Harry si svegliò tardi, ma rimase ugualmente a letto per alcuni minuti, ripensando con un brivido agli avvenimenti della sera precedente e all'ondata di repulsione che aveva provato nei confronti di Louis.Come avrebbe potuto fare l'amore con lui, mentre era quasi certo che immaginava di avere fra le braccia un altro ragazzo?
Ora le cose gli apparivano un po' diverse.
" Sono stato un pazzo " si disse mentre i minuti passavano.
Con il senno del poi riconobbe di essere stato uno sciocco e che poteva andare da Louis, chiedergli scusa e dirgli che avrebbero ricominciato tutto daccapo.
Si alzò e andò a fare la doccia, quasi aspettandosi che che Louis bussasse alla porta del bagno, ma lui non si fece vivo.
O aveva usato l'altro bagno o non si era ancora alzato, ma quando Harry controllò nelle altre camere, non vide traccia di lui.
Probabilmente, concluse, aveva dormito sul divano nel suo studio.
In cucina, Betsy lo salutò allegramente, versando il caffè e gli annunciò che Louis era già uscito.
Doveva essere molto in collera, riflettè Harry, ascoltando solo per metà la governante che continuava a chiacchierare.
O forse aveva capito perché era fuggito dalle sue braccia e si sentiva in colpa?
In ospedale la mattinata fu frenetica e Harry scoprì che non riusciva a concentrarsi sul lavoro come avrebbe dovuto.
Più il tempo passava, più era sicuro di aver commesso un' enorme sciocchezza.
In realtà, si era comportato in modo da gettare direttamente Louis fra le braccia di Zayn.
A poco a poco, si convinse che doveva vederlo e spiegarsi con lui al più presto, perciò, mentre tornava dal laboratorio, dove aveva portato un campione di sangue, salì direttamente in cardiologia, benché lui e Louis si fossero ripromessi di non cercarsi in ospedale, se non per motivi di lavoro.
Spinse, col cuore in gola, una delle doppie porte del reparto e si fermò di colpo.
Due persone erano appena passate in corridoio: Louis e Zayn.
Harry fissò le due figure che gli voltavano le spalle, provando un' ondata di gelosia.
La voce di Zayn gli giunse distintamente.
" È davvero magnifico essere di nuovo qui a lavorare con te. Sarà proprio come i vecchi tempi, ma meglio".
Rise.
Una risata bassa, vibrante.
" Ora dovrai trattarmi da pari a pari non come un ragazzino ignorante!"
" Non sei mai stato ignorante" replicò Louis piuttosto brusco. " E non credo di averti mai trattato come se lo fossi".
Zayn passò il braccio sotto quello di Louis.
" Stavo solo scherzando" continuò. " Però dovrai aggiornarmi meglio sulle tue ricerche. Credi che il tuo maritino possa fare a meno di te per una sera? Potremmo parlare senza essere interrotti continuamente e fare maggiori progressi".
" Progressi in che cosa?" si chiese Harry, mentre i due si separavano sulla soglia dell'ufficio di Louis.
Nessuno dei due l'aveva notato e lui rimase dietro la porta aperta a metà, indeciso.
Non era più tanto sicuro di avere il coraggio di parlargli.
In quel momento sopraggiunse un inserviente con un carrello di biancheria e Harry fu costretto a farsi da parte per lasciarlo passare.
Voltandosi, Louis lo vide e lo chiamò.
Aveva un'espressione corrucciata, mentre gli andava incontro lungo il corridoio e Harry, guardandolo, pensò che era difficile credere di essere suo marito.
Si fece girare la fede nervosamente.
" Volevi vedermi?" chiese Louis scrutandolo in modo tutt'altro che incoraggiante.
Harry si agitò subito e balbettò:
" No, no....Non sono venuto per te. Stavo.....stavo cercando qualcuno...il...il dottor Grisham "
Il nome di Nick gli era venuto in mente a caso e a sproposito e non c'era da stupirsi che Louis sollevasse le sopracciglia, chiedendo:
" Al quinto piano? Quassù?"
Harry arrossì. Aveva commesso un errore, gli anestesisti si trovavano al secondo piano, ma ormai la bugia era stata detta e doveva sostenerla.
" Sì " spiegò quindi convinto " Mi avevano detto che era salito al quinto piano, ma devono essersi sbagliati." Cercò di sorridere: " Tu non l'hai visto?"
" No. Forse risparmieresti tempo incaricando un inserviente, a meno che, naturalmente, tu non voglia che tutto l'ospedale sappia che lo stai cercando" commentò Louis.
Sapeva che aveva mentito, pensò Harry e senza dubbio conosceva anche la vera ragione per cui si trovava là, ma si rifiutava di aiutarlo e senza un minimo di incoraggiamento da parte sua non sarebbe riuscito a dirgli nulla.
" È meglio che torni in reparto" disse debolmente. Poi aggiunse, con la maggiore disinvoltura possibile: " Torni a casa per cena?"
" Penso di sì" rispose Louis piuttosto freddo.
" Bene, arrivederci allora".
Harry si allontanò, certo che Louis restasse a guardarlo, pensando...
sì, ma a che cosa?
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Sulle note di Chopin
FanfictionHarry, infermiere della chirurgia pediatrica, è convinto di non avere proprio nulla in comune con Louis Tomlinson, l'affascinante e un po' misterioso primario cardiochirurgo, tranne forse la passione per la musica classica, scoperta durante una conv...