16. Sorridi

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ERI'S  P.O.V.

_Aula di simulazione_

<< Siamo qui! >> Urlo spalancando la porta .

Ho ancora il fiatone e, insieme a me, anche Monti si lascia andare sfinito appoggiando le mani sulle ginocchia.

<< Ma prego. Alla buon'ora. >>

Con un'occhiataccia della professoressa, ci avviciniamo ai nostri compagni, più incuriositi dal vederci insieme che dal nostro ritardo. Ritardo che, tra l'altro, avrei potuto evitare, se QUALCUNO non mi avesse trascinato con sé a soli cinque minuti dall'inizio dalle lezioni.

Faccio l'offesa, ma il ragazzo in questione decide di giungere le mani in segno di scuse e, con i suoi occhioni scuri da cucciolo, cerca il mio perdono.

Come devo fare con te, Monti?

Quasi come se avessi parlato, il moro si avvicina e si giustifica:
<< Dovevo dirti di me e Fen, no? >>

D'accordo. Questa te la do buona. D'altronde, mi avete resa felice.

Finalmente mi volto, decisa a seguire la lezione, ma un punk di mia conoscenza non smette di fissarmi e, ancora una volta, mi da sui nervi col suo ghigno irritante.

Si avvicina.

Scommetto che farà di tutto per infastidirmi.
Ma, allora perché?

Perché non riesco ad odiarlo?

Conosco l'odio o, meglio, so quando una persona mi indegna a tal punto da provocare il mio completo disinteresse. Eppure, con lui...è come se non riuscissi ad ignorarlo.

<< A cosa pensi, ragazzina? >>

<< Ma ciao, rosso. Anch'io sono felice di vederti. >> Dico, ovviamente, ironica.

<< Ah, lo so bene, ma non devi per forza urlarlo a tutti. >>

Ma che?!

<< Ma che ti dice il cervello? >>

<< Piuttosto >> torna serio << hai avuto notizie di Meyer? >>

Allora, anche tu ti preoccupi per i tuoi amici.

<< Penso che Didier ne sappia qualcosa. Ma, tranquillo, farò io lo sforzo di andare a parlargli. A differenza tua, non mi dispiace affatto la sua presenza. >>

<< Ehi! Io e quello là non abbiamo niente in comune. Per forza non andiamo d'accordo. >>

Incrocia le braccia.
È quasi buffo.
Poi continua: 

<< E, comunque, mi sembra che non ti dispiaccia neanche la compagnia di qualcun altro... >>

<< Se ti riferisci a Monti, si, hai ragione: mi piace parlare con lui. E mi rende felice saperlo felice. >>
Sorrido.

Rivolgo ancora una volta lo sguardo verso la mia insegnate di arti magiche, ma la voce profonda del rosso mi raggiunge ancora:

<< E da quando siete così intimi? >>

Il tono era basso e più duro del solito.

<< Hai detto qualcosa, Chuichi? >>

Quasi dubito del mio udito, in genere perfetto, e la risposta negativa del ragazzo, che fa spallucce e si volta, non fa altro che mettermi ancora più dubbi.

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