Mancano tre ore all'appuntamento.
Parto alla ricerca di un outfit decente in quella discarica del mio armadio, ho praticamente solo vestiti neri e larghi, giacche in pelle e qualche camicia a quadri. Dopo venti minuti di insulti verso il mio schifoso senso di fashion, trovo un vestito corto attillato nero lucido, sembro un sacco della spazzatura sexy con questo, la cosa bella è che è stretto nei punti giusti e fa intravedere il mio intimo in pizzo, wow sono una sporcacciona: metto in risalto le curve per farmi piacere... bhè ragazzi miei, hho poca autostima, ma una cosa la so, non sono piatta e non capisco cosa ci sia di male a mostrarle, ovvio non esco nuda ma sto semplicemente facendo in modo che si veda l'unica cosa bella che ho. Decido di abbinare questo mostra-tette-e-culo vestito con delle calze a rete e degli anfibi, ed infine la mia immancabile giacca del south side.
Una cosa è certa: se non accetta da dove vengo stronco questo rapporto immediatamente. Amo le mie origini, non rinnegherei mai la mia famiglia, l'unica che ho, dopo la morte dei miei. Non mi ricordo nulla di loro, è triste come cosa lo so, ma sono morti quando avevo due anni, un riccone delle vicinanze sparò loro durante una battuta di caccia scambiandoli per cinghiali, stavano tornando da una sarta, avevano fatto cucire il mio nome in una copertina di lino. Era il giorno del mio compleanno. Tutto questo mi è stato raccontato dal padre di Jughead, FP, ovvero il capo dei Serpents, è sempre stato come una specie di padre per me, nonostante abitassi con il fratello di mio padre, non ho mai avuto un rapporto stretto con lui però. A me non dispiace, non mi ispira molta fiducia, sarà il fatto che è scorbutico con tutti o il fatto che abbia più alcool che sangue nel corpo; praticamente sono cresciuta con Jughead, forse anche per questo abbiamo provato a stare assieme: perché è sempre stata la persona che mi conosce meglio e io quella che lo conosce tutto su di lui, ma andiamo meglio come fratelli che come coppia...
Fra diventare un sacco e truccarmi per essere più decente del solito sono passate due ore e un quarto; come vola il tempo quando vuoi conquistare qualcuno. Finisco di preparare il mio zainetto con fazzoletti, assorbenti, trucchi, portafogli e un paio di occhiali da sole. Sono molto in anticipo, non posso presentarmi lì tre quarti d'ora prima; scendo in salotto, è deserto, probabilmente mio zio è a bere in qualche bar; accendo la TV, maratona di FRIENDS. Mai visto questo programma, però inizio a ridere, nonostante non capissi di cosa parlassero; saranno le risate in sottofondo o il fatto che c'è un bambino biondo uguale a Jug da piccolo... non riesco a smettere di ridere, giuro, è l'esatta copia.
Mezz'oretta dopo finisce l'episodio. Spengo la TV e mi sistemo il vestito. Mi dirigo verso la macchina; in questo momento provo ansia e insicurezza, ma anche felicità, o almeno prima di vedere un'ombra avvicinarsi barcollando. Sapevo benissimo che se mi avesse visto, addio appuntamento. Allora inizio a correre in modo discreto, che equivale ad un elefante fatto che cerca di imitare la corsa di un gatto. Mio zio non si accorge di nulla, sicuramente l'elefante non è l'unico fatto...
Accendo la moto e mi dirigo verso il locale in periferia. Spero vivamente che lei non sia arrivata, non voglio mica farmi aspettare. Alle 19 esatte occupo un tavolo vicino alle finestre, per vedere quando arriva e prepararmi. Sono talmente in ansia che sono triste e felice allo stesso tempo, e il bello è che non so nemmeno perché provo tristezza; per la milionesima volta: sto uscendo con la più bella e amabile ragazza che io conosca, perché dovrei essere triste?
19:02. Veronica parcheggia l'auto nel parcheggio di fronte all'entrata; si guarda allo specchietto retrovisore, sistemandosi il rossetto, non che le serva, le sue labbra sono perfette anche così. Si pende un minuto buono anche per usare il telefono, e solo in quel momento ho realizzato: "Non ho nemmeno il suo numero di telefono". Abbiamo limonato senza nemmeno avere i nostri numeri di telefono, stiamo uscendo per il primo appuntamento e ancora non li abbiamo, assurdo. Ho sempre voluto evitare di essere "romantica" come lo sono quelli della mia età, fidanzarsi a distanza senza nemmeno essersi mai visti, oppure dopo essersi parlati una volta; ma è proprio quello che sta accadendo. La prima volta che ho parlato con Veronica seriamente è stata stamattina, prima che gli ormoni prendessero il sopravvento, non sono sicura che andrà nel modo giusto, probabilmente mi farò male, o magari no, si scoprirà vivendo; in ogni caso vivi una sola volta quindi mi butterò in questa avventura.
Ero talmente sovrappensiero che non mi resi conto della sua presenza nell'edificio, era al centro del corridoio, a un paio di passi dall'entrata; ruota la testa un po' disorientata fino a quando non mi nota e i nostri sguardi si incontrano: il suo da disperso diventa allegro e mi sfoggia un sorriso a labbra serrate in cenno di saluto. Ormai è molto vicina, lei mi si avvicina e mi lascia un leggero bacio sulla guancia a qualche millimetro dalla bocca; mi lascio invadere dalla sua aroma e mi destabilizzo per un centesimo di secondo e con molta leggerezza le rendo il bacio nell'altra guancia, questo è l'unico "porgi l'altra guancia" che mi fa impazzire.
Si siede davanti a me e finalmente dice: "Hey", io con una finta aria stupita dico: "Allora hai mantenuto la parola, non mi hai mollato sola" lei ride, non mi sembra di avervi mai parlato di quanto sia fantastica la sua risata, o forse si, ma è instancabile da vedere e da raccontare, scusatemi se ripeto queste descrizioni molto spesso, mi sento persa in questa meraviglia.
Veronica spedita mi chiede: "Come definiresti la tua sessualità?"; una bella domanda, non ci ho mai pensato sopra, quindi le risposi: "Per ora sono stata, come già sai, solo con Jughead e diciamo che non mi ha fatto impazzire, ma nemmeno mi ha fatto schifo, quindi penso di essere bisessuale, ma non ne sono sicura. Sicuramente preferisco le donne". Lei si prende un paio di secondi per riflettere e con aria seria mi dice: "Io ho avuto molti ragazzi, ma ragazze neanche una..." abbassa lo sguardo e arrossisce leggermente "Oltre te" dice con un tono innocente. Aspettate un momento; mi considera la sua ragazza, la sua ragazza, LA SUA RAGAZZA. Wow, che progressi.
Nel mentre che io cercavo di non impazzire, Pop si avvicina per prendere le ordinazioni: io prendo il mio solito frappuccino e una porzione di mozzarelline fritte, lei ordina invece un milkshake ai frutti di bosco e dei muffin al cioccolato. Mentre mi gustavo le mie mozzarelline noto che mi guardava con un sorrisetto malizioso; ho paura che mi salti addosso e mi rubi il cibo. Oddio che stupida, non gliene ho offerto, come iniziare bene un rapporto, far credere di essere tirchi... io non lo sono, ma quando si tratta di cibo si; se te ne offro sei veramente importante, sappilo. Ingoio il boccone e le porgo il vassoio unto dove c'erano ancora due mozzarelline; lei guarda il vassoio e fa la faccia delusa e ne prende una. Io davvero non capisco, se non voleva quello, cosa voleva?? A un certo punto lei dice: "Scusa se non parlo molto, ma sono un po' turbata" riprende fiato "Venendo qua ho visto un'ambulanza uscire da una delle ville qua vicino; era un codice rosso sicuro, aveva le sirene accese e correva. So che non c'entra nulla ma ogni volta che sento delle sirene penso a quando abitavo a New York, a quando mio padre è stato arrestato. Lo realizzai solo dopo che la folla di giornalisti si dileguò, circa tre ore dopo; mio padre ha truffato per anni altri truffatori, ovviamente non poteva finire bene; se l'avessi saputo avrei cercato di non far distruggere la mia famiglia, ovviamente; ma avevo solo tredici anni, cosa ci potevo fare...". Non mi sarei mai aspettata una storia così; credo di capirla un pochino, non è uguale come situazione, lei il padre pensava di conoscerlo, io invece proprio no. Vorrei dirglielo, ma è troppo presto, e sicuramente non voglio fare a gara a chi ha avuto l'infanzia peggiore; probabilmente vincerei io, ma non è il tipo di vittoria con cui vantarsi...
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My secret crush
RomanceE se Riverdale fosse una città normale, che storia avrebbero le choni?