavo per chiedere a mia madre, ma venni interrotta dalla porta che si apriva con forza e qualcuno che entrava nella stanza in tutta velocità.
Solo allora mi accorsi che il ragazzo era Leonardo.
«signora...» disse chinando il capo.
Poi il suo sguardo si posò sul mio e senza badare alla presenza di mia madre, si diresse verso di me e mi abbracciò.
"Che cazzo stai facendo?!"
Gli avrei voluto chiedere, ma ormai mi si era serrata la lingua. Non riuscivo più a parlare. Nemmeno a respirare.
Il cuore stava correndo all'impazzata e io non reagivo. Piano piano sentii la mia faccia farsi sempre più rossa.
Rivolsi un'occhiata confusa a mia madre e lei, facendo un piccolo sorriso divertito, se ne uscì dalla stanza silenziosamente.
E Leonardo continuava ad abbracciarmi.
Alla fine pensai che avrebbe smesso di abbracciarmi solo se avessi ricambiato l'abbraccio.
Così allungai le braccia per fare in modo di abbracciarlo, ma proprio un secondo prima che lo abbracciassi, lui si allontanò da me, forse più rosso di me in faccia!
« Ehm...scusa...» disse lui piano.
Mi misi un ciuffo di capelli davanti al naso e mi misi a masticarlo.
«Non innervosirti.» continuò a dirmi.
Intanto, insieme ai capelli, avevo iniziato a mordermi anche le unghie.
«Io...ehm...guarisci presto!» e se ne andò fuori.
Un po' più calma, posai la testa sul cuscino e non feci altro che pensare a quel bellissimo abbraccio...
Non ne ricevevo uno così da quando stavo a Los Angeles e Marco mi aveva abbracciato prima che partissi.
Ma perché Leonardo mi aveva abbracciata?
Insomma...nemmeno ci conoscevamo e lui veniva in ospedale e mi abbracciava!
Beh...credo proprio che fosse stato lui il misterioso ragazzo che mi aveva portato all'ospedale...
E quando chiusi gli occhi rividi lui che mi abbracciava e io, che invece di farlo a mia volta, guardavo male mia madre mentre usciva dalla stanza.
...E mi pentii così tanto di non averlo abbracciato...
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Invisible
RomanceQuando capita che voglia scomparire, dissolvermi nell'aria, ma non in un tempo momentaneo come se stessi usando il mantello dell'invisibilità. Ma scomparire per sempre. Vivere senza essere visti. Vorrei essere...invisibile. "@ tutti i miei migl...