9.

3.5K 143 90
                                    

Mi alzai con tanta difficoltà e amaramente scoprì che tutto questo era solo uno stupido sogno, un sogno così realistico. Mi rialzai dal divano in pelle marcia, o meglio ciò che c'era caduto sopra era andato a male, quindi infine mi risvegliai nel mio minuscolo appartamento londinese.

Quel giorno uscì di casa e decisi d prendere il giornale, non per un motivo preciso fu il mio istinto a spingermi a farlo. Più ripensavo al sogno che avevo fatto più volevo tornare indietro sul quel divano e ripensare a quel ragazzo, Numero Cinque, che nome strano, era davvero tanto insolito ma nel momento in cui lo ripetevo nella mia testa sembrava avere un qualcosa che trasmetteva di sicuro, di amorevole.

Camminavo lentamente e le persone di corsa mi spintonavano leggermente, oggi dovevo andare a trovare mio padre, ero in ritardo come sempre ma penso che il mio vecchio ci fosse abituato. Ammetto di essere andata con molta calma all'ospedale, dove trovai mio fratello in lacrime, mi avvicinai a lui, vedevo che voleva sgridarmi per il mio ritardo ma non ci riusciva, per raccontarla meglio non trovava le parole, l'unica cosa che fece fu abbracciarmi stringermi più forte che poteva, intuì la triste notizia che doveva darmi e ricambiai l'abbraccio di disperazione, cosa farebbe adesso il nostro amato vecchio? Ho sempre avuto paura di questo momento, di non dover sentire la sua mancanza quando in realtà stavo morendo dentro. Delicatamente mio fratello si staccò da quel abbraccio e se ne andò senza proferire parola, io entrai lo stesso nella stanza di mio padre e guardai il suo corpo, poteva sembrare una cosa inquietante ma volevo parlarci come se lui potesse sentirmi ancora. Mi sedetti vicino a lui.

"Hey papà" sospirai e trattenni le lacrime, "Mio fratello è già andato via", un momento di silenzio e altre lacrime trattenute, "Mi dispiace, anche questa volta sono arrivata in ritardo" scese la prima lacrima, "Vorrei tu fossi ancora qua" scese la seconda, "Le serate del venerdì non saranno più le stesse", scese la terza lacrima, "Chi mi calmerà adesso quando avrò un attacco di panico?", scese la quarta lacrima e feci un mezzo sorriso, "Mi manchi papà" accarezzai la sua mano fredda e altre lacrime scesero. Un dottore mi mise la mano sulla spalla e mi invitò ad uscire dalla stanza e fu la cosa che feci.

Uscita dall'ospedale mi incamminai verso una fermata del pullman che mi potrò nella periferia londinese, lì trovai la spiaggetta identica a quella del sogno, sentì per un attimo le stesse sensazioni, ma mi sentivo ancora vuota, ma era normale mio padre era appena venuto a mancare. Mi sdraiai sulla spiaggia e, forse per le troppe emozioni contrastanti, mi riaddormentai. Al mio risveglio trovai un  ragazzo, che assomigliava vagamente a Numero Cinque, si sedette, sospirò.

"Mi eri mancata Madelaine, forse però ora tardi" osservava il mare afflitto.

"Tardi per cosa?" lo guardavo con curiosità

"Difficile da spiegare,  si girò verso di me, "vieni con me", mi porse la sua mano per aiutarmi ad alzarmi.

Mi alzai, ma senza il suo aiuto, lui cercava in tutti modi die fare amicizia ma io restavo diffidente, forse sarebbe stato meglio se lo ascoltassi. Mi porse un mp3, lo riconobbi quasi subito era il mio mp3 nel sogno. Restituendomi l'oggetto di mio possesso mi spiegò cosa fosse successo ma io non riuscivo a capire lo osservavo e basta, guardavo come muoveva la mascella e sentivo le sue parole e mi ricordai, collegai tutto.

"Numero cinque" sussurrai incredula.

"Ti ricordi di me?" mi guardò stupito, fu così stupito che interruppe il suo discorso, "Devi dimenticarmi" mi prese e mi guardò negli occhi "Devi dimenticarmi nuova numero sei", sorrise falsamente come se anche a lui questa condizione andasse bene, ma anche lui triste per questo.

"Perché? Perché Cinque mi fai questo?" inizia a piangere "Io non ti voglio dimenticare"

"Non voglio neanch'io dimenticarmi di te sei l'unica persona che ho amato, beh dopo Dolores", sorrideva, sorrideva per non piangere.

Mi presa la mano e ci trovammo in mare, lui avvicinò la sua mano destra alla mia mano sinistra, invece la sua di mano sinistra scivolò dietro la mia testa. Sussurrò un lieve "Ti amo" al mio orecchio e con un movimento avventato portò la mia testa sotto l'acqua, io cercavo in tutti i modi di liberarmi ma la sua presa era forte, tutto di un colpo non sentivo più nessuno che mi spingeva sotto l'acqua, mi alzai per riprendere fiato, sentì un colpo di sparo e poi tutto nero.

Telegiornale del 12-04-12

Trovato ragazzo morto in mare, l'assassino non è stato riconosciuto ma il ragazzo è stato riconosciuto. La vittima in questione è Numero Cinque. Per il nostro eroe, la famiglia ha assicurato che faranno un memoriale.

"Oh! Madelaine è la millesima volta che torniamo indietro in questo momento.",

"Sono questi i momenti in cui vorrei Numero Cinque", mi scese qualche lacrime, mentre accarezzavo ciò che quel giorno mi aveva restituito, il mio mp3 che per un periodo è stato suo.

"Mi manca tanto Numero Cinque, io lo amavo"

𝐅𝐈𝐕𝐄-DimenticamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora