04; pancakes

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Appena posò la testa sul cuscino, Morfeo si presentò al cospetto di Suga, che cadde in un sonno profondo, fino alla mattina successiva, quando la sveglia suonò alle otto. Fu molta la fatica fatta per spegnere quell'apparecchio infernale, che continuava a fare rumore. Troppo per i gusti di Koshi. Ma anche se in quel momento, avrebbe voluto continuare a dormire, sapeva che non avrebbe potuto farlo. Così passò una decina di minuti a rigirarsi nel letto, a guardare il telefono, sperando che quel momento non sarebbe mai finito, ma quando sentì uno strano odore decise di alzarsi ed andare a controllare. Era come se qualcuno stesse cucinando qualcosa, più precisamente qualcosa di dolce, visto, o meglio, odorato, l'aroma dolciastro. Non riusciva però a collegare quel fenomeno a nulla. Perché quell'odore? Si mise un paio di pantaloni della tuta, visto che il suo pigiama consisteva solo in una maglia over-size. Quando arrivò nel salotto, finalmente, i suoi ricordi si svegliarono, e riuscì a ricollegare l'odore insolito, al divano-letto disfatto: Daichi, che la notte prima era rimasto a dormire lì, e ora stava cucinando qualcosa. Così decise di entrare in cucina, dove ciò che aveva immaginato, si rivelò vero.  Daichi era in pantaloni del pigiama, con una maglietta bianca, e stava cuocendo quelli che sembravano pancakes. La moka sul fuoco sprigionava un forte aroma  di caffè, che rendeva il tutto più bello. 

"Buongiorno, spero di non averti svegliato." disse Daichi, notando Suga alla porta. "Buongiorno, nono non è colpa tua, devo studiare prima di andare a lavoro" rispose il grigio, a bassa voce, sforzandosi, visto che di mattina non riusciva ad avere un tono abbastanza alto da essere udito. "Oh," esclamò l'altro sorpreso "che lavoro fai?" "Mio zio, il padre di Shoyo, è un fioraio e lavoro nel suo negozio part-time, per guadagnare qualche soldo prima della laurea. Sono pancakes quelli?" Chiese il grigio, incuriosito. "Sì. Scusa, ma volevo ripagarti in qualche modo per tutto quello che hai fatto. Non è abbastanza. Ma al momento non ho altre idee." "Sta tranquillo, qualsiasi cibo è un giusto ringraziamento." Disse felicemente Koshi, vedendo il piatto davanti a lui, appena stato impiattato, accompagnato da una tazza di latte macchiato e un vasetto di Nutella. "E che università stai facendo?" chiese Daichi quando si sedette "Scienze della Formazione" vedendo la faccia confusa sul volto del bruno, Suga continuò "Serve per diventare insegnanti." "Capisco, è molto bello come lavoro, spero tu riesca a fare ciò che desideri" i due si sorrisero e spesero il tempo restante in quella stanza, a mangiare la loro colazione in un confortevole silenzio. 

Quando la cucina fu pulita, Daichi si sedette sul divano letto, in cerca di un hotel in cui poter stare per qualche giorno. Quando ne trovò uno nelle vicinanze, Suga uscì dal bagno. Si era cambiato e aveva una fascia per capelli in testa. Si sedette davanti alla scrivania che si trovava sotto la finestra, vicino al divano. "Hai trovato un hotel?" Chiese il grigio, visto che ne avevano parlato durante la cena precedente. L'altro annuì, per poi aggiungere: "Sì sì, si trova proprio fuori  città. Hanno detto che potrò fare il check in vero le 12." "Ho capito qual è! Purtroppo però non è proprio vicinissimo. E' almeno a cinque chilometri da fuori le mura. Ti serve un passaggio?" Il bruno fece segno di no con la testa, e dicendo poi che quella sarebbe stata un ottima occasione per conoscere il posto, e che poi faceva lunghe corse, alla fine di ogni allenamento. Un "si vede" sfuggì dalle labbra di Suga, senza che lui se ne accorgesse. "cosa?" Chiese confuso Daichi, facendo arrossire l'altro che si accorse di ciò che aveva appena detto, "oh ehm  se, se s-sei sicuro" si inventò il grigio, sentendo la temperatura della sua faccia alzarsi pericolosamente. "Sì tranquillo, più che altro, tu stai bene? Sei diventato tutto rosso, per caso hai la febbre?" Si preoccupò il più alto, avvicinandosi all'altro, che stava cercando di smentire, ma senza riuscirci. Il bruno appoggiando la mano sulla fronte del grigio, per poi annunciare "Hai un termometro? Perché credo tu abbia alcune linee di febbre. Probabilmente è stato lo sforzo di ieri. Lo sapevo che non ti avrei dovuto far fare quel lavoraccio!" Vedendo lo sguardo preoccupato sul volto dell'altro Koshi cercò di calmarlo, togliendogli la mano dalla sua fronte, per poi rassicuralo. "Sto bene, tranquillo, sento solo caldo." disse per poi sorridergli. "sei si-" "sono sicuro" il bruno si tranquillizzò e si rilassò, per poi notare che si stavano praticamente tenendo per mano. ciò gli fece ritirare velocemente la mano, e quasi corse di lato a Suga per poi allungarsi ed aprire la finestra, cercando di non far notare il rossore sul suo viso. "Per cosa ti alleni?" Chiese Koshi, ripensando a cosa avesse detto l'altro in precedenza. "oh faccio, o meglio facevo, pallavolo." Disse Il bruno, con un sorriso malinconico sul volto. "Serio? Anch'io gioco a pallavolo! Non tanto come prima, ma ogni tanto torno per fare qualche partitina." Daichi fu piacevolmente sorpreso da questa affermazione, e quindi curioso chiese in che posizione egli giocasse. "Alzatore. Tu?" Il sorriso di Daichi si allargò. "Schiacciatore laterale." I due si sorrisero sentendosi sempre un po' più compatibili.


