Capitolo Nove

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Zack andò via nel primo pomeriggio.

Volevo che restasse con me ancora qualche ora, ma gli ero anche grata per avermi lasciato un po' di spazio; quello che era successo sul divano mi confondeva.

Non ero sicura di voler fare questo passo insieme a Zack, o forse lo ero?

La mia mente stava diventando un tornado di emozioni contrastanti.

Volevo fare l'amore con il mio ragazzo? Proprio non lo sapevo.

In passato, quando ero stata sul punto di fare questo passo, era sempre accaduto qualcosa di strano che mi aveva resa sospettosa e titubante su ciò che avrei dovuto fare.

Quello che ancora non capivo era se la chiamata improvvisa di mia madre fosse un chiaro segno del destino che mi consigliava di tirarmi indietro.

Quello squillo improvviso mi aveva mandata in confusione più di prima.

Non sapevo se concedermi a Zack fosse la scelta giusta o meno, e non avevo idea di come capirlo.

Non ero più Kyla, ormai.

Non avrei commesso altri errori. Non meritavo altro dolore.

Dovevo capire come risolvere la situazione, e dovevo farlo in fretta.

Mia madre chiamò anche prima di cena, voleva avvertirmi che avrebbe fatto un altro turno in ospedale.

Odiavo il fatto che facesse così tante ore di lavoro per mantenerci entrambe.

Avrei voluto aiutarla economicamente trovandomi un lavoretto estivo, ma aveva categoricamente scartato quella possibilità.

Sosteneva che a diciassette anni non ci si dovrebbe preoccupare delle finanze familiari e che se la cavava benissimo da sola.

Ma come potevo non preoccuparmi?

Passava tutte le sue giornate a lavorare in ospedale, turno dopo turno, e non trovava neanche il tempo di riposare un po'.

La verità era che le poche volte in cui mamma era a casa si rinchiudeva nella sua stanza a dormire.

Parlavamo a monosillabi, di sfuggita, e comunicavamo solo con SMS veloci, scritti durante una pausa caffè.

Il nostro rapporto era sempre stato un po' scostante ma molto forte, mentre negli ultimi anni si era dissolto quasi completamente e non avevo idea di come fare per riaverlo indietro.

Volevo bene a mia madre, e non dubitavo del suo amore per me, mai; eppure, questo sembrava essere un punto di non ritorno e avrei dato qualsiasi cosa per una via d'uscita.

Rivolevo mamma indietro. Ma come potevo fare?

Mio padre di sicuro non mi avrebbe aiutata.

Ci aveva lasciate quando avevo sette anni e l'avevo rivisto solo un paio di volte da allora. Non era cattivo o violento, semplicemente non gli importava niente di me e mia madre.

Era un uomo distaccato, freddo e non volevo rivederlo.

Avevo il cognome da nubile di mamma, Reese, ed era tutto quello che volevo.

Io e mio padre non avevamo nulla che ci legasse.

Era vero che il sangue ci univa inevitabilmente, ma le cose importanti, quelle che distinguono una persona dalla massa, quelle che ti rendono unica, le avevo prese tutte da mia madre.

Era lei il modello da imitare, non mio padre, ed ero maledettamente fiera di quella donna per questo.

Io l'amavo, senza ombra di dubbio l'amavo più di chiunque altro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 13, 2014 ⏰

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