Capitolo 1 pt.5

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Il suo sguardo disperato mi spezza il cuore! Lo specializzando mi ha detto di dover tenere Jason sotto osservazione.
500.000 dollari! Sono un sacco di soldi! Anche se lavorasse per tutta la vita, non riuscirebbe mai a guadagnare tanti soldi...
Lo guardo per un istante e ripenso a tutto quello che abbiamo passato insieme.
Jason è mio fratello, e non ho alcuna intenzione di abbandonarlo in questo casino!
Lo tranquillizzo.
Decido di rassicurarlo. Prendo il suo volto tra le mani e lo guardo negli occhi.
Ersiglia:
"Ti aiuterò, ok? Sai che non ti abbandonerei mai, giusto?"
Jason:
"Davvero? Mi aiuterai?"
Ersiglia:
"Ascoltami, Jason. Sei il mio fratellino! Non ti abbandonerò mai. Hai capito?!"
Gli sorrido. O almeno ci provo. Perché, onestamente, l'unica cosa che voglio fare in questo momento è crollare.
Ersiglia:
"Cerca di riposare. Tornerò a trovarti stasera."
Gli do un bacio sulla guancia, per poi uscire dalla stanza prima che possa dire altro.
Ho la gola secca e la nausea.
Non capita spesso, ma ho paura. Appena uscita dalla stanza, mi lascio andare contro un muro del corridoio.
500.000 dollari. Merda! Dove troveremo tutti questi soldi?
Esco dall'ospedale.
Lascio subito l'ospedale. Ho bisogno di uscire di qui. Mi manca l'aria, mi sembra di soffocare!
Decido di andare al lavoro, malgrado sia già in ritardo. Ho bisogno di distrarmi un po'.
Esco per le strade di New York, il cervello in ebollizione. Ed è in questo stesso stato mentale che finalmente raggiungo il mio posto di lavoro.
L'enorme edificio della Carter Corporation si presenta di fronte a me. Imponente e potente, proprio come il suo fondatore.
Forse dovrei mirare allo splendido miliardario Ryan Carter? A chi importa dei suoi problemi e delle sue groupies?
Missione del giorno: sedurre il CEO della Carter Corp e convincerlo a firmarmi un assegno di 500.000 dollari! Semplice!
Ho parecchi dubbi.
Cerchiamo di essere serie! Come se il potente e ricco Ryan Carter potesse rivolgermi un minimo sguardo...

 Cerchiamo di essere serie! Come se il potente e ricco Ryan Carter potesse rivolgermi un minimo sguardo

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Entro nell'edificio e attraverso la hall. Attiro immediatamente lo sguardo di Lisa.
Sembra occupata con un cliente un po' duro d'orecchi. Pazienza, ci vedremo dopo.
Le rivolgo un cenno discreto della mano, per poi entrare in ascensore e raggiungere la sala relax. Ho bisogno di un caffè!
Quando entro nella stanza, mi blocco sul posto nel vedere la persona che mi dà le spalle. La più grande stronza del pianeta.

Il suo nome: Cassidy Sparke, responsabile delle risorse umane

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Il suo nome: Cassidy Sparke, responsabile delle risorse umane. Una donna con un ego grande quanto il suo seno!
Il che significa: E-NOR-ME!
Alta, capelli neri, fisico perfetto, arrivista e manipolatrice. Tra noi due è grande amore!
Mi odia!
So che mi odia! E la cosa è reciproca!
Mi volto per evitare la bestia e ritorno verso l'ascensore. Ma è troppo tardi: la strega mi ha individuata.
(Ha chiaramente un radar integrato! Altrimenti non si spiega!)
Cassidy:
"Signorina Normann!"
La tentazione di fuggire è enorme! Potrei usare la scusa di dover andare in bagno!
Cassidy Sparke intimidisce più di una persona, ma io non sono fra queste. Vorrei solo infilarle il mio pugno in gola e strozzarla!
Mi volto.
Mi volto, pronta a incassare. Dopotutto, la giornata non potrà peggiorare!
Cassidy:
"Mi può dire dov'è stata?"
Ecco, ha iniziato le ostilità! Mi volto con orgoglio e decido di andare a prendere un caffè, senza preoccuparmi di risponderle.
Cassidy:
"È sorda o ha improvvisamente perso la sua già scarsa capacità di comprensione?"
Ersiglia:
"Le dispiace...?"
La ignoro altamente e mi dirigo verso la macchinetta del caffè.
Cassidy:
"Dov'è stata, questa mattina?"
Non si arrende! Devo trovare un modo per liberarmene, e in fretta. Pare che la mia assenza sia stata notata...
Resto sul vago.
Ersiglia:
"Ho avuto un imprevisto..."
Cassidy:
"Le ricordo, signorina Norman, che è pagata per lavorare! Non per fare altro! Sono stata chiara?!"
Ersiglia:
"Non mi permetterei mai di fare altro durante le mie ore di lavoro, è ovvio..."
Cassidy mi fulmina con lo sguardo e si dirige verso l'uscita, agitando i fianchi. La osservo allontanarsi con un sorriso ironico sulle labbra.
Faccio un profondo sospiro, quando finalmente svanisce dalla mia vista. Quella stronza! Meno la vedo, meglio è!
Discorso totalmente diverso per la ragazza che entra a sua volta in caffetteria.

