Kytos rimase in attesa, ritto come una statua, con le mani intrecciate dietro la schiena, le spalle speculari, il petto in fuori. Aveva l'aria di un secondino molto perplesso.
Re Alpyos scartabellava con pratiche e bolli, brontolando ai danni di ceti magnatizi e capitanerie di popolo.
«Il consorzio delle Grazie ritira le sue truppe» dichiarò, culminando il filo logico dei suoi pensieri. «Come sospettavo, non ci si può fidare di miles che giurano fedeltà al primo che riesce ad arruffianarseli. Un'altra cosa con cui dovrai fare i conti quando salirai sul trono sarà la frammentazione della tua influenza.» Suo padre, finalmente, alzò gli occhi e li indirizzò nei suoi. Ogni occasione era buona per impartire insegnamenti. «Serve abilità per tenere incollati fra loro tutti i pezzi. Non basta un titolo di cui sei fregiato sin dalla nascita o azzuffarti sul campo di battaglia come un animale.»
Negli occhi del Re vibrò una domanda, sprezzante: "Credi di esserne all'altezza?".
«Allora.» Si accomodò contro lo schienale e accavallò le gambe. «Di cosa volevi parlarmi con tanta urgenza?»
Kytos si schiarì la voce. «Beathan di Vallevento e io abbiamo scoperto qualcosa.»
Una smorfia arida comparve sul volto del Re. Nulla che potesse scalfire più di tanto la sua assoluta compostezza, comunque. «Altre ossa di drago?»
«Più o meno. Non proprio.»
«Interromperai il mio lavoro ogniqualvolta tu e il tuo amico vi imbatterete in qualche animaletto che smani di mostrarmi? Non sei più un bambino.»
Kytos buttò fuori aria dalle narici e dovette fare appello al più recondito briciolo della propria pazienza: interloquire con suo padre equivaleva all'essere sminuito ogni attimo della conversazione, ma d'altronde era sempre stato così.
«Abbiamo trovato delle viverne. Un branco, per la precisione.»
Re Alpyos non parlò, ma afferrò la brocca e si versò del vino. Il principe lo prese come un invito a proseguire.
«Ho ucciso il loro capobranco e ora sembra che rispondano a me. Credo che potremmo utilizzare la cosa a nostro vantaggio, ma dovremmo rivedere le nostre posizioni.» Mutare le strategie elaborate da voi, ma questo non lo aggiunse.
Re Alpyos bevve. «Le guerre si combattono con gli uomini e le armi, non con le bestie.»
«Fearann Sìthe ha l'Antrax e una fanteria di orsi.»
«Noi non siamo Fearann Sìthe.»
Le spalle di Kytos fremettero, scosse da un impercettibile brivido di frustrazione. «E i cavalli? Sono bestie anch'esse.»
«I cavalli sono addestrati così come gli uomini che li conducono.»
«Loro mi obbediscono.»
«Sei un usurpatore. Ti sei imposto con la forza, e presto una di loro farà altrettanto.»
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Bianca come il gelsomino
FantasyCOMPLETA | La principessa Eve è affetta da albinismo. Per questo, suo padre la condanna a una vita di clausura in un monastero affinché sia al riparo dai raggi del sole e dalle tentazioni. Durante il viaggio che la conduce a destinazione, però, la s...