Capitolo 5

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Jane's Point of View

«Quindi quando usciamo, baby?» Chiese Tom dall'altra parte del bancone.
Era da tre giorni che veniva al bar e ci provava con tutte, anche se sembrava aver perso di mira me e Robin.
Per fortuna era molto simpatico, perciò riuscii a far meno caso al suo lato perverso.

«Smettila di fare il provolone.» Lo ammonii accennando un sorriso.
«Provolone?» Disse per poi mettere in mostra il suo sorriso perfetto.
«Si!»
Poi ad un certo punto diventò completamente serio.

«Beh? Che hai?» Chiesi preoccupata quando vidi che continuava a mantenere quell'espressione.
«So che vuoi il mio provolone.» Disse provando a rimanere serio, anche se fallì miseramente sull'ultima parola dato che scoppiò in una fragorosa risata, ed io con lui.

Dopo un'ora Tom mi liquidò con un "Vedi quella? Si chiama Aurora Parker e ci sto provando con lei da due mesi" non mi lasciò nemmeno il tempo di rispondere poiché era andato subito da lei.

Erano solo le 22:30 e stavo già morendo di sonno, in più Robin era in malattia, perciò c'ero solo io a servire i tavoli anche se di tanto in tanto veniva John a darmi una mano.
In questi giorni mi era capitato di parlargli di più scoprendo che era un'uomo davvero simpatico, cosa che non mi aspettavo dato che la prima volta che lo avevo incontrato non era andata molto bene.

«Ciao scocciatura.» Subito ne riconobbi la voce e roteai gli occhi
«Zayn.» Dissi cercando di non far caso al nomignolo che mi aveva affibbiato «Cosa posso darti?» Chiesi mentre lo squadrai focalizzandomi sul cappuccio che aveva in testa. Volevo tanto sapere perché se lo metteva sempre, ma mi avrebbe detto di farmi i cazzi miei o qualcosa di simile.

«Vodka alla menta» Rispose secco e dopo avergliela versata in un bicchierino di vetro rimanemmo in un silenzio tombale per almeno 5 minuti.
«Cosa ci facevi qui con Holland?» Chiese alleviando leggermente l'imbarazzo che si era creato.
«Chi?» Domandai.

«Holland, Tom Holland.» Rispose serio.
Ci pensai un po su, poi lo guardai negli occhi «Non sono cazzi tuoi.»

«Non prenderti gioco di me Jane.» Il suo sguardo si fece più duro.
«Oh, non lo farei mai» Dissi sorridendo mentre mi posai la mano sul cuore con fare teatrale
Lui sbatté la mano sul bancone e alcune persone smisero di parlare girandosi verso di noi.
«Dimmelo.» Disse con gli occhi colmi di odio.

«Qualche problema?» S'intromise John.
«No, nessun problema.» Si affrettò a dire Zayn. Il capo mi guardò pretendendo una risposta da me, e io, dopo alcuni secondi, annuii.

Incerto se ne andò via, continuando a servire i clienti, mentre io e Zayn rimanemmo ancora soli immersi nel silenzio più totale, poco dopo si alzò ed uscì dal locale senza salutare ne tantomeno guardare in faccia nessuno.

Finalmente arrivò la mezzanotte e dopo aver rifiutato il passaggio in macchina di John e averlo salutato mi incamminai verso il mio appartamento, quando ero quasi arrivata sentii dei passi dietro di me e grazie ai lampioni vidi per terra un'ombra.
Aumentai il passo e quando sentii che la persona dietro di me faceva lo stesso iniziai a sentire il cuore battere forte nel petto.

D'improvviso mi fermai, le gambe iniziarono a tremare e qualcosa mi sfiorò la schiena, mi girai di scatto ma la strada era completamente vuota, con la coda dell'occhio vidi qualcosa di strano e immediatamente abbassai lo sguardo:
una rosa viola giaceva ai miei piedi e nessuno era lì ad accompagnarla.

Rose ViolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora