Aveva smesso di piovere ed un leggero venticello iniziò a scuotere le foglie degli alberi del giardino. Tentavo di strofinare con le mie mani le braccia nude, capendo solo adesso che una semplice T-shirt non era abbastanza per un clima così rigido. Per fortuna aprirono quasi subito il grande portone decorato. Una donna non molto alta, con una veste nera e un grembiule bianco sopra, ci apparve sulla soglia e ci invitò ad entrare.
«Lady Bee sarà subito da voi» disse la donna per poi inchinarsi e lasciarci nell'ingresso ad aspettare. Sul soffitto e sulle pareti erano affrescati strani simboli che non mi parve di riconoscere, mentre sul pavimento era presente un morbido tappeto pieno di ghirigori; al centro della stanza c'era un tavolo tondo con un vaso di fiori poggiato sopra; la quarta parete era sfondata e un arco incorniciava un'ampia rampa di scale che portava chissà dove.
La cameriera tornò poco dopo da noi, invitandoci ad accomodarci nel salone che era ancora più grande e maestoso dell'ingresso. Qui ci aspettava una donna, che dedussi essere Lady Bee; aveva i capelli biondi raccolti in un'elaborata acconciatura, gli occhi azzurri e un vestito lungo, dello stesso colore, che la fasciava, nascondendole i piedi. Ci guardava con dolcezza e si alzò dalla poltrona di velluto al nostro ingresso nella stanza, spalancando le braccia disse:
«Benarrivate a Fourhills! È un vero piacere ospitarvi» poi continuò «Tu devi essere Flamma! Che piacere incontrarti! Jane mi ha parlato molto di te»
«Il piacere è mio, Lady Bee» dissi inchinando di poco il capo.
«Oh no tesoro, chiamami pure Margareth»
«Va bene, Margareth» risposi e lei annuì soddisfatta. Poi spostò lo sguardo su mia zia, con aria seria disse:
«Sono felice che tu abbia cambiato idea, Jane»
Nella stanza cadde in silenzio carico di tensione, io guardai mia zia, che voleva dire Lady Bee?
«Flamma, perché non vai a cambiarti e non ci lasci parlare un attimo da sole?» disse Jane.
«Tua zia ha ragione, sei tutta bagnata e probabilmente infreddolita, Mary ti accompagnerà in camera tua» detto questo, la domestica di prima spuntò nel salone, prese la mia valigia e mi fece segno di seguirla. Salimmo due rampe di scale e, vedendo la smorfia di dolore della domestica, decisi di intervenire.
«Se vuole posso portare io la valigia, è abbastanza pesante»
Mary si voltò sorridendo.
«Sei una ragazza molto dolce, ma sei anche un'ospite ed io una cameriera ed è mio dovere servirti»
Rimasi spiazzata da quell'affermazione e non replicai, continuando a seguire la donna. Giungemmo davanti ad una porta bianca, uguale identica a tutte le altre porte del corridoio. Quando Mary l'aprì, rimasi a bocca aperta: al centro della stanza c'era un letto matrimoniale con tanto di baldacchino, appoggiata ad una delle pareti c'era la scrivania e perfino un camino con il fuoco scoppiettante che riscaldava la stanza, un armadio e una porta che conduceva al bagno.
La domestica mi raccomandò di scendere nel salone alle otto per la cena e poi mi lasciò sola, così decisi di farmi un bagno e cambiarmi.Mancavano venti minuti alle otto ed ero già pronta per la cena, così decisi di farmi un giro per i corridoi vicini. Alla fine arrivai fino al salone, dal quale provenivano le voci di Jane e Lady Bee. Discutevano tra loro, a tratti urlando, e, incuriosita, mi avvicinai non appena sentii il mio nome.
«Come hai potuto, Jane» diceva Lady Bee «Come hai potuto non dire niente a Flamma?» nella sua voce si sentiva il disprezzo e un pizzico di superiorità «Lei ha il diritto di sapere»
«Sapere cosa? Che i suoi genitori erano dei Custodi e sono morti per salvarla? Che molto probabilmente anche lei ha il dono?» poi abbassando la voce continuò dicendo «Che io le ho mentito per tutti questi anni?»
«Cosa?!» dissi, non riuscendo a trattenermi e uscendo dal mio nascondiglio, per essere ben visibile dalle due donne.
La discussione si interruppe e Jane si voltò verso di me, i suoi occhi sembrava volessero chiedere scusa, scusa per tutte quelle bugie raccontate in ben diciassette anni. Lo sguardo di Lady Bee non lo riuscii a decifrare, era un misto di compassione, tenerezza, ma allo stesso tempo sembrava contenta che io avessi ascoltato la conversazione, aveva un che di malefico.
Dopo vari istanti di silenzio che mi parvero decenni, Jane si decise a parlare:
«Flamma, io... posso spiegarti»
Io volevo bene a zia Jane, ma adesso come facevo a sapere che non mi avrebbe raccontato altre bugie?
Prima che potesse dire altro, uscii dal salone, salii le varie rampe di scale, raggiunsi il corridoio e entrai nella stanza, pronta a buttarmi sul letto e a passare una notte insonne, ripensando a quanto accaduto, ma quella in cui mi trovavo non era la mia stanza. Mi trovavo in una stanza più buia e alle pareti erano appesi diversi quadri, rappresentanti i volti probabilmente di personaggi importanti per Lady Bee; avevano tutti nomi altisonanti, come Sir. Nicolai Manghkon o Lady Fleur Delacroix, tutta gente a me sconosciuta.
Continuai a osservare i dipinti fin quando i miei occhi non si fermarono su tre nomi. Il mio cuore saltò un battito, le mie labbra si aprirono di poco e le mie gambe diventarono molli come gelatina, quasi incapaci di reggere il peso del mio corpo.
Due nomi: Marcus, Megan and Flamma Dickenson
Erano scritti su una targa dorata, posta sotto un dipinto che raffigurava due giovani, lei con o capelli rossi e lui castano, entrambi sorridenti. Lei teneva in braccio una bambina neonata, avvolta in una copertina rosa.
Decisi di uscire dalla stanza, trovare una biblioteca e un libro che spiegasse la questione dei Custodi, accennati da Jane, ma quando uscii e chiusi la porta alle mie spalle, notai una targa proprio sulla porta che prima non avevo visto, diceva:
"Stanza in onore dei Custodi, morti per proteggere l'equilibrio"Ciao a tutti!
Eccomi, sono tornata con il secondo capitolo pieno di rivelazioni, ma questo è solo l'inizio. 😏
Alla prossima, 🥰
bea_kind
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Roots
FantasyLa vita di Flamma, fino ad allora normale, cambia completamente alla rivelazione di un segreto, al racconto di un passato ormai quasi dimenticato dal quale non si può fuggire. La conoscenza delle sue origini la porterà a combattere per difendere l'e...