Cap. 4 - Una serata indimenticabile

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Ragionai a lungo. Alla fine decisi di cogliere al volo l'occasione e chiamai Filippo, per confermare l'affare e capire come ci saremmo mossi.

- Pronto

- Ciao, sono Tommaso

- Allora, tutto bene?

- Si, grazie. No, niente ... ripensavo alla tua proposta di investimento e avrei deciso di metterceli io, se non hai già trovato un altro investitore.

- No, no. Perfetto, grande notizia! Mi sembri un ragazzo serio, affidabile. Mi fa piacere lavorare con te. Ti dispiace se concludiamo tutto stasera? Non so se ti ho accennato che domani abbiamo dei meeting e voglio chiudere questa pratica stasera stessa.

- No, per me va bene, non c'è problema - avevo un'adrenalina pazzesca in circolo.

Concordammo che ci saremmo visti pochi minuti dopo a casa sua per discutere i dettagli e consegnargli trentamila euro in contanti come anticipo. Fortunatamente avevo contanti in casa, con la nuova cassaforte potevamo permetterci di tenere anche cifre piuttosto importanti, viste le tante spese che stavamo affrontato per sistemare il giardino e gli ultimi oggetti d'arredamento in arrivo. Arrivai nei pressi di una villa appena fuori città, quindi scesi dall'auto e mi diressi verso il cancello principale, ma sentii un clacson suonare.

- Ehi! - era Filippo.

Salii nuovamente in auto e seguii la sua auto sportiva. Parcheggiammo davanti ad un club del quale avevo sentito parlare. Il locale era per soli membri, con tavoli da biliardo tenuti in perfetto stato. Ciascun tavolo era illuminato da un lampadario centrale, che formava un fascio sufficiente ad illuminare il panno e poco più in la. Nel resto della sala, il buio era evitato da alcune lampade rosse opache sulle pareti, che rendevano l'atmosfera molto rilassata e discreta.

- Come mai non c'è nessuno? - chiesi stupidamente.

- Giorno di chiusura, lo gestisce un amico e ne sono socio al trenta percento.

Proseguimmo verso un'altra zona del club, meno bella e curata di quella principale e la mia attenzione fu catturata da un angolo bar con decine di bottiglie a vista, ma cambiammo direzione verso l'ufficio del proprietario.

Ci aspettava l'avvocato che avrebbe curato il lato legale dell'affare, compresa la successiva consulenza per l'attività. Mi fecero vedere un paio di documenti da firmare per entrare ufficialmente nell'affare, a quel punto presi coraggio e dissi:

- Aspetta, c'è un piccolo problema.

- Dimmi - rispose allarmato.

- Mancano diecimila euro dalla cifra che avevamo concordato, ma ti faccio subito un assegno per il resto della somma. Puoi incassare già domani,tranquillo - mi affrettai a specificare.

Filippo guardò l'avvocato, che gli rispose con un espressione severa, poi si voltò verso di me con un sorriso strano e disse - Va bene ... tranquillo, no problem - Mi sfilò con un gesto deciso la busta con i soldi e, in quel momento, l'adrenalina e la sicurezza che avevo svanirono.

Che mi prende? Forse è la presenza dell'avvocato o l'aver dato così tanti soldi a gente che conosco poco, non lo so ... Ma che sto facendo?

Realizzai d'un tratto quanto fosse surreale la situazione. Non sapevo cosa fare, la posta in gioco era alta e di tutto questo non ne avevo parlato con nessuno, compresi Luca e mia madre. Si era svolto tutto nel giro di poche ore. Diventai scettico su quanto fosse facile fare soldi in questo affare, visto che bastava consegnare quei soldi per vederne tornare di più. Mia madre mi avrebbe detto che i soldi vanno sudati e non te li regala nessuno. A quel punto, però, non potevo tirarmi indietro, avevo già consegnato il denaro, firmato documenti, non potevo uscirmene fuori dicendo annulliamo tutto. Che figura c'avrei fatto? Ripensando alle parole di Filippo dopo il pranzo, diventai più tranquillo, in effetti non ero abituato a queste dinamiche da imprenditore. Mi diedi del novellino per ritrovare un po' di coraggio.

- Domani si va a pranzo e offro io! - disse a quel punto Filippo, raccogliendo il consenso di tutti.

- Direi che non c'è altro, non voglio rubarti tutta la serata - aggiunse.

- Figurati è stato un piacere.

- Ok, allora ti chiamo dom

Boom!

Un botto forte. Secco. Come un petardo che ti esplode a due passi. D'improvviso riecheggiò dall'ingresso e fece sobbalzare tutti. Vidi Filippo e l'avvocato guardarsi con occhi sbarrati, poi l'avvocato si diresse alla scrivania per arraffare la busta con i contanti. Io rimasi immobile a guardare la scena. Iniziai a sentire numerosi passi dalla sala principale del club, accompagnati da voci che dicevano: Libero, libero! - oppure - Di la! - che si fecero sempre più nette e comprensibili facendomi salire il cuore in gola. D'improvviso la porta dell'ufficio si spalancò ed entrarono in rapida successione alcuni uomini armati. Uno di loro mi puntò la pistola gridando - Mani in vista, IN GINOCCHIO! - con una cattiveria mai vista prima.

Io rimasi impietrito, era come se la mia mente fosse scollegata dal resto del corpo. Vidi Filippo e l'avvocato dimenarsi, ma vennero subito bloccati. Mentre assistevo alla scena, mi sentì afferrare il braccio con decisione e, una volta dietro la schiena, sentì scorrere il freddo metallo intorno al polso.

Erano manette.

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