Tiro un sospiro di sollievo quando i miei occhi, incrociano quelli verdi di Trent: <<Pensavi che fossi Sean?>> chiede richiudendosi la porta alle spalle. <<Tu non bussi mai prima di entrare?>> . Cerco di cambiare rapidamente discorso <<Ogni tanto, quando me ne ricordo>> . Si avvicina al mio letto con passo tranquillo. <<Non ricordo di averti autorizzato ad entrare>> dico guardandolo, mentre lui si accomoda tranquillamente sul bordo del mio letto. <<Sei a casa mia, baby>>, prende una fragola dal mio piatto e io mi metto seduta con le gambe incrociate <<Sei nella mia stanza, baby>> . Gli rispondo acida, prendendo il piatto di fragole per allontanarlo da lui. Trent ride e scuote la testa <<Cos'è successo tra te e Sean?>> . Una fitta al cuore, credevo di essere riuscita a evitare questo discorso. <<Niente>> rispondo con un tono di voce, che lascia trapelare la mia paura nell'affrontare quest'argomento. Lui mi guarda torvo <<Stai mentendo>>. Chino il capo guardando un punto fisso del letto <<No, invece no>> <<Sì, invece sì. Tu lo temi>> risponde sempre con il suo tono calmo e io scuoto la testa <<Ti sbagli, non ne ho motivo>> . Sta iniziando a darmi sui nervi. La porta della mia stanza si apre nuovamente, questa volta entrano mio fratello e mio cugino <<Ah sei qui Trent? Ti stavamo cercando>> .Francisco, seguito da Diego, si getta sul mio letto. <<Ma nessuno di voi in questa casa sa cosa sia la privacy?>> chiedo esasperata mentre roteo gli occhi. <<Non ti scaldare cugina>>. Diego prende una fragola dal mio piatto e io lo guardo male. <<Abril, quanto tempo ci metti a prepararti la mattina?>> interrogativamente, poso lo sguardo su Trent, non capendo il motivo della domanda. <<Perché?>> <<Per andare all'università la mattina no? O vieni con noi o vai con Sean>> a rispondere è mio fratello, il pensiero di andare in macchina con il mio fratellastro, da soli, mi dà il voltastomaco; arriccio il naso. <<Vengo con voi. Per le 8:00 sono pronta>> <<Okay>> afferma Trent, allunga la mano per prendere l'ultima fragola nel piatto <<Giù le mani! Questa è mia!>>. Prendo la fragola per prima, dandogli un morso. Vedo Trent allungare tranquillamente la mano sinistra mentre sorride, mi afferra delicatamente il polso nella quale tengo l'altra metà della fragola e l'avvicina alla sua bocca addentandola. <<Heyyy>> protesto, quando ormai è già troppo tardi. <<Ricorda che sono io quello che deve portati all'università tutte le mattine, splendore>> <<Smettila di chiamarmi splendore>> lo guardo male. <<Preferisci splendor?>> questo mi ricorda qualcosa. <<Aspetta, ma è il nome di un cavallo>> <<Già>> <<Mi stai dando del cavallo?>> chiedo inarcando un sopracciglio. <<Ma no! Lo stai dicendo tu!>> prendo il cuscino e glielo tiro in faccia <<Fuori dalla mia stanza tu e pure voi due>> l'ultima parte è chiaramente rivolta ai miei parenti. <<Ma che cattiva che sei, cugina. Il Messico ti ha reso acida>> caccio la linguaccia a Diego e poi riprendo il cuscino per buttarglielo addosso. <<Adesso stai abusando troppo, sorellina>> Francisco mi prende il cuscino di mano, Diego mi afferra le caviglie dei piedi mentre Trent mi blocca i polsi e mio fratello mi prende a cuscinate <<Così non vale! Siete tre bestie contro un cucciolo indifeso!!! Lasciatemiii!!!>>. Tutto fiato sprecato.
