«Buonasera, Enrico» esordisco entrando nel Mausoleo con calma, levandomi il cappello e fissando l'ostaggio con un sorrisetto cattivo. «Come ti senti oggi?»
«Va' all'inferno» ringhia infuriato e sputando verso di me, ma mancandomi di qualche centimetro la scarpa.
«Oh, andiamo! Non sei felice? Tra poco incontrerai l'Alpha più potente di Firenze!» lo prendo in giro, porgendogli un bicchier d'acqua che il ragazzo tracanna in pochi sorsi.
«E a me cosa me ne importa?» domanda infastidito, fissandomi coi suoi occhi verdi.
«Non vuoi conoscere tuo padre?»
I nostri sguardi si fissano in silenzio e nel mentre giocherello col pugnale magico usato Francesco qualche giorno fa, facendolo levitare con poca fatica. Ha un'espressione confusa in volto, non capisce se mi sto prendendo gioco di lui e intuisco che voglia sapere la verità.
«Mio padre... è morto...» biascica Enrico, cercando di divincolarsi dalle catene che lo tengono incatenato, e il tintinnio dell'acciaio sembra ribadire il concetto risuonando come un'eco in questo luogo di morte.
«Tuo padre camperà ancora un bel po'» replico con calma, posando l'arma a terra e avvicinandomi al ragazzo.
«Non ti credo... stai mentendo!» esclama infuriato. «Sei solo un bugiardo, lurido stregone!»
Roteo gli occhi al cielo, infastidito dalla situazione che si è appena creata, e decido di usare i poteri. Il volto di Enrico si tinge di porpora mentre lo strozzo lentamente.
«Oh, per l'amor del cielo! Calmati, ragazzo!» esclamo, rompendogli poi una gamba, giusto per torturarlo un po'. Tanto guarirà, per cui posso permettermi di fargli un po' male.
«Mia madre... ha detto... che mio padre non c'è più...» cerca di dire il rosso.
A quelle parole lo libero dalla presa e lo fisso, inclinando la testa di lato.
«È arrivato il momento di raccontarti una bella storia» dichiaro, accendendo le candele presenti nel Mausoleo con uno schiocco di dita.
Enrico mi guarda in modo scettico, insicuro della veridicità delle parole che sto per dire, e abbassa lo sguardo come a mostrare che non gliene importa nulla.
«Non ho avuto un padre in trent'anni della mia vita, di certo scoprirlo adesso non potrà cambiarla» dice il rosso.
«Peccato, lo saprai lo stesso. Tutto iniziò nel gennaio 1987, quando il tuo caro vecchio paparino decise di sbronzarsi al bar per qualche strano motivo» comincio a raccontare, sottolineando le parole con ampi gesti con le braccia.
«Che ci facevi lì? Lo stalkeravi per caso?» sogghigna, ma ricevendo come risposta un pugno all'altezza dello stomaco.
«Ero con degli amici, tra cui tuo zio Nicola, Stavamo parlando quando abbiamo visto tuo padre, ubriaco fradicio approcciarsi a una bella rossa: tua madre. Ora, sai bene che, se sei un Guicciardini, hai dei doveri verso il branco, e ne hai ancora di più se sei il primogenito della famiglia degli Alpha. Luciano non poteva scegliere la sua futura moglie e suo padre non avrebbe mai permesso che sposasse un'umana, per cui ha dovuto prendere una decisione importante. Quando la famiglia ha scoperto la scappatella, puoi benissimo immaginare che nessuno fu contento. Luciano ti ha ripudiato ancora prima che nascessi, costretto e di nascosto, perciò questo ti rende il piccolo segreto dei Guicciardini» continuo con calma, guardandolo con un sorrisetto divertito.
«Fanculo! Non credo a una parola di quello che hai detto!» urla Enrico, cercando inutilmente di liberarsi dalle catene magiche.
«Maremma bu'aiola, datti una calmata!» esclamo esasperato. «Vuoi la verità? Prima fammi finire di raccontare la storia, poi chiamiamo tuo padre e poi ti dimostro una volta per tutte che sei suo figlio!»
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L'ascesa delle streghe
FantasyLa vita di Francesco prende una svolta quando scopre di essere un discendente dei Marchiati, un'antica tribù di streghe che sono state maledette dalla Natura. Le origini di questo sortilegio risalgono a più di duemila anni fa, ma fino a oggi i suoi...