Capitolo Due

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Dopo aver attraversato la casa per cercare Zack, lo trovai in giardino, seduto su una sdraio con un bicchiere di birra in mano.

Non mi aveva ancora vista, così mi avvicinai lentamente e mi sedetti sulla sedia accanto alla sua.

"Com'è andata con la pazza?" mi chiese, voltandosi verso di me.

"Cal non è pazza"

"Scommetto che è talmente pazza da andare fuori di testa per nulla"

"Tu credi?"

"Non lo credo, lo so per certo. Vi ho viste litigare prima e sembrava una discussione inutile, tipica di Callie"

"Giochi a fare la spia, eh?"

"Stavo prendendo da bere e vi ho viste mentre ti urlava contro qualcosa, tutto qui. Non c'era nessuna missione segreta da portare a termine" rispose ridendo.

"Non era nulla che non avessi già sentito" dissi, scrollando le spalle.

"Non capisco come fai"

"Di cosa parli?"

"Parlo della tua cara amica che cerca in continuazione di sabotarti e di te che non fai nulla per impedirglielo"

"Callie non cerca di sabotarmi, ma di proteggermi"

"E da chi dovrebbe proteggerti? Da me?" il suo tono era vagamente offeso e accusatorio.

"No, certo che no! Sai anche tu che Cal non farebbe mai niente del genere, cerca solo di mettermi in guardia. È la mia migliore amica..."

"Non si comporta come tale"

"Zack..." sospirai, "non voglio litigare anche con te. Per favore, smettiamola di parlare di Callie"

"Come vuoi..."

"Ma davvero?"

"Davvero cosa?" chiese con un'espressione confusa in volto.

"Stai seriamente mettendo il broncio?" risposi, trattenendo a stento le risate.

"Niente affatto!" negò sbuffando.

"Non ci posso credere" e a quel punto non riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere. "Sei proprio un bambino" aggiunsi.

"Pensi che io sia un bambino?"

Annuii in risposta alla sua domanda e il ghigno che si formò sul suo viso non prometteva nulla di buono.

Mettere in dubbio la virilità del proprio ragazzo non poteva far altro che portare guai, ma ero emozionata all'idea di scoprire cosa questi guai avrebbero comportato.

"Dimostrami il contrario" sussurrai con un tono carico di lussuria.

Zack si alzò dalla sua sedia a sdraio e si piazzò di fianco alla mia, tendendomi una mano per aiutarmi a fare la stessa cosa.

Mi voleva in piedi e io avevo voglia di stare al gioco.

Accettai il suo braccio teso e mi tirai su lentamente, senza mai distogliere gli occhi da quelli del ragazzo di fronte a me.

Eravamo faccia a faccia.

Mi accarezzò lentamente la guancia, tracciando un breve percorso dalla tempia sinistra alla mandibola, scendendo poi verso il collo e le clavicole. Avvicinò il suo viso al mio e mi diede un bacio a fior di labbra talmente breve e delicato che pensai di essermelo immaginato.

Non mi aspettavo un gesto del genere come prova della sua mascolinità.

"Quindi è così che mi mostri tutta la tua virilità?" lo provocai.

"Mi stavo solo riscaldando, dolcezza" soffiò a pochi centimetri dalle mie labbra.

Si avvicinò ancora di più e sussurrò tre semplici parole che riuscirono ad incendiarmi: "Ora basta giocare".

E a quel punto persi totalmente me stessa.

Zack eliminò la poca distanza che rimaneva tra i nostri visi e mi baciò famelico, mentre le sue mani stringevano i miei fianchi.

Eravamo schiacciati l'uno contro l'altro e le nostre bocche si scontravano senza mai interrompersi; quando gli morsi il labbro, Zack mugugnò e dal suo sguardo avevo capito fin dove voleva spingersi.

Mi fece sdraiare sulla sdraio e si posizionò sopra di me.

Non avrei mai più messo in dubbio la sua virilità.

Iniziò a far scorrere la mano verso il basso, senza mai staccare la bocca dalla mia; bloccai la sua discesa all'altezza del'ombelico.

Il ragazzo sopra di me si fermò e mi guardò confuso.

"Non ora e non qui" spiegai, anche se una parte di me non voleva fermarsi.

Zack sorrise comprensivo e, dopo avermi baciata con trasporto ancora una volta, si alzò e mi tese la mano.

Avrei voluto assecondarlo, ma stavamo insieme solo da pochi mesi e non volevo correre troppo.

Inoltre, il giardino della mia migliore amica non era il luogo ideale in cui fare l'amore per la prima volta.

Zack capiva come mi sentivo e non faceva pressioni.

Mi piaceva da impazzire questo suo lato paziente e premuroso.

Il mio ragazzo non smetteva mai di sorprendermi.

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ANGOLO AUTRICE:

Hello guys!

Scusate per il ritardo ma tra la scuola e il resto non ho avuto tempo.

Domani cercherò di pubblicare il terzo capitolo ;)

Spero che la storia vi piaccia!

Lux

Strangers in LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora