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"Esme tuo padre è appena rientrato e vuole parlarti. È in soggiorno con Alex e Olga"
"Sai di cosa si tratta?"
"No tesoro, ma dev'essere importante".

Ringrazio Marika che mi lascia sola in camera, seduta alla scrivania, e sospiro, pensando si tratti di qualcosa di importante.

Quando arrivo nella stanza da lei indicatami vedo infatti la mia famiglia che mi aspetta comodamente seduta sui sofà.

Papà ha l'aria nervosa: batte ripetutamente un piede a terra mentre punta con lo sguardo il vaso marrone poggiato sul tavolino di vetro tra i divani;
mamma sembra assorta nei suoi pensieri e curiosa di sapere cosa succede, mentre Alex ha un'espressione triste sul viso, come se già sapesse tutto.

"Cosa succede?" Chiedo entrando piano nella stanza e osservando ognuno dei presenti con gli occhi che vagano da una all'altra figura;
"Siediti Esme" ordina papà e così, anche se un po' contrariata, obbedisco.

Lunghi sospiri precedono uno sguardo che sembra chiedermi scusa.
Mio padre sta mostrando il suo lato vulnerabile.
La solita espressione fredda ha lasciato spazio a una di compassione.
Questa però non è una cosa positiva.
Compassione verso una giovane ragazza vuol dire solo che la attende qualcosa di brutto.

"Il ragazzo che hai conosciuto ieri sera a cena è venuto fino a qui per te. Io e suo padre vogliamo stringere un'alleanza che consenta ad entrambi di allargare il proprio mercato e a me di risanare un vecchio debito. Voi due unirete le famiglie".

Sono bastate poche parole a far diventare realtà il mio incubo peggiore, che però è ciò che purtroppo spetta a molte ragazze della mia età.

Lui ha programmato di usarmi come chiave di volta al suo mercato.
Promettendo un fidanzamento certo e un'alleanza onesta, ha saldato un debito.

Non ha pensato a me, a cosa è successo alla mamma quando è stata obbligata a sposare un uomo che non aveva mai visto, a tutte le ragazze che si ritrovano completamente succubi del potere di un uomo padrone.

"Questa sera tutta la sua famiglia sarà presente a cena, qui da noi e inizierete a conoscervi. È un bravo ragazzo Esme".

In un secondo mamma si avvicina a lui per poi mollargli uno schiaffo in pieno volto.

"Come fai a guardarla in faccia tutti i giorni tenendo nascosta una cosa così grande? Riesci a vedere come mi ha ridotta un matrimonio che non volevo?
Guarda come tu sei stato capace di abbandonarmi. Sposare te ha assicurato un futuro alla povera famiglia da cui vengo ma io un futuro non ce l'ho avuto.
Credi che lei si sottometterà?
Non siamo più a trent'anni fa.
Queste sono soluzioni medievali che non portano a niente di buono. Mi hai vista cadere nella depressione più profonda giorno dopo giorno e vuoi dirmi che a mia figlia toccherà la stessa sorte?
Per me sei morto".
Sbraita la donna con tutto il fiato che ha in corpo per poi dare le spalle a suo marito e fare profondi respiri.

Mio padre stringe i pugni e si allontana dalla figura femminile d'innanzi a lui, per poi sedersi accanto a me.

"Ho diciotto anni.
Diciotto anni vissuti tra regole e costrizioni. Ora che pensavo di poter andarmene e vivere in modo diverso, tu pretendi che io sposi un ragazzo sconosciuto solo per i tuoi affari.
Un padre pensa al bene dei suoi figli prima di tutto e invece tu hai pensato solo alla tua sopravvivenza.
Non incontrerò quel ragazzo né stasera né mai"
"Devi farlo, non hai alternativa"
"Mi stai costringendo a recitare una commedia. Anche se è un bravo ragazzo questa sarà pur sempre una forzatura ed io non voglio vivere il resto dei miei giorni con lui"
"Forse non ci siamo spiegati. O lo fai oppure io, tuo fratello e i restanti gli uomini di questa famiglia saranno  destinati a combattere una guerra già persa" sentenzia lui guardandomi bene in faccia ed io non riesco a dire niente.

SmeraldiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora