Le giornate con Clara passavano in fretta, tra il mare, lo shopping e i cappuccini di Starbucks.
Una delle tante volte in cui eravamo al bar, proprio per bere uno dei tanti cappuccini al caramello , Clara mi fece vedere delle foto fatte da lei ultimamente per un progetto che riguardava la moda. In una di queste indossava un pantalone nero elegante e una giacca nera chiusa, leggermente scollata, e sotto nulla. Era così bella che glielo dissi.<<Sei bellissima vestita così!>>
<<Non così tanto dai...>>
Mi rispose deludendomi, così la sorpresi.
<<Potrei invitarti a cena vestita così...>>
<<E io potrei accettare e vestirmi così.>>
<<Allora stasera alle 21 vengo a prenderti.>>
Tra una risata e l'altra, l'avevo appena invitata a cena.
Quando finalmente arrivammo al ristorante, potetti guardarla meglio. Era veramente bellissima vestita in quel modo. Avevo prenotato un ristorante sul mare, lei amava il mare e c'era un bel panorama, ma nulla in confronto ai suoi occhi. Poi la portai sulla spiaggia, era buia, tranne per la luce che emetteva qualche lampione non molto lontano. Dopo aver fatto una passeggiata e aver parlato un po', ci sedemmo sulle pietre, in riva al mare.
Avvicinai leggermente il mio viso al suo e vidi che lei fece lo stesso, così andai avanti fino a posare le mie labbra sulle sue. Dopo qualche secondo si staccò e facemmo finta di nulla.<<Allora, ehm...hai portato il costume?>>
Chiesi.
<<No, ma vorrei tanto fare il bagno.>>
Tolse il pantalone e la giacca e rimase solo in mutande. Non si vergognava del suo fisico? Pensai inizialmente, dopo riflettei che era buio e nemmeno si vedeva che fosse quasi nuda.
Corse verso il mare e mi spogliai in fretta per seguirla. Dopo esserci tuffate e aver nuotato un po', iniziammo a sentire freddo, così lei si avvicinò e mi abbracciò. Fu una delle serate migliori passate con lei, anche se era successe qualcosa che avrebbe inevitabilmente cambiato le cose. Una volta salite da mare e asciugateci un po', faceva molto freddo.<<Puoi salire da me ad asciugarti, se vuoi, non ci sono problemi.>>
Proposi.
<<Casa mia però è più vicina e non c'è nessuno.>>
Mi rispose.
<<Okay, corri in macchina allora.>>
Le dissi sorridendo.
Entrai a casa sua per la prima volta ed era disordinata, ma ben arredata.
<<Scusa il disordine.>>
<<Tranquilla.>>
Dissi seguendola in camera sua. Aveva le pareti azzurre, tanti souvenir in giro e delle piantine finte sulla scrivania. Aprì la parte dell'armadio in cui aveva pantaloncini e magliette maschili, così ne presi due a caso. Poi mi portò in bagno e ci asciugammo i capelli a vicenda. Improvvisamente io starnutii.
<<Ti sei presa il raffreddore, forse ti salirà la febbre, non posso lasciarti tornare a casa.>>
<<Se resterò qui, ti prenderai cura di me?>>
Mi passò il termometro per misurarmi la febbre e stava già salendo.
<<Si, mi prenderò cura di te stanotte.>>
Ci vestimmo e andammo a metterci nel suo letto enorme e morbidissimo.
<<Ho freddo, mi abbracci?>>
Le chiesi.
<<Certo, vieni qui.>>
Mi rispose avvicinandomi a lei per abbracciarmi, dopo poco ci addormentammo e ci svegliammo il mattino seguente con la luce del sole che entrava dalla finestra.
<<Buongiorno!>>
Esclamò lei e corse in cucina a preparare la colazione.
<<Giorno>>
La raggiunsi in cucina stropicciandomi gli occhi.
<<Scusa se è inopportuno, ma devo chiedertelo.>>
Avevo l'impressione che già sapesse cosa stessi per chiederle.
<<Cosa abbiamo fatto ieri sera dopo essere salite qui?>>
<<Quindi fino a qui ti ricordi tutto?>>
<<Si, è da quando siamo salite che non ricordo.>>
<<Nulla, tranquilla, ti è salita la febbre e ti ho coccolata un po'. Poi abbiamo dormito fino ad ora.>>
Feci un sospiro di sollievo, se avessi fatto qualsiasi cosa con lei, avrei voluto ricordarmelo.
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La donna della mia vita.
Teen Fiction[In correzione] Londra, il filo del destino di Clara si lega a quello di Grace grazie a un piccolo incidente col caffè. 🌹