La luce prepotente del nuovo giorno che filtra dalle finestre nella mia stanza, mi obbliga ad aprire gli occhi, alle 10:00 in punto, vado farmi una doccia rigenerante, ho ancora il sonno del viaggio arretrato. A tavola sono seduti Trent, Diego e Francisco <<Buongiorno a tutti>> siedo allo stesso posto di ieri per fare colazione. <<Buongiorno>> rispondono all'unisono i tre ragazzi. <<Latte e caffè?>> Trent mi porge una tazza vuota <<Sì, per favore>>. Prende la caraffa con il latte e lo versa nella mia razza, poi prende il caffè e fa lo stesso versandone di meno <<Grazie>> <<Prego>>. Diego anche è seduto allo stesso posto di ieri, mentre mio fratello oggi è di fronte a me. <<Abril viene con noi?>> Trent rivolge la domanda a Francisco, così il mio sguardo si sposta su quest'ultimo. <<Non lo so, Ab, vuoi venire con noi?>> <<Dove?>> <<Andiamo al negozio dell'università per comprare i libri, i quaderni, anche gli zaini e le penne e...sì insomma, tutto>> inarco un sopracciglio guardandolo. <<Tutto? Anche lo zaino? E l'anno scorso come avete fatto?>> perché sento di stare per scoprire qualcosa di assurdo? <<L'anno scorso avevamo degli zaini>>. A quella frase, mi volto verso Trent <<E che fine hanno fatto?>> <<Sono serviti per il falò di fine anno sulla spiaggia. Hai presente quando dici: "a fine anno darò fuoco a tutti i libri"?>> mi dice mio cugino, lo guardo torva <<Sì...>> <<Beh noi abbiamo il detto: "a fine anno brucio tutto ciò che ha a che fare con la scuola">> riprende Trent <<E lo seguiamo alla lettera>> conclude, fiero, mio fratello. Roteo gli occhi negando col capo <<Voi siete pazzi!>>. Trent mi guarda <<La pazzia è una delle cose più belle della vita, ricordatelo Abrilucha!>>. Sgrano gli occhi al suono di quel soprannome <<Chi te lo ha detto?>> <<Chi mi ha detto cosa?>> chiede facendosi il finto tonto. <<Io odio essere chiamata così!>> colpisco il tavolo con un pugno destro. <<Ecco, glielo hai detto tu adesso>> dice mio fratello pulendosi tranquillamente il muso con un fazzoletto. <<Davvero? Uuu questo lo renderà ancora più divertente>> vedo Trent alzarsi e prendere il biscotto che ho tra le mani per metterselo in bocca <<Heyyy>> <<Muoviti gattina abbiamo da fare>> <<Non chiamarmi gattina!>>. Francisco e Diego si alzano per poi seguirlo, roteo gli occhi e finisco quello che c'è nella tazza. Incredibile come l'aspetto di questa casa sia cambiato, il prato verde, curato, pieno di fiori, hanno fatto mettere anche un paio di fontane, molto belle. Immediatamente, noto due macchine posizionate davanti a un garage <<Perché davanti e non dentro?>> chiedo guardandole <<Perché dentro ci sono altre macchine e dall'altra parte invece, ci sono quella della tua matrigna e quella del tuo fratellastro>> mi spiega Trent. <<Qual è la tua?>> osservo attentamente le auto dinnanzi a noi cercando di tirare a indovinare. <<La BMW x6 nera>> <<Quante macchine hai?>>. La domanda sorge spontanea dato, visto e considerato che ha altre macchine in quel garage, raggiungo la portiera del posto del passeggero <<Tre, questa l'R8 e la Ferrari four e ho anche una BMW HP4>>. <<Una moto?>> chiedo inarcando sopracciglio <<Esattamente>> vedo Francisco e Diego con le mani chiuse che giocano a morra cinese, mi avvicino curiosa ai due <<Perché giocate a morra cinese?>> <<Così stabiliamo chi si siede davanti>> risponde Diego, applicato a pensare alla sua mossa. <<Non disturbatevi, adesso ci sono e mi siederò sempre io davanti>> dico prendendo posto dopo aver aperto la portiera <<Che?!>> entrambi, protestano all'unisono...mi viene da ridere, ma mi trattengo. <<Sono una ragazza>> tutti e due si voltano a guardare Trent che alza le mani <<Ha ragione lei>> mio cugino incrocia le braccia <<Questo non è corretto!>> roteo gli occhi, a volte questi due continuano a essere dei poppanti. <<Okay, facciamo morra cinese. Chi vince si sede avanti fino alla fine dell'anno scolastico e non solo quando dobbiamo andare a scuola>>. Avviso entrambi, se vogliono giocare lo facciamo alle mie regole, fanno un cenno di assenso col capo <<Fratello, prima tra voi due, chi vince contro di me>>. A vincere è stato mio cugino e a batterlo sono stata io. Sorrido, sedendomi al mio posto e durante il viaggio, mi sono dovuta sorbire le lagne di Fran e Diego che sembravano due bambini delle elementari. <<Hai barato!>> borbotta quest'ultimo <<Non ho barato Diego ma tu segui sempre lo stesso ordine da anni! Sasso, forbici, carta! Hai fatto sasso con mio fratello, era ovvio che avresti fatto forbici con me>> spiego ovvia. <<Non è vero che seguo sempre quest'ordine!>> sto per rispondergli, ma Trent mi anticipa <<Sì invece! E Francisco fa carta, sasso, forbici>> annuisco alle sue parole <<Precisamente!>>. Finalmente arriviamo all'università, la guardo a bocca aperta, è ancora più bella di come la ricordavo <<Oh Mio Dio. Sembra un castello!>> <<Sì, il castello delle torture!>>. Ignoro le parole di Francisco e continuo a osservare quell'imponente ed enorme struttura fatta in mattoni, che è costruita in modo da sembrare davvero un castello, uno di quelli del medioevo, l'enorme arco all'entrata, la scritta Primary University e lo stemma della scuola, uno scudo nero e rosso. Nel giardino e nei dintorni della scuola, ci sono già molti gruppetti di ragazzi che parlano tra loro <<È immenso>> esclamo, non riuscendo a vedere la fine. <<Sì, ti ci vorrà molto per memorizzarlo e poco per perderti>> mi dice Trent. Parcheggiata la macchina, sto per aprire la portiera, ma vengo preceduta da quest'ultimo <<Prego>> mi tende la mano per aiutarmi a scendere dall'auto. <<Grazie playboy>> metto la mia mano nella sua, accettando il suo aiuto. <<Io non sono un playboy>> trattengo una risatina a quelle parole <<Ceeerto e io sono la fata turchina di Cenerentola>> <<Davvero? Avrei giurato che fossi la principessa degli angeli, perché sembri caduta dal cielo>> ma sentitelo, la mia smorfia di disgusto parla da sé. <<Uno. Bleah! Mai sentita frase più sdolcinata di questa e neanche più banale, due. Diciamo che la tua tendenza all'essere un playboy è abbastanza ovvia e tre...per ora non c'è un tre, ma sono sicura che me lo farai trovare presto>>. Lui sorride, io avanzo raggiungendo mio fratello, mentre Trent, affianca mio cugino. Il soffitto è altissimo e sorprendentemente, lo stile degli interni è moderno, resto impalata a fissare ancora il soffitto, quanto può essere alto? Dodici metri? <<Abril>> Trent mi richiama, essendo più avanti insieme agli altri e io mi affretto a raggiungerli <<Non incantarti sorellina, se ti perdi poi ci tocca cercarti>>. Francisco mi afferra il braccio mettendomi dinnanzi a lui, in modo da potermi controllare. <<È di qua, vieni>> Trent mi mette una mano alla base della schiena, facendomi entrare per prima in un negozio con la porta fatta di vetro e la scritta "University center". <<Questo è il negozio