3. Il 31 dicembre

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Sono passati esattamente sei giorni.
Guardo il calendario. Oggi è il 31 dicembre 2018, l'ultimo giorno dell'anno.
Come dicono tutti "anche quest'anno è volato" oppure "scrivere una lista per i buoni propositi", solite battute di merda.
Tutti aspettano il capodanno, no?
Tutti a festeggiare, tutti allegri, tutti ubriachi e sballati.
Che bello, wow!
Guarda anche andrai anche te ad una festa, cretina.
Ah giusto, avevo dimenticato di esser stata invitata da quello scemo di Marco.

Due giorni fa mentre facevo una delle mie passeggiate in solitudine, incontrai Marco.

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«Bella puledra!» oh no! Solo lui può distruggere le mie giornate.
Mi giro verso la voce, vedo lui in tutto il suo splendore. Eccolo qui!
«Ciao cretino!» mi circonda con le sue forti braccia e mi tira su. Ormai sono abituata..
«Sono o non sono il tuo disturbatore preferito?» mi sorride.
«Il migliore, certo!» quanto sono sarcastica? Però gli sorrido di rimando, mi era mancato.
«Devo chiederti una cosa...» lo guardo aspettando che continui, «Il 31 c'è la festa allo Shabby, vieni con me e gli altri?» mi sta implorando, si vede dalla sua faccia. I suoi amici non mi sono mai piaciuti, o meglio la metà di loro. Con gli altri ci parlo tranquillamente.
Faccio un "no" con il mio indice.
«Eddai stronzetta, non accetto un no.»
Dopo otto minuti buoni accettai, lui felice come una Pasqua, ma dato che siamo nel periodo di dicembre, dirò "felice come Babbo Natale!"

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Beh così è andata!
Io e Marco ci siamo conosciuti per puro caso, in un supermercato.
Chi cazzo conosce gente in un supermercato? Beh io, ovviamente!
Quel giorno cercavo disperatamente il guanciale per fare una buonissima carbonara.
Vidi un ragazzo, quindi chiesi a lui di aiutarmi e mi diede dei consigli per la carbonara.
Il suo accento romano marcato, mi suonava nelle orecchie.
Più lo guardavo, più mi ripetevo "che minchia di figo".
Alto, capelli folti castani, occhi color caramello, naso dritto, spalle larghe e un sorriso da togliere il fiato.
Alla fine mi diede il suo numero, e cominciai ad uscire con lui e il suo gruppo.
Da quel giorno son passati 4 mesi.
Il nostro rapporto si è rafforzato. Voglio bene a quel ragazzo, devo ringraziarlo, perché senza di lui credo che sarei stata sola in questa nuova città.
È un simpaticone, ama scherzare con tutti ed è un gran provocatore. Ma non si può odiarlo, fa di tutto per le persone a cui tiene davvero.

Lascio la finestra aperta, per far un po' d'aria, vado in cucina per far colazione. Sono rimasta alla finestra a pensare per la festa di stasera. Non sono agitata, ma non amo stare chiusa in un posto tra la gente che ti spinge e balla.

Mi preparo un po' di latte caldo e comincio a mangiare i biscotti.
Dite che amate anche voi bagnare i biscotti nel latte!

Sento Luca camminare scalzo verso la cucina, mamma starà dormendo ancora.
Si avvicina e mette un dito sulle labbra e fa un "shh", avvicino la mano alla bocca per non ridere.
Quel bambino da grande farà il comico.
«Luca vuoi che ti prepari la colazione?» annuisce e basta. Mi alzo e comincio a riscaldare il latte anche per lui.
Vedo che prende i miei biscotti.
«Quelli sono miei!» prepotente sta mangiando i miei biscotti a bocca aperta.
«Che schifo Luca, chiudi la bocca!» mi giro schifata, spengo il gas. Prendo la sua tazza di hulk. La sua preferita. Verso il latte e metto la tazza davanti alla sua faccia.
«Bevi marmocchio.»
Lascio la cucina e vado in bagno.
Devo liberare la mia vescica, non ne potevo più.
Lavo la faccia, mani e mi guardo allo specchio.
Ogni volta che mi guardo attraverso uno specchio, faccio un tuffo nel passato.
Anni fa venivo bullizzata, non ero bellissima come altre ragazze. Loro erano tutte magre, capelli perfetti, truccate perfettamente, vestite con abiti firmati o con stile. Io ero il loro contrario, non ero mai stata magrissima, non volevo neanche essere una stecca come loro, però volevo essere accettata per com'ero, invece mi prendevano in giro, ero ingenua, quindi una facile preda.
Adesso sono cambiata, ovviamente con la crescita, l'evoluzione avviene.
I miei capelli ramati sono lunghi fin sotto al seno, col tempo sono diventati mossi, un mosso leggero, mi piacciono molto. I miei occhi castani, mi piacciono, ho imparato ad apprezzarli, perché molte persone dicono che ho uno sguardo "troppo bello". Le mie labbra sono carnose. Non sono altissima, mi basta il mio metro e sessanta. Magra al punto giusto, curve al punto giusto. Di me cambierei solo il naso, ecco non mi piace per niente, però per fortuna non è enorme quanto una patata. 
Cambierei anche il carattere, se potessi. Grazie a quelle persone di merda, sono cambiata forse in meglio o in peggio, non so neanche io.
So che sono diventata una ragazza con le palle. Ma ho sempre dei traumi per quello che è successo. Quindi non mi fido facilmente. Con Marco è stato facile, perché mi ha fatto capire che di lui ci si può fidare. Ma con gli altri ci vado cauta.

Entro in doccia e mi lavo velocemente. Sento delle voci che provengono dall'ingresso. Metto l'accappatoio ed esco dal bagno, vedo Luca correre verso la sua stanza. Scuoto la testa, ormai avete capito che quel bambino ha il razzo in culo.

Mi avvio verso l'ingresso e vedo mia madre che parla con la vicina.
La saluto, lei mi vede e mi saluta con un sorriso.
«Mi porto Luca di là, Mattia vuole giocare con lui.» ci dice, e vanno via.
«Fai il bravo con Brenda.» lui ci saluta con la manina.
Mamma chiude la porta e il butto fuori un sospiro di sollievo.
Finalmente una tregua!
Okay è mio fratello, ma ogni tanto scoccia.

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Okay, posso farcela.
È arrivata sera, tra un'ora arriverà Marco a prendermi.
E io sono davanti al mio armadio.
Che cazzo mi metto?
Alla fine decido di mettermi una tuta, molto elegante, di velluto nera, con uno scollo a "v" molto profonda, elimino il reggiseno, perché non ci sta proprio con questa tutina. Metto i tacchi alti e neri. Si, mi piace vestirmi di nero, ogni tanto però ricordo di avere dei colori nell'armadio.
Comincio a truccarmi: fondotinta, correttore, disegno le sopracciglia, sfumo l'ombretto, metto l'eyeliner, mascara e infine metto un rossetto rosso scuro.
Mi allontano dallo specchio per vedermi, mi sento bella.
Spero di non sentir freddo alle mie gambe scoperte.
Il mio telefono vibra, sarà Marco.
Controllo e c'è un suo messaggio.
Prendo la giacca, vado verso la porta.
Saluto mamma, lei andrà a festeggiare con la sua amica. Luca dormirà da Brenda. Quindi sto tranquilla.
Scendo le scale, apro il portone e mi ritrovo la macchina di Marco davanti.
Apro la portiera e salto su.
Sto per salutarlo ma lui mi stava facendo la radiografia.
«Che c'è? Se vuoi torno su e mi cambio.»
«Stai scherzando!..Ma ti sei vista.» ha uno sguardo troppo intenso.
«Vieni qui.» apre le sue braccia e mi ci tuffo. Ci stacchiamo e mi sposta dietro all'orecchio una ciocca caduta sugli occhi.

«Quanto cazzo sei bella.»

                             ______

Buonasera a tutti!

In questo capitolo abbiamo conosciuto meglio la protagonista.

Abbiamo conosciuto anche Marco, cosa ne pensate? Vi piace?

Cosa succederà alla festa?

Vi lascio ai vostri pensieri, al prossimo capitolo!
N.

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