Lunghi capelli biondi, occhi chiari e brillanti, visetto d'angelo

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Lunghi capelli biondi, occhi chiari e brillanti, visetto d'angelo... Lisa Parker, la mia migliore amica.
Lisa:
"Hey!"
Le do un bacio.
Le getto le braccia al collo e la saluto con un bacio. Se mi ascoltassi, mi lascerei crollare tra le sue braccia.
Il suo volto si tinge di chiara preoccupazione.
Lisa:
"Sei arrivata, finalmente... Allora? Come sta?"
Mi siedo su una sedia, il caffè in mano.
Come sta? Come posso rispondere senza raccontarle del casino in cui si è infilato?
Evito la domanda.
Ersiglia:
"A proposito, hai incrociato Cassidy quando sei arrivata?"
Lisa:
"Ersiglia..."
Ersiglia:
"Cosa vuoi che ti dica, Lisa? Che va tutto bene? Che presto potrà uscire dall'ospedale? No, non sta bene!"
La mia amica mi guarda dispiaciuta. Vorrei tanto poterle dire tutto, ma è impossibile. Non posso coinvolgerla in tutto questo!
Lisa:
"Così male...?"
Ersiglia:
"Beh... fisicamente si rimetterà. Quanto al resto... è un po' complicato."
Non voglio dire troppo, così bevo un sorso del mio caffè.
Lisa:
"Poverina... tu come stai?"
Alzo le spalle. Non so se riuscirò a riprendermi, ma non ho scelta. La mia mente vaga verso i problemi di mio fratello.
500.000 bigliettoni! Dove li troverò?! Lisa continua a parlarmi, ma non la sento più.
Lisa:
"Che ne pensi?"
La guardo, confusa. Ero persa nei miei pensieri.
Mi scuso.
Ok! Lo ammetto! Non la stavo proprio ascoltando! Bella amica...
Ersiglia:
"Scusa, Lisa, avevo la mente altrove..."
Lisa:
"Lo vedo! Ti chiedevo un consiglio su quel ragazzo di cui ti ho parlato."
Ersiglia:
"Buttati!"
Lei inarca un sopracciglio, dubbiosa, e mi studia per qualche istante.
Lisa:
"Beh, non si può certo dire che ti manchi il senso dell'umorismo."
(Diciamo così, sì).
Lisa:
"Credi davvero dovrei buttarmici? Voglio dire..."
Non sento la fine della sua frase. Cerco di visualizzare i 500.000 dollari, come riuscirò a trovare una somma del genere.
Rapinare una gioielleria? Cliché! Una banca? Troppo rischioso.
Diventare una prostituta? Mai! Il pensiero di sedurre qualche vecchio miliardario mi disgusta!
Giocare in borsa? Mmh, non è una cattiva idea! Non fosse che non ne so assolutamente nulla. E poi, come potrei ottenere la somma che mi serve in due giorni?
Sono demoralizzata.
Sono davvero al limite! Non troverò mai una soluzione...
Stiamo parlando del mio fratellino. Non mi arrendo!
Lisa:
"Terra chiama Ersiglia! Mi ricevi?"
Lisa schiocca le dita di fronte ai miei occhi, indietreggio leggermente, sorpresa. Merda, l'ho completamente ignorata!
Ersiglia:
"Mi dispiace, Lisa. Davvero..."
Lisa mi rivolge un sorriso comprensivo e mi posa una mano sulla spalla.
Lisa:
"Non preoccuparti. Si rimetterà."
Lo so.
Sta parlando di Jason. Faccio una smorfia che dovrebbe somigliare a un sorriso, e annuisco.

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