Sogni premonitori

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Mi alzai in una pozza di sudore freddo. Mi misi a sedere sul letto.
- Di nuovo no... di nuovo no...- mormorai cercando di metabolizzare ciò che avevo sognato: un mostro senza pietà uccideva degli studenti, non sapevo chi fosse, ma riconobbi i suoi seguaci, decisamente dei Mangiamorte.
- Non può essere lui...- la cosa più strana era che io non facessi parte dei suoi schieramenti, anzi dalla parte degli studenti c'era una ragazza molto simile a me: il viso e il fisico erano gli stessi, ma aveva i capelli castani e gli occhi neri; probabilmente una mia discendente.
- Hai distrutto la mia famiglia, Estelle, il mio migliore amico, ma non ti permetterò di far male a qualcun'altro- gridò la ragazza, aveva circa vent'anni, ma questo non interessava, ciò che mi faceva paura era il fatto che avesse detto "Hai distrutto la mia famiglia, Estelle".
Tom avrebbe davvero avuto il coraggio di uccidermi?
Decisi di fare una camminata lungo il campo di quidditch, mi strinsi nella giacca ed uscii dal castello. Era quasi ľalba, decisi di sedermi sugli spalti per ammirare lo spettacolo. Il quidditch era da sempre la mia passione, amavo giocare e secondo la professoressa avrei potuto far parte di una squadra molto potente, come le Holies Harpies, il Pluddermore United o gli Irlandesi.
- Un po' presto per gli allenamenti, non credi?-
- Oh, Flint! Non posso stare cinque minuti sola che deve arrivare qualcuno!-
- Va bene, me ne vado- disse il capitano alzando le mani. Per le successive tre ore rimasi lì a guardare il campo, ero terrificata dalla visione futura di Tom. Forse avevo tradito la sua fiducia e lui aveva tentato di cruciarmi uccidendomi o forse un incidente dovuto al quidditch. Ma fatto sta che la ragazza avesse detto che era colpa sua. Com'era complicato essere una strega purosangue, la prossima volta nasco babbana.
Solo alle dieci e mezza rientrai a palazzo.
- Dove sei stata tutta la mattina?- chiese Tom con aria furente, avrei giurato che in quello sguardo avessi rivisto il mostro del sogno.
- Non sono affari tuoi-
- Nervosa la bimba- affermò col suo tono quasi sarcastico.
- Tu mi ucciderai! Diventerai un mostro! Farai male anche alla nipote di Jacob! Tu rovineraila vita a tutti!-
- E non pensi che loro l'abbiano rovinata a me?!-
- Non puoi prendertela col mondo intero per un paio di persone cattive-
- Oh, certo che posso, io posso tutto-
Se avesse avuto dei sentimenti, probabilmente gli avrei visto gli occhi brillare  di felicità, ma ora erano gelidi più che mai.
- Ora spiegami come hai fatto- disse sedendosi su una delle poltrone della nostra Sala Comune.
- Sogni- risposi semplicemente.
- Sapevo che sarebbe accaduto... Non dovevo perderti d'occhio...- mormorò fissando il pavimento.
- Che intendi dire?-
- Tu hai un dono, un dono molto raro. Vedi, per tutto questo tempo ti ho mentito dicendoti che osservavo i tuoi sogni perché io non ne avevo, in realtà evitavo che tu avessi alcuni dei tuoi sogni premonitori- fece una breve pausa- Ho iniziato a cancellarti i sogni quando mi sono accorto del tuo potere-
- Vuoi uccidermi?-
- No, non intendevo questo è solo che ho paura del futuro e se io ho paura, tu saresti terrificata-
- Non hai risposto alla mia domanda-
- Non potrei mai- si alzò e mi baciò la testa, dopodiché sparii fra le sue braccia.
- Credi che io abbia tutto questo coraggio?- chiese guardandomi negli occhi.
- Hai già ucciso altre persone-
- Loro non contavano nulla per me- posai la testa sul suo petto e insirai il suo profumo. Probabilmente ľAmorentia avrebbe avuto il suo profumo se ľavessi usata.
Quella sera il mostro non tornò: Tom era lì a evitarlo.

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