Prologo

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Il fiume scorreva allegro in una giornata soleggiata, un paesaggio che non avevo mai visto prima, si presentava davanti ai miei occhi. Come ci sono finita qui? Che posto è questo? Sembra abbia qualcosa di... magico!
Delle risate mi fecero voltare alla mia sinistra, appartenevano ad una ragazza e un ragazzo seduti su una coperta sul prato, lei con i capelli rossi e la pelle bianca, lui con i capelli castani e la pelle olivastra.
Loro non parvero accorgersi della mia presenza.
La ragazza accarezzava il suo ventre che, notai solo allora, era leggermente gonfio; il ragazzo la imitò, poi posò dolcemente le sue labbra su quelle della ragazza.
La scena cambiò all'improvviso.
Era notte. Mi trovavo nel cortile antistante la mia casa. Aspettai un po', poi vidi sbucare dai cespugli una giovane Jane, seguita da un uomo vestito in modo bizzarro; portava una calzamaglia verde, decorata con ghirigori di un verde più scuro, aveva diversi tatuaggi sulle braccia che imitavano la fantasia della sua calzamaglia. Lui teneva tra le sue braccia un neonato avvolto in una coperta. Sembrava che i due stessero discutendo, ma non riuscivo a sentire una parola, così decisi di avvicinarmi, ma essi sparirono all'improvviso.
Riapparì Jane, come era sparita qualche secondo prima, questa volta delle piccole rughe le decoravano il viso, facendola apparire più matura.
Sbucò dai cespugli lo stesso uomo-verde, anche lui più vecchio e con qualche capello bianco. Mia zia non parve sorpresa di rivederlo, si accese una sigaretta e iniziò a camminare avanti e indietro per il cortile, sembrava nervosa.
«Adesso che c'è?» chiese lei, quasi esausta.
«Sanno dove siete, vi hanno trovate!»
«Com'è possibile?»
«Devi riportarla a casa»
«No, non farà la fine dei suoi genitori»
«Solo lì sarà al sicuro, lo sai bene»
Jane scosse la testa febbrilmente e si mise la sigaretta in bocca. L'uomo parlò di nuovo:
«Non sa niente, vero?» concluse e prese il silenzio della donna come una conferma.
«Beh deve saperlo» disse in modo deciso. La donna lo guardò negli occhi, gettò a terra la sigaretta, la schiacciò con la scarpa e si voltò per tornare dentro.
L'uomo si dissolse davanti ai miei occhi, così come la casa, il cortile e il cancello, tutto sparì, tutto diventò nero.

Aprii gli occhi, ero nel mio letto ed era ancora buio, dedussi che fosse ancora notte fonda. Sentii qualcosa accarezzarmi la fronte e poi la guancia, una gocciolina di sudore.

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