della scuola, ci trovi di tutto e alla cassa...una delle donne più belle e disponibili di questo mondo>> mi dice avvicinandosi alla cassiera, è una donna di all'incirca cinquant'anni, con i capelli neri raccolti ordinatamente in uno chignon, indossa un tailleur stile vecchi tempi, blu scuro col colletto bianco, è alta e magra. Trent le prende la mano e la bacia mentre la donna rotea gli occhi <<E lei Harris è uno dei playboy più famosi di tutto il sistema solare>> scoppio a ridere mentre lei ritira rapidamente la mano. <<Ma dai Geltrude, sto cercando di fare buona impressione alla nuova arrivata>> posa gli occhi su di me per indicarmi con lo sguardo. <<Vuoi evitare i problemi e avere una buona carriera scolastica? Allora sta lontana da questi tre cerca guai ragazzina>>. La donna mi mette in guarda e io annuisco <<Mi creda, se potessi lo farei>> <<Geltrude, mi serve la lista dei libri del primo e terzo anno e mi servirebbero anche gli orari delle lezioni, per favore>>. Trent poggia il gomito destro sulla scrivania, sporgendosi verso il computer che poggia su di essa. <<Il giorno prima che inizino i corsi?>> chiede l'impiegata <<Lo sai che a me piacciono le sfide Geltry, fare tutto all'ultimo minuto è più eccitante! È come una competizione contro la scuola, qualcosa tipo...ce la farò a batterti, vedrai che prima del tuo inizio io sarò pronto! Capisci?>> la donna rotea gli occhi esasperata, inizia a cercare le liste sul computer e io rido per le parole assurde che sono uscite dalla bocca di Trent. <<Andiamo Abrilucha, mentre Geltry ci fa la lista prendiamo quello che ci serve>> si avvicina allo scaffale dei quaderni e io lo fulmino con lo sguardo. <<Ti ho detto di non chiamarmi Abrilucha!>> grido seguendolo. Sono vicino lo scaffale delle penne a prenderne un paio blu, una rossa, una verde e sì anche una nera, non si sa mai. Quando alzo lo sguardo vedo una bellissima ragazza dai capelli rossi entrare all'interno del negozio <<Amore! Ciao!>> ha un sorriso smagliante e i suoi capelli sembrano un mantello, lunghi e ondulati, è alta quasi quanto mio fratello e ha un bel fisico. Si avvicina a lui e gli cinge il collo per poi baciarlo sulle labbra. <<Ciao scoiattolo>> dice Francisco e non l'ho mai visto con un sorriso così grande stampato in faccia <<Cosa vedono i miei occhi...qualcuno è riuscito a metterti il guinzaglio Fran?>> chiedo avvicinandomi ai due. Mio fratello sorride alla fidanzata imbarazzato, per poi guardare me in cagnesco <<Lei è mia sorella minore Abril detta anche Ab, Abril lei è la mia fidanzata Anastasia detta anche Ana>> . Sorrido falsamente a mio fratello, successivamente, osservo la sua ragazza. I suoi occhi vispi sono di un bellissimo color miele <<Ciao Abril! È un vero piacere conoscerti, tuo fratello mi ha parlato spesso di te>>. Le tendo la mano e lei l'afferra <<Grazie Anastasia posso dire lo stesso di te, tranne per il fatto che mio fratello non mi ha mai parlato di te>> dico posando nuovamente gli occhi Fran. Lui mi guarda male. <<Come avrei potuto se non rispondevi mai al telefono?>> quanto mi sta facendo divertire. <<Ciao Ana>>. Trent le si avvicina e la ragazza gli mette una mano sulla spalla, gli schiocca un bacio sulla guancia. <<Ciao Trent!!!>> anche mio cugino le si avvicina e riceve lo stesso saluto. <<Harris qui ci sono le liste>> la donna dietro al bancone richiama la nostra attenzione, poggiando due fogli su di esso, Trent si avvicina per prenderli <<Trent, la fai vedere anche a me? Sai qualcuno ha bruciato i miei libri l'anno scorso>> gli occhi color miele di Anastasia si poggiano accusatori su mio fratello <<Tesoro, serviva qualcosa per alimentare il fuoco del falò>> rido per le parole di mio fratello e mi avvicino a Trent. <<Qual è la mia?>> <<Questa, i libri sono lì>> indica gli scaffali con un cenno del capo, passandomi la lista <<Grazie>>. Mi avvicino ad essi e prendo i libri che sono segnati sul foglio. Usciti dall'università, ci dirigiamo verso l'auto di Trent. <<Ana, ti ha accompagnata tuo padre?>> chiede quest'ultimo. <<Sì! Ho detto che mi avresti riportato tu a casa>>. Anastasia sorride avanzando e mettendosi sotto al braccio di Trent, da quello che vedo ha molta confidenza sia con lui che con Diego <<Va bene sirenetta, ti dò un passaggio>>; la ragazza gli schiocca un bacio sulla guancia, per poi tornare sotto il braccio di mio fratello. Mi fermo di colpo per voltarmi di nuovo a guardare l'istituto. <<Sei proprio fissata con queste quattro mura eh?>> la voce di Trent è vicina, avverto la sua presenza. <<È bellissima ed è il luogo dove mia madre e mio padre si sono conosciuti e si sono innamorati>> <<Sei molto romantica>> <<Naaa>> <<Vuoi che ti faccia fare un breve giro dentro?>>. Mi volto di scatto verso di lui <<Dici sul serio?>> <<Sì, se vuoi ti faccio fare un giro>>. Senza dare risposta, mi limito a sorridere iniziando a correre verso l'interno dell'istituto <<Heyyy no, aspettami! Fraaann faccio fare un giro a tua sorella, ci vediamo al bar>>. Continuo a correre arrivando vicino l'entrata ridendo, sento le mani di Trent posarsi sui miei fianchi e tirarmi indietro per fermarmi <<Presa!>>. Ride anche lui, iniziando a camminare un passo avanti a me. <<Ma quanti anni hai? Tre?>> chiede voltandosi per guardarmi <<Ti informo, tesoro, che tu mi sei corso dietro e quando mi hai afferrata hai urlato "presa!" quindi sei stato al gioco>> gli faccio la linguaccia, lui sorride ancora. Non è un sorriso da playboy, presuntuoso o altro...è un sorriso dolce come quello di un bambino in imbarazzo e mi fa tenerezza. <<Punto per te, Sweety>> <<Sweety?>> inarco un sopracciglio guardandolo. <<Sì, è l'abbreviazione di sweetness>> <<Vuol dire dolcezza giusto?>> <<Giusto, Sweety!>> <<E ora perché mi chiami Sweety? Smettila di chiamarmi Sweety!>> <<Ma non ti accontenti proprio mai eh?>>. Sto per rispondergli, quando una bionda slavata ci piomba davanti abbracciando...no un attimo...stritolando, letteralmente Trent. Dal suo abbigliamento è facile intuire che tipo di ragazza sia, una di quelle che puoi portarti a letto facilmente dopo il primo scambio di parole, ovvero "ciao" "ciao". <<Trent! Oddio che bello vederti! Non posso credere che tu sia qui, sei venuto a trovarmi prima che inizi l'anno?>>. Il solito sorrisetto, disperato direi, da "vivo per te" visto e rivisto. Roteo gli occhi e avanzo, non sopporto questo tipo di ragazze che hanno zero rispetto per se stesse e per il proprio corpo. Sono assurde, stupide e oche <<Ehm...veramente io non ricordo neanche il tuo nome...