Capitolo Cinque

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Settembre 2018



C'è differenza tra ciò che avresti potuto essere e chi davvero sei,

come tra onesto e sincero.

Io non so fermarmi, giuro, neanche quando poi lo vorrei

o scordarmi chi ero.

Ho messo in conto che potrei anche perdere te,

ricominciare solo da zero.

Ma quel che non mi uccide resta sulla pelle,

lo chiamo affetto placebo.




C'era qualcosa di estremamente rilassante nel guardare Ermal, soprattutto quella sera.

A Fabrizio era sempre piaciuto perdersi a fissarlo. Lo avrebbe fatto per ore.

Amava fissare le sue dita affusolate che tenevano la sigaretta, le guance che si incavavano aspirando il fumo. Amava fissare le rughe che gli si formavano sulla fronte quando era perplesso o il sorriso che gli disegnava le labbra quando era felice.

Gli piaceva guardarlo quando si passava le dita tra i capelli e quando socchiudeva gli occhi perché c'era troppo sole.

Insomma, non c'era cosa di Ermal che Fabrizio non amasse e soprattutto che non gli piacesse fissare.

E quella notte, mentre il cielo era ancora scuro ed Ermal era appoggiato alla ringhiera del balcone della loro camera d'albergo, Fabrizio era convinto di non averlo mai amato così tanto come in quel momento.

Eppure c'era qualcosa che non andava.

Fabrizio non sapeva nemmeno dire cosa, in realtà. Era solo una sensazione che si portava dietro da tutto il giorno e che non era riuscito a scacciare via.

Si alzò dal letto su cui avevano fatto l'amore poco prima e lo raggiunse, circondandogli i fianchi con un braccio e appoggiando il mento sulla sua spalla.

"Come mai non dormi?" chiese.

"Non volevo sprecare tempo. Ci vediamo così poco che mi sembra stupido dormire quando siamo insieme" rispose Ermal.

Fabrizio non rispose.

Era d'accordo con Ermal. Sembrava stupido passare il tempo a dormire quando avevano così poche occasioni per stare insieme.

Affondò il viso nel suo collo, respirando il suo profumo, e poi disse: "Va bene, allora che vuoi fare?"

Ermal ci pensò per un attimo, poi si girò tra le braccia di Fabrizio e lo guardò. "Ti va di fare un giro?"

"Adesso?"

"E quando, altrimenti? Non possiamo andarcene in giro per Trento in pieno giorno, come se fossimo una coppia normale" disse Ermal con una leggera nota di amarezza nella voce.

Già, non potevano. Non avrebbero mai potuto probabilmente.

Non sarebbero mai stati una coppia normale, una di quelle coppie che passeggia mano nella mano o che si scambia un bacio prima di salire in macchina.

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