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Ho appena finito le lezioni di questa mattina, così chiamo le ragazze per sapere se vogliono venire con me e Isma a fare un po' di shopping nel pomeriggio.

"Io accetto volentieri, devo comprarmi qualcosa per l'estate" risponde Rose,
"Esme io non credo sia una buona idea. Voglio dire tu sei davvero disposta a spendere i tuoi soldi per una ragazzina disperata?" la risposta di Katy mi lascia spiazzata e incredula;

"Katy ma ti rendi conto di quello che dici? Sto solo cercando di migliorare le sue giornate e aiutarla ad andare avanti. Forse non hai ancora capito cosa vuol dire la mafia per altre persone. Solo perché tu vivi questa situazione nel lusso sfrenato non significa che anche tutte le altre persone coinvolte in questi giri vivano altrettanto bene. Se non vuoi venire non c'è problema, verrà Rose con noi".

Alle mie parole la ragazza butta giù il telefono e lascia me e Rose in video chiamata, da sole.

"Sono stata troppo dura?" chiedo alla bionda,
"Forse un pochino ma se lo meritava" risponde lei,
"Ti aspetto alle tre".

Riattacco la chiamata a sbuffo, andando al piano terra per mangiare qualcosa.

In sala da pranzo trovo mio padre seduto con altri sette uomini, tra cui anche il signore che accompagnava Dimitri ieri sera.

Appena mi notano tutti si zittiscono e mi guardano.

"Scusatemi, vado via subito" sorrido imbarazzata ed esco dalla stanza.

Non faccio neanche più caso alle armi poggiate dinnanzi a loro, provo solo tanto disgusto.

Io sono abituata a vivere la mafia dalla parte dei potenti, di coloro che non ci rimettono mai ma ci guadagnano sempre; quelli che fanno la bella vita senza pensare troppo alle conseguenze delle loro azioni.
A volte però mi ritrovo a pensare che mio padre, mio fratello e tutta la mia famiglia per sopravvivere debba distruggerne altre.
Mamma ha la costante paura di non vedere più papà tornare a casa ma non pensa mai che quando lui torna, altre donne non rivedranno i loro mariti, o loro figli, i loro padri, varcare la soglia di casa.
Mi sembra quasi surreale.
Vorrei proprio poter uscire senza la paura di fare un passo falso, di dire una parola di troppo, di non espormi perché la mia vita è sempre a rischio.
Soltanto una volta provai a chiedere a mio padre perché continuasse ad uccidere gente per vivere ma lui non mi seppe rispondere.
Disse solo che così era e così sarebbe stato per sempre.
Perché 'la mafia ti seguirà ovunque tu scapperai' a detta sua.
In realtà questa è solo una scorciatoia: per uscire dal circolo vizioso in cui ci troviamo serve il coraggio di dire la verità e affrontare le conseguenze delle proprie azioni.
Servono determinazione e ribellione.
Serve essere disposti a fare un lavoro onesto, faticando sul serio.
È troppo più facile rimanere qui e relegare a questo recinto della morte anche la famiglia, condannare i propri figli.
Mamma ormai non ci prova neanche più a ribellarsi; si è arresa alla volontà di mio padre.
La mia paura più grande è finire come lei un domani.
Non sopporterei tutto ciò.
Non sopporto tutto ciò.

Dopo questo incontro mi si è chiuso lo stomaco, quindi decido ti tornare in camera a prepararmi, senza mangiare.

Per oggi pomeriggio scelgo di indossare un vestito aderente nero di cotone con sopra una giacchetta dello stesso colore e anfibi alti fino a metà gamba firmati Prada, sempre neri.
Aggiungo una borsa nera e grigia di Dior a spalla e passo al trucco.
Coloro le labbra di un rosso fragola e sugli occhi metto solo un po' di mascara.
Come accessori opto per una collana cubana d'oro e un ciondolo a quadrifoglio sempre dorato; prendo poi degli orecchini d'oro spessi e a cerchio piccoli e li fisso nei buchi, lascio il solito anello alla mano sinistra ma non metto braccialetti.
Raccolgo poi i capelli in una coda alta, poggio sulla testa un paio di occhiali da sole neri e sono pronta.

Quando Rose mi comunica di essere fuori dal mio cancello, passo dalla camera di Isma e la informo che oggi ha un'ora di stacco e la porterò fuori io.

Dopo essere salite tutte e tre in macchina con Ksavier, il mio autista, partiamo per il centro.

"Dove stiamo andando?" chiede Isma mentre camminiamo per strada,
"A comprare qualcosa per l'estate, ti va?" chiedo io,
"Si ma ecco non-" balbetta incerta,
"Offro io Isma, tranquilla" la rassicuro,
"Oh no non ce n'è bisogno davvero, sono apposto" cerca di dire ma io la fermo subito;
"Senti io sono qui per farti trascorrere del tempo in libertà e con spensieratezza. I soldi per me non sono un problema quindi sono felice di aiutarti, sempre se non ti offendi".

Lei annuisce ancora dubitante e Rose ci conduce nel suo negozio preferito.

La mia amica sceglie diversi capi: un completo per uscire, due abiti da festa e anche capi per qualsiasi occasione.

Io inizio a scrutare ogni vestito e mi salta all'occhio un completo composto da gonna rosa e nera a quadri, giacca dello stesso colore e top abbinato rosa.

Non posso fare a meno di prenderlo e poi tornare concentrata su Isma.

"Che ne dici di questo?" chiede Rose mostrandole una tuta elegante verde con abbinati stivaletti bianchi con tacco spesso,

"Mi piace molto" risponde lei e finalmente la vedo sorridere.

Dopo averle fatto scegliere un secondo completo, io pago per me e per lei e Rose per se, poi passiamo in negozi più generici per comprarle capi d'abbigliamento basici.

La tappa successiva è un negozio di trucchi, dove le compro due palette e un mascara.

Infine passiamo dal parrucchiere dove le mie amiche si definiscono il colore e sistemano il taglio e io cambio radicalmente, passando a un biondo ghiaccio e ad un taglio più corto.

Il tempo è volato e noi non ce ne siamo accorte: sono le sei.

Appena Isma nota l'ora segnata sul suo telefono va nel panico ma io la rassicuro:
"Tranquilla, vedrai che mio padre non se n'è neanche accorto. Lui non torna mai prima delle otto dal lavoro. Con le altre cameriere ti coprirò io e nessuno verrà a sapere nulla".

Gli occhi della rossa si perdono a fissare un punto immaginario nello spazio e poco dopo tornano in contatto con i miei.

"Perché sei così gentile con me?"
"Perché tu vivi l'inferno e non lo meriti. Non voglio niente in cambio, solo la tua amicizia se ti va. Non avere paura di me"
"Sei buona. Grazie".

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