>> oltrepasso la porta che è a pochi passi da noi ed entro in quella che ovviamente, è la biblioteca. La osservo a bocca aperta per quanto sono alte queste librerie, c'è anche una scala altissima che permette di arrivare agli scaffali più alti, sono tutti pieni di libri senza neanche uno spazio vuoto. I miei occhi si illuminano mentre mi avvicino allo scaffale di fronte a me, non posso fare a meno che alzare di nuovo il capo, assurdo! Il mobile arriva quasi al soffitto, poggio l'indice sinistro sul libro che mi è davanti e lo faccio scorrere andando sui titoli di quelle copertine, non ci sono solo libri scolastici, ma anche libri moderni, quelli che trovi nelle librerie per intenderci. <<Ma mi spieghi perché te ne sei andata così? Ti saresti potuta perdere>>. Mi volto con il sorriso stampato in faccia guardando Trent <<Questa biblioteca è fantastica!!!>> sorrido e batto le mani euforica. <<La devo vedere tutta, è assolutamente bellissima!>> sto per avanzare, ma Trent, mi afferra il polso di scatto, facendomi finire di fronte a lui. <<Shhhh! Sai qual è la caratteristica delle biblioteche?>> chiede togliendosi l'indice sinistro dal naso che aveva usato in segno di silenzio <<Che hanno tanti libri>> rispondo ovvia <<Sì, che hanno tanti libri, ma soprattutto che bisogna fare silenzio! Se Wilfred ci becca qui, ci butta giù dalla finestra e siamo al quinto piano quindi spiccheremmo il volo, mi sono spiegato?>>. Annuisco col capo e lui mi lascia andare, inizio a correre verso gli altri scaffali della libreria <<No! Abril!>> sgrano gli occhi e afferro immediatamente il libro che mi si presenta davanti <<Guarda! È uno splendido disastro! È uno dei miei libri preferiti!>>. Lui sospira e mi sorride quando mi raggiunge. <<L'avevo detto io che eri una romantica...ma non hai ancora capito che devi stare buona qui dentro?! Non puoi correre così, sono serio>> inarco un sopracciglio. <<Tu, serio? In un universo parallelo forse>> dico riposando il libro, lui mi sorride. <<Ti piace molto leggere?>> annuisco <<Sì, è una delle cose che preferisco>> <<Dai vieni, ti mostro altre parti>> dice spingendomi leggermente a uscire da lì. Contro la mia volontà, ci allontaniamo dalla biblioteca, alla quale ogni tanto getto ancora un occhio mentre camminiamo. <<Questo è uno dei laboratori di chimica, questo è quello di informatica, da quella parte c'è la segreteria e poco più distante trovi il bar>>. Trent continua a farmi fare un giro di perlustrazione e io ammiro ogni singolo dettaglio di quel luogo, anche se niente potrà superare la biblioteca. Finito il giro raggiungiamo i ragazzi in uno dei bar della scuola, ci sediamo e ordiniamo un frappè al cioccolato e nocciola. Successivamente, ci dirigiamo verso la macchina di Trent, Anastasia si siede dietro, in mezzo a mio fratello e mio cugino e io siedo al mio posto. Abbasso il finestrino dell'auto mentre camminiamo, è stupendo sentire la brezza del vento che ti accarezza il viso <<Quindi...tu sei al primo anno Abril, giusto?>> mi volto indietro, verso la ragazza dai capelli rossi. <<Sì, tu sei al secondo?>> lei annuisce sorridendomi. <<Sono sicura che diventeremo grandi amiche!>> ricambio il sorriso <<Sì, lo credo anche io!>>. Mi sta simpatica, è una ragazza molto solare e attiva, il genere di persona che pensa sempre in positivo.
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Ora come mai
Chick-LitIl passato può essere asfissiante, tremendo. Abril lo sa. Ma Abril sa anche che non si può scappare in eterno, prima o poi bisogna affrontare i propri scheletri nell'armadio. Tuttavia c'è una differenza tra il credere di averli superati e superarli...