Parlarono per un altri dici minuti buoni, e Suga scoprì che il bruno in precedenza era stato il capitano della sua squadra, ma che ormai giocava solo per divertimento, senza più partecipare a tornei o altro. E in questo i due, ancora una volta, si ritrovarono. Infatti anche Koshi ormai giocava solo sporadicamente, con i suoi amici. "Ti lascio studiare ora." Disse Daichi quando tornò dal bagno, ed essersi cambiato. "Grazie mille per tutto quello che hai fatto per me. Te ne sono  grato" Si inchinò il bruno, abituato alle usanze orientali. "E' stato un piacere Daichi." Sorrise Koshi. Sorriso che venne contraccambiato dall'altro ragazzo, che in modo impacciato iniziò a prendere le sue cose. "Senti, sei libero sabato prossimo?" Daichi rispose positivamente alla domanda appena posta, "allora ti andrebbe di venire a giocare con me e i miei amici a pallavolo?" Daichi si portò una mano al cuore "ah, mi spezzi il cuore così Suga! Speravo in appuntamento, ed invece." Una risatina scappò dalle labbra del grigio. "Però farò finta che tu non mi abbia appena ferito, e parteciperò" "E chi l'ha detto che non ci sarà un appuntamento in futuro?" rispose in modo scherzoso l'altro. " Suga non puoi illudermi in questo modo!" I due continuarono  a ridere, facendo così volare qualche altro minuto, finché Daichi non guardò l'orario, e decise di levare le tende, così si diresse verso il pianerottolo, accompagnato da Koshi, che gli apri la porta. "Allora, ci sentiamo okay?" il bruno sorrise in risposta. I due si salutarono definitivamente, ma una strana voglia di sabato si intromise nelle loro menti.


Con un tonfo, Daichi si buttò sul letto dell'hotel in cui aveva appena fatto il check-in. Aveva girato un po' la cittadina per poi incamminarsi verso l'alloggio, però per sua fortuna, non si era stancato troppo, così decise di mettersi subito a lavorare. Tirò fuori il suo portatile dallo zaino, e iniziò a cercare qualcuno che potesse rifare le finestre della casa, e sfogliare qualche catalogo di cucine. Dopo un'oretta e mezza, aveva trovato una parte delle cose che gli servivano, così decise di fare una piccola pausa. Prese il suo telefono e aperta la rubrica, chiamò il primo tra i suoi contatti.

"Pronto Asahi?"

"Daichi! Come va? Racconta, ci siamo tutti" Daichi dovette allontanare il telefono dall'orecchio per la confusione che avvenne subito dopo. Ridendo il bruno disse che li sentiva forte e chiaro, ed iniziò a raccontare della giornata precedente, e del ragazzo che aveva incontrato. 

Nota Autrice

Daichi è husband matireal e io e Suga siamo completamente in love.

btw volevo ricordare che in questa storia non ci sono spoiler della serie/manga. tutto ciò non segue la storia canonica


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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 15, 2020 ⏰

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Pᴀᴘᴀᴠᴇʀɪ ɴᴇʟ ɢʀᴀɴᴏ [daisuga]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora