03; scoperte

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"C-COSA?" chiese confuso Daichi, che continuava a non capire di cosa stesse parlando il ragazzo, e soprattutto "MA TU CHI SEI? E COME SEI ENTRATO QUI?". 

"Calmati! Poi questa domanda dovrei farla io a te! Io sono il cugino di Koshi, Hinata Shoyo" rispose il, a quanto pare,  di il cugino di Suga. "il cugino di Koshi?" "Esattamente. Tu quindi non sei il suo ragazzo?" Ma di cosa stava parlando quel ragazzo, certo che lui non era il fidanzato del grigio! Si erano conosciuto solo qualche ora prima! "No! Sono il nuovo vicino di Koshi, abito nella casa qui di fronte, e siccome sono atterrato poche ore fa dal Giappone, e la casa non è ancora pronta per essere abitata, ed è troppo tardi per trovare un hotel, tuo cugino mi a ospitato a dormire" "mh... capisco. Come ti chiami?" "Sawamura  Daichi..." che strano tipo, l'arancione. Era molto più basso di Daichi, una quindicina di centimetri. Avrà avuto quindici massimo sedici anni*(leggere n.a. alla fine). Sorrideva veramente tanto, al bruno facevano male le guance solo a guardarlo. Per non parlare della chioma arancione! Era folta e scompigliata, sembrava fosse scoppiata una bomba sul suo cranio, e il colorito acceso non aiutava. "Ma in quella famiglia qualcuno con un colore normale di capelli esisteva?" Si chiese Daichi osservando il ragazzino davanti a se. "Dov'è andato Koshi?" Domandò il maggiore, non sapendo dove fosse finito, il suo nuovo amico. "Oh, è andato a fare la spesa, credo." Rispose il più basso, versandosi un bicchiere d'acqua, che offrì anche al bruno, che accettò con piacere, per poi chiedere: "che cosa ci fai invece tu qui?" "Ah, io sono venuto a portare un po' di pollo. L'ha cucinato zia, la mamma di Koshi.""Capisco..." Sentendo la parola pollo, lo stomaco di Daichi fece uno strano rumore. "Hai fame?" "Troppa, non ho fatto pranzo uffa" rispose il giapponese buttandosi sul divano-letto ormai pronto. Le lenzuola profumavano di pulito, e il cuscino era bello comodo, dopo una giornata così stancante, Daichi pensò di trovarsi in paradiso. Il rumore di una chiave che girava nella serratura, fece alzare a sedere il bruno, anche se con fatica. "Sono tornato!" Ah, quella voce melodiosa, chissà se Daichi ci avrebbe mai fatto l'abitudine. La porta che si aprì, e rivelò la figura di Koshi, con un sacchetto in mano. Il più alto si alzò in piedi, e raggiunse Suga, prendendoglielo dalle mani, e posandolo sul piccolo bancone della cucina. "Hey Shoyo! Che ci fai qui?" chiese il grigio, dando una leggera botta sulla schiena al cugino. "Sono venuto a portare il pollo che zia ha cucinato" "Il pollo della mamma, che gioia! Daichi avrai una buonissima cena questa sera. " Disse il grigio, guardando sorridente il bruno. "Non vedo l'ora" rispose questo, portandosi una mano all'altezza dello stomaco, che stava iniziando a fare un po' troppo rumore. "Allora preparo l'insalata e mangiamo, che sto morendo di fame anch'io." "Io vi saluto, ci vediamo! Buona fortuna con la nuova casa Daichi!" Disse il più piccolo, balzando in piedi dalla sedia, dove si era seduto in precedenza. "Grazie! Buona cena" Rispose il giapponese guardando l'arancione dirigersi verso la porta, mentre Suga lo salutava. Augurò una buona cena anche a loro, e se ne andò. 

"Non è che mi potresti lavare i pomodori?" chiese Koshi, mentre tagliava l'insalata, dopo essersi lavato le mani. Daichi iniziò a fare quello che gli era stato richiesto. Tra loro c'era un silenzio confortevole, ma il retrogusto di imbarazzo e timidezza rimaneva persistente. Tutto ciò finì quando Suga esordì con: "spero che il nanerottolo non ti abbia fatto domande invadenti o che ti abbaino messo a disagio..." "beh, se con intendi chiedermi se io sia il tuo fidanzat-" Daichi si bloccò sentendo l'altro ragazzo tossire forte, "ehi! Stai bene?!" domandò il più alto, che con velocità prese il canovaccio vicino il lavandino, e si asciugò le mani, per poi portarne una sulla schiena del grigio, che per fortuna aveva praticamente smesso di tossire, e che quindi, aveva alzato un pollice per far capire che era tutto okay, visto che ancora non riusciva a parlare. "C-credo, mi sia andata di traverso della saliva" rispose Suga dopo essersi ripreso. I due scoppiarono a ridere, per poi tornare a preparare la loro cena. "aah quel ragazzino, non si sta mai zitto, ha la lingua più lunga delle gambe" disse Koshi ridendo, seguito a ruota dall'altro.  nella mente di Daichi, la curiosità era arrivata a livelli spaziali, doveva per forza fare quella domanda:"Quindi... cioè..." c'era incertezza nella voce del più alto, tanto che l'altro ragazzo lo guardò confuso. "Quindi tu sei gay?" La carnagione del grigio prese delle sfumature rosate, non era abituato a rispondere a domande sul suo orientamento sessuale, ma quando succedeva non erano così dirette, ma non che ciò gli desse fastidio. Sembravano tutti spaventati quando diceva che pere lui non contasse il gender del suo partner.  Ancora non capiva come potesse essere come questo argomento potesse essere ancora tabù. "In realtà no, cioè non che io sia etero, ma il fatto è che non mi identifico in nessuna sessualità. Per me non importa in quale genere si identifichino le persone, se tu mi piaci, mi piaci per il tuo carattere, per la persona che sei. Se proprio mi dovessi etichettare direi di essere pansessuale, ma non mi ci trovo bene, preferisco il termine queer, più vago e senza una specifica 'categoria'." Spiegò il più basso, girando l'insalata e i pomodori, che aveva messo dentro ad un contenitore, per poi condirli. "Spero a te non dia fastidio, no perché potrebbe portare fine alla nostra amicizia." Disse serio Koshi. "N-no," Daichi era sconcertato da quell'espressione seria, non avrebbe mai pensato che un ragazzo dal sorriso così dolce, avesse mai potuto essere così intimidatorio. "In realtà io sono bi, quindi non ci sono problemi." Il viso di Suga si rilassò, e tirò un sospiro di sollievo, non avrebbe voluto perdere una nuova conoscenza così velocemente. Il rumore del timer del forno a microonde che annunciava la fine della cottura della pietanza all'interno, fece gioire il grigio, che con cautela, prese il piatto al suo interno, e lo portò in tavola, dove  Daichi aveva già disposto tutto in precedenza. "Signor Sawamura, se si vuole accomodare, la cena è servita." Disse il grigio, impersonando il ruolo di un cameriere. "Con molto piacere" Rispose il bruno, reggendo il gioco all'altro, per poi sedersi. "Itadakimas-" Daichi si fermò, ricordandosi di non essere più in Giappone, ma venne preso un po' alla sprovvista, quando si rese conto che anche Suga lo stava dicendo. "Che succede?" Chiese il grigio confuso. "Credo di essere veramente stupido. Non avevo per nulla collegato le cose. Tu sei giapponese, vero?" Koshi inclinò la testa di lato, non era abbastanza chiaro? Avrebbe capito se si fosse chiamato Marco, o Luca, ma il suo nome era Koshi! Sugawara Koshi! Certo che aveva delle origini giapponesi. Il bruno scoppiò a ridere, si sentiva tremendamente idiota, e la faccia del ragazzo di fronte a se' non aiutava  la situazione. "Scusami, è che sono abituato ai nomi giapponesi, averti incontrato come prima persona, non ha aiutato molto. Devo farci ancora l'abitudine, al fatto che non sono più in Giappone." Suga iniziò a realizzare, anche se ancora un po' shockato. "Tranquillo, comunque non sono giapponese, ho solo mio nonno che viene dal Giappone, quindi diciamo che lo sono per il 25%" "Capisco, sempre che sono stupido." ribatté il bruno, facendo un sospiro profondo. "Già" disse il grigio ridendo "HEY!" esclamò Daichi, facendo il broncio. Scoppiarono a ridere, e così continuò la loro cena, tra risate e chiacchiere. 


"Aah, è stato tutto buonissimo. Tua mamma sa proprio come cucinare il pollo." disse Daichi rilassandosi sulla sedia e strofinandosi una mano all'altezza dello stomaco. Avere la pancia piena era una sensazione bellissima, pensò sorridendo. "Concordo" Suga ridacchiò, anche lui aveva mangiato molto e la stanchezza si stava facendo sentire, quindi decise di alzarsi e iniziare a sparecchiare. "Aspetta ti aiuto." disse il bruno dando una mano all'altro ragazzo. Finito di mettere apposto, e dopo essersi i lavati i denti, si trovarono in piedi nel salotto, Daichi verso il divano letto, mentre Koshi verso il corridoio che portava alla sua camera. "Allora io- io credo che andrò a dormire, sono stanco morto" disse il grigio, quasi esitante. "Sì credo andrò anch'io" rispose l'altro portandosi una mano dietro il collo. Perché l'atmosfera era diventata così piena di imbarazzo tutto d'un tratto? "Buonanotte Suga." "Buonanotte Daichi." e così i due si salutarono, e andarono entrambi verso le loro stanze.


NOTA AUTRICE

*piccolo avvertimento, le loro età non saranno quelle 'canoniche' infatti Hinata e Suga/Daichi per esempio, hanno 5 anni di differenza. 

Pᴀᴘᴀᴠᴇʀɪ ɴᴇʟ ɢʀᴀɴᴏ [daisuga]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora