Capitolo 1

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Ero chiusa da dieci minuti dentro la mia auto aspettando che la pioggia finisse, ma ovviamente stava peggiorando sempre di più perciò, dopo aver deciso di lasciare i bagagli in auto, uscii.

Iniziai a correre con gli occhi chiusi per colpa di tutta l'acqua che entrava in essi, accecandomi.
Quando finalmente arriviai davanti al condominio vi entrai lasciadomi sfuggire un sospiro di sollievo, camminai nel piccolo corridoio finché non mi trovai davanti un'ascensore affiancata dalle scale, ovviamente optai per l'ascensore.

Stavo per cliccare il piccolo pulsante bianco quando notai che si accense di rosso, qualcuno me l'aveva fottuta.

Poco dopo le porte si aprirono davanti a me e un ragazzi alto e biondo uscì da esse. Sembrava molto arrabbiato dato che mi tirò un'occhiataccia accompagnata da una spallata.
«Ma che cazzo fai?!» gli urlai.
Lui non si girò nemmeno ed uscì fuori dal condominio sotto la pioggia torrenziale.

«Coglione» Sussurrai a bassa voce.
Stavo per entrare in ascensore quando sentii una voce e per poco non saltai in aria dallo spavento.

«Scusami?»
«Cosa?» Mi voltai e mi trovai davanti un ragazzo con i capelli cortissimi e un leggero accenno di barba, subito mi saltarono all'occhio le braccia tatuate e lui sembrò accorgersene perché si abbassò immediatamente le maniche della felpa.
Scrollò le spalle con nonchalance «Hai per caso visto un ragazzo biondo tinto passare di qui?»
«Uhm si, è uscito fuori»

«Merda» Sussurrò. «Grazie, ci si vede in giro!»
E iniziò a correre.
Rimasi confusa per qualche istante, poi mi girai e notai che l'ascensore era già stato chiamato, per la seconda volta, da qualcun'altro.

Mi arresi e decisi di prendere le scale, non sono mai stata una persona tanto atletica perciò dopo aver fatto tre piani il fiatone si impossessò di me, mi mancavano ancora due piani e stavo già morendo.
Una volta arrivata ispezionai il corridoio trovando subito il mio appartamento, vi entrai subito e poi richiusi la porta alle mie spalle.

Feci un giro per la casa scrutandola attentamente nei minimi dettagli, ero stata qui un mese fa, avevo visitato solo due appartamenti, questo e uno non lontano da qui, alla fine scelsi quello più vicino al posto in cui dovevo andare a lavorare.
Decisi di asciugarmi i capelli fradici ma una volta entrata in bagno realizzai l'amara verità: avevo lasciato i bagagli in macchina.
Mi avvicinai alla finestra ma vidi che l'acqua continua a cadere incessantemente allagando il mio minuscolo balcone, tristemente mi diressi in sala sedendomi sul divano, dopo poco realizzai che l'unica cosa che avevo in questa casa al momento era la tv perciò la accesi iniziando a fare zapping tra i canali.

Dopo circa mezz'ora non avevo ancora trovato qualcosa di interessante tra tutti i canali presenti perciò mi avvicinai nuovamente alla finestra e con grande sorpresa notai che aveva smesso di piovere perciò decisi di tornare in macchina a prendere le mie valigie.
Stavo per uscire quando sentii delle urla nell'appartamento di fianco al mio, premetto che ero sempre stata una persona molto curiosa, infatti mi avvicinai velocemente alla parete cercando di origliare ma purtroppo riuscii a distunguere solo due voci maschili ma ciò che si stavano dicendo era incomprensibile.
Decisi di lasciare perdere ed uscii dal mio appartamento sperando di riuscire a prendere l'ascensore e, stranamente, appena arrivai il pulsante bianco non illuminato da alcun tipo di luce perciò mi affrettai a premerlo e subito si illuminò di verde.

Iniziai a dondolarmi sui piedi mentre aspettavo il suo arrivo, stavo tremando di freddo dato che oltre ad avere i capelli bagnati anche la felpa ed i pantaloni non erano da meno. Il silenzio del corridoio venne interrotto dal rumore di una serratura che scattò, subito iniziai a cliccare il tasto verde sperando che in un qualche modo possa arrivare prima così da evitare di fare conversazione con qualcuno, ovviamente i miei piani andarono in fumo nel momento in cui mi ritrovai di fianco un ragazzo alto, indossava una felpa nera e un cappuccio perciò non riuscii a vederlo in faccia.

Finalmente l'ascensore arrivò e subito ci entrai seguita dal ragazzo, anche se la mia voglia di parlare era inesistente l'imbarazzo che provavo in quel momento era alle stelle perciò decisi di parlare.
«Hey, io sono Jane, mi sono appena trasferita qui.» Dissi tendendo la mano verso di lui aspettando che la afferri per presentarsi ma, stranamente, non ricevetti alcuna risposta.
Era li fermo mentre fissava attentamente il pavimento, iniziai a pensare che fosse sordo perciò abbassai la mano.

«Mi hai sentita?» Dissi alzando leggermente la voce.
Lui alzò il capo puntando i suoi occhi marroni nei miei, notai che è palesemente annoiato e subito capii che non era sordo e stava semplicemente cercando di evitarmi, a fermare i miei pensieri fù la sua voce.
«Non me ne frega un cazzo.» Disse accennando un sorridendo.

Rimasi a fissarlo incredula, la cortesia è andata a farsi fottere in questo palazzo?
Quasi non mi accorsi delle porte dell'ascensore che si aprirono e del ragazzo con la pelle ambrata, che se ne andò via lasciandomi spiazzata.

Rose ViolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora