Capitolo Tre

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Giugno 2018




Col mare alla finestra, lo stomaco in tempesta

Ma tu non sai aspettare, no non stai a vedere

E corri finché non ti scoppiano le vene

E Roma è così grande vista dall'aereo

che tutto quel coraggio a volte viene meno.




Non c'era stato bisogno di altre parole.

Tornati in Italia, dopo l'Eurovision, le cose tra Ermal e Fabrizio erano semplicemente andate avanti come sempre, solo con qualche videochiamata in più, qualche cuore di troppo aggiunto alla fine di un messaggio, qualche mi manchi scivolato dalle labbra al termine di una telefonata.

E i baci.

Di quelli ce n'erano stati tanti, in ogni occasione possibile. E quando le occasioni non c'erano, erano stati in grado di crearsele.

Prima Ermal si era fermato a Roma qualche giorno in più del previsto per girare il videoclip di Dall'alba al tramonto, poi Fabrizio aveva colto l'occasione per portare Libero a vedere la Partita del Cuore e così vedere anche Ermal. E poi Fabrizio era stato ospite ad Amici e Ermal aveva pensato bene di trascinarlo nel suo camerino alla fine della puntata e di andare a casa con lui poco dopo. E poi, qualche giorno dopo, avevano ottenuto le camere con il balcone comunicante - che ricordavano tanto i giorni trascorsi a Lisbona - mentre si trovavano a Verona per i WMA.

Non si erano dati etichette, prendendo le cose un po' come capitavano, senza porsi obblighi o limiti. E ad entrambi sembrava andare bene così.

Sembrava.

Ermal non poteva certamente dire di non essere felice del suo rapporto con Fabrizio, anzi. Ma non era mai stato bravo a gestire relazioni senza etichette, relazioni che non fossero serie.

Ovviamente non intendeva far sapere a tutti cosa ci fosse tra loro, ma voleva sentirsi libero di pensare a Fabrizio come il suo fidanzato senza poi sentire l'assurdo bisogno di correggersi ogni volta.

Si era ripromesso di parlargliene, ma ogni volta finiva per parlare di tutt'altro ed evitare l'argomento, spaventato che affrontare quel discorso potesse rompere l'equilibrio che si era creato tra loro.

Alla fine, per costringersi a parlarne, aveva dovuto darsi un ultimatum: 16 giugno, il giorno in cui avrebbe visto Fabrizio in occasione del concerto allo Stadio Olimpico.

Si sarebbe fatto coraggio e, finalmente faccia a faccia, gli avrebbe detto quello che pensava.

O almeno, questi erano i suoi buoni propositi.

La realtà era un po' diversa e se ne stava rendendo conto proprio in quel momento, mentre sentiva una tempesta al posto dello stomaco e iniziava a scorgere Roma dal finestrino dell'aereo.

E il coraggio iniziava a scivolargli via dalle dita.




Fabrizio era un fascio di nervi, anche se cercava di non farlo notare.

Sorrideva a tutti, cercava di mostrarsi tranquillo, ma Ermal aveva capito che la tranquillità fosse la cosa più distante da ciò che stava provando in quel